41 MDXIX, MARZO. 42 gnor (ureo ha manda a Conslantinopoli e altrove li principali dii Cayro richi mercadanli, (ideo el Cayro vicn disabitato, e le caxe va ruinando per esser facle di crea con calzina suso, che ogni pocho non le ricolmando cazeno. Poi volse le sede veniva di la Persia e Aziminia non vengi più in la Soria ; perchè ’I voi prendino la via di Conslantinopoli, e tutto fa per tuor l’inlrade a la Soria e lenir quel dominio basso: sicliè il dominio di schiavi è al tutto rumato, che era tanto extesissimo et richissimo. Nè altro di cosse lurchesche disse, che poteva dir molte cosse, maxime zerca la paxe fata ; ma ben disse non è da fidarsi di esso Signor turco, perché non manlìen fede, e si dice publice ha amazalo il padre, fradeli e nepoti, è homo crudelissimo. Et poi disse come, partido da Damiata, lui vene in Cypro a proveder dii tributo, e il collega andò con l’armala dii Signor turco a Conslantinopoli. Et andato a Nichosia dal qu. suo compare domino Fanti» Micbiel locolenenle et Consieri, li fo promesso darli ducali 10 milia, che havendoli dati a conto di sarai! corniti per la valuta si haria avanza assai. Unde vene a Famagosla; per il che dito Locotenente li mudò i dadi, dicendo il mandar di danari non è sicuro, e lui sier Bartolamio disse resleria lì, et si mandasse per la sua galia ; non volseno et avè torlo. In questo interim, el Signor era a Damasco, el mulo l’bordine di danari el voleva ; mandò uno schiavo a dir a questo conto se li mandasse biave, orzi e zuchari e non danari, unde conveneno far cargar certe nave utpatet, e convene lui medemosier Bortolamio andarán quelle a Tripoli, unde el del'terdar li voleva per manco precio di quello le valeva in Cypri, nè voleva pagar noli, e sopra questo fu gran contrasto, pur ha dato .....che fono contenti tuor le biave per 29 deremi over aspri, et orzi a 17, et cussi ge li fe’ consignar; al che durò non pocha faticha, perchè havia a far con chi è ben noto a tutti. E scrisse in Cipro li mandasse uno altro cargo di biave; non lo volseno mandar, era morto sier Fanlin Micbiel, che saria sta avantazo di la Signoria ; sichè consignó in tulio, tra 21 danari dati al Cayro, biave, orzi, zucharo etc., resto di tributi vechii, per ducali.... Ritornò in Cipro, dove ricevete lelere dii Senato che li comandava restasse Provedador zeneral di quel regno, facendo l’oficio dii vicelocotenenle perché era morto domino Fanlin Michiel. El cussi come ubidientissimo in-Iroe a quel governo a di 14 Aprii, dove trovò gran confusion e disordeni in quella camera. El era sier Sebastian Badoer consier fatosi vicelocotenenle, et lui sier Bortolamio li fe’ intender non poteva las- sarlo per parte presa in questo excelentissimo Con-sejo, imo li disse che ’1 tornasse Consier; e il Camerlengo, era vice consier, tornasse Camerlengo. Sopra questo fo assa’ parole, nè mai dito Badoer si voi» aquietar, imo non veniva dove l’era e feva corte separada con sier Francesco da Molili camerlengo zovene. E perchè in la sua comission è che insieme con quel rezimento dovesse governar etc. di qua vene le cosse di la camera andò mal. Poi laudò sier Alvise Bencdeto l’altro camerlengo, dicendo in quella camera prima non si salda ; i libri sempre si tien averli e si poi far parlide a dì dito; non si scrive con scontri; li danari è mal ministradi; è assa’ disordini, e debitori in camera per l’amontar di ducati 100 milia non si atende a scuoderli. Quella camera, li dacii si atBtano .. . , ha de inlrada da ducati 85 in 90 milia, la spesa meleno a l'incontro, che non è vera perchè la non core se non con danno di la Signoria, e chi governasse ben quelle inlrade, la Signoria olirà le spexe traria molto più di quello la traze. Si afita li dacij a contadi ducati 40 milia, fermenti, orzi il resto. Prima il dazio dii sai non si afila ducali 200 a l’anno, che i reali afitava 2000, e chi voi va a le Saline a tuor sai e più ne vendono ; poi li terreni di la vai è sta aliveladi per diversi retori a danno di la Signoria, e tal li fo alivelà triste terre ha tolto bone; poi per non esser fato il pratico dii 1503, che lo fe’ sier Nicolò da Pexaro fo consier, de lì in qua siegue gran danno, è necessario farlo; poi li parchi ch’é l’inlrada di l’ixola, non é ben governa quelle cosse, et soleva esser asolti li impotenti, ha trova è sta assolti li richi eie. et non con utile di la Signoria, ta-men lui mai ha voluto aso!ver alcun, licei quelli 21 * et citadini lo pregasse fenzendo erano sta feriti, et per dimostrar esser vero si ligavano con peze, ta-men mai ha voluto francar alcun. Poi sono li fioli di slratioti galdeno in l’ixola (eretti boni et la Signoria non ha alcuna utilità di loro; però ha fatto uno hordine insieme con sier Vicenzo Capello capitano, che siano ubligati lenir cavali eie. Item, li lur-copoli che sono quelli.... poleno esser da numero 300 .questi soleva aver boni cavali ; ma li erano tolti da quelli citadini et loro non poleano trovar di altri, e restavano come poleano a cavallo. Ha fatto etiam una termination non se li possi tuor i soi cavalli si non davanti il rezimento. Item, li francho-mali, che pono esser da numero 15844 questi.... Item, li parchi sono numero grande, non si sa, e ha trovà di questi esser slà franchati per Antonio Corona, era canzelier de lì, da numero 811 per do e tre ducati l’uno con gran danno di la Signoria ; e ne