489 MDXlXj LUGLIO. 490 di farlo amazar se non lo desfidava. Lo spagnolo se ne ride, digando se 1’ ha recevuta la buffatala, che ’1 se la salvi et impari a parlare. Non so quello seguirà ancora cercha la desfìda: tamen vedo il nostro italiano ad mal parlido in Spagna, dove chi voi esser lievo de lengua bisogni el sia manu promptus. Quanto a la farfara, oltra la semenza ad vui mandata, ne porterò di questa de Barzclona dove è mollo in uso, e quasi tulio l’anno exceplo doi mesi se ne taglia: ita che di qua non si fanno feni in loco alcuno. Date in Barzelona a dì 2 Lujo 1519. 277 A dì 16. La matina in Colegio non fo alcuna letera da conto. Vene il reverendissimo Palriarcha, qual con li Cai di X et Avogadori fu in materia di le monache di San Zacaria, dove fu eri con li Avogadori, el fanno murar parte di dillo monasterio e vi meterano monache di San Servolo. Da poi disnar fo Colegio di Savii ad consulen-dum; e dar audienlia a chi la Signoria ha concesso expedition. A dì 17. Domenega fo santa Marina, nel qual zorno si fa processione secondo il consueto per lo aquisto in tal zorno diPadoa. Era vice doxesier Michiel Salamon veslido di veludo cremesin, con li oratori di Pranza et Ferara; quel dii Papa è ancora indisposto per la gamba, et quel di Mantoa è partito e tornato a Mantoa. Fo solum uno Procurator, sier Lorenzo Loredan dii Serenissimo, et si andò a Santa Marina a udir terza e sesia, poi tornali a San Marco in chiesia si udì messa granda, et fo principià la processione, qual compita lutti andono a casa. Et il Colegio di Savij si reduse : non fo alcuna letera. Eri vene sier Alvise Bon el dotor ritorna ambasator di Hongaria, et da matina verà in Colegio a riferir justa il solito. Da poi disnar fo Gran Consejo. Fato Capitanio a Brexa sier Nicolò Zorzi savio a Terra ferma qu. sier Bernardo 671, 644, solo sier Zuan Vituri fo prove-dador in la Patria dii Friul 523, 743, sier Piero da cha’ da Pexaro fo cao dii Consejo di X qu. sier Nicolò, 504, 812, sier Alvise Bernardo è di Pregadi qu. sier Piero 402, 914. Altre voxe fo fate, e tulle passò, dì Pregadi in fuora. Da Milan fo letere. 11 sumario scriverò di solo. A dì 18. La malina vene in Colegio sier Alvise Bon eK dolor venuto ambasador di Hongaria, e fe’ parte di la sua relutione, e fo rimessa a farla poi in Pregadi. Vene, cli’el fu porlato in chariega per poter mal caminar per la gamba rota, il Legato dii Papa episcopo di Puola, qual monstre uno brieve dii Papa drizato a la Signoria nostra in materia di frati di Corezuola, videlicet dato a dì 21 Zugno, per il qual exortava la Signoria, havendo inleso che la Signoria ha cerla causa con li frali di Santa Justina, che tal causa sia expedita per il foro ecclesiastico e si loj zudezi in partìbus ecclesiastici, che molti ne sono degni prelati che saperano expedir tal causa. Et poi monstrò uno breve dii Papa a lui Legato, li cometeva venisse a la Signoria a presentar tal breve. E il Principe li disse non era alcuna lite con li frati, ma che loro aveano il torto a non voler dir le so’ raxon. Di Ingalterra, di tutti do Oratori fo letere. 277 * Il sumario dirò soto, portate per Zuan Gobo corier è sialo col Surian in Anglia, qual dice era zonto Intere di Franza al Secretarìo nostro a Milan, le qual questa sera sarano mandate; sì che non poi restar. Da poi disnar fu terminato far Pregadi e far la relation 1’ Orator venuto di Hungaria. In questo mezo zonze le letere di Franza, e, venendo o non, li Savii voleno scriver in Franza una letera, qual eri consultono di scriver omnino, el mandar in Spagna a la Cesarea Maestà dii re Calholico. Et cussi fo Pregadi. Fu posto prima per li Consieri e Cai di XL una perinutation di un bando di Friul al tempo di sier Bortolamio da Mosto vice locotenente in la Patria, di uno Jacomo Moletino ditlo Spoja Cristo, qual ha auto la carta di la pace con un bando di Vicenza. Et balotà do volte non fu presa, imo la pezorò, ave la prima volta 90, 42, 3, iterum 76, 73, 7, nihil captimi. Fo leto una teiera di sier Zuan Barozzi, podestà di la Badia. Di certo caso seguito di un viandante, qual fu tolto a far justicia de lì, et fata lì fo dato per sua mercede ducati 3. Questo ussilo dii loco con scorta, poi lontano mia .... de la tera da Ire nominali in le letere asaltato toltoli danari et morto. Et fo per li Consìeri, datoli facoltà di poter meter con li diti bandi di terre el lochi e di Vene-lia, con taja vivi L. 500 et morti L. 300, e li beni loro confiscali: fu presa, 137, 14, 2. Poi sier Alvise Bon el dotor, vestilo damaschili cremesin, qual è di la Zonla, tornato orator di Hongaria, andò in renga, e fe’ la sua relatione; qual fu inepta et a la fin risibile. Pur disse assa’ cosse, el sumario scriverò di sotto. Laudò Jacomo di la Ve-doa, era lì presente, fiol dì Gasparo, sialo suo secre-lario, et venuto zoso el Principe lo laudò de more. Et poi essendo venute le lelere di Franza, fo