469 MDXIX, LUGLIO. 470 perle, sopra le eliinee dii Papa et altre cavalcature de le più honorate di Roma, che è coperte di seda, cum do stafìeri per una, et una fantesca sopra una cavalcatura che li andava drieto; avanti le quale spose andavano 15 muli cum do forzieri per uno, pieni de le robe loro, coperti di honoratissime coperte, con l’arme di Pbospitale; avanti li muli andorono i sonatori di tanti instrumeuti di musica; tra li muli et elle andavasi uno fanciullo formalo in forma de l’imeneo iddio de le noze, et drieto a lui tanti fanciulli, quante spose erano, ben ornati con face in mano al modo antico. Dopo le spose andavano con el prior de l’hospedale li ©fidali et cubiculari del Papa, et preti di San Pietro. Questa pompa se ne va da l’ho-spedale poi a la porla dii Popolo distante per uno miglio, et ivi li mariti loro, che sono contadini, lassale le gemme, perle, veste predose et tutti altri ornamenti a quelli de l’hospedale, pigliano le spose ciascuno la sua con el suo iorzerìo, el vestita di pani contadineschi, se la pone sopra la groppa de la sua cavala, et indi quella sera (per quello afermano al-guni), prima che giungino a casa, ne le più vicine ombre et più riposte die trovano in via consumano matrimonio. 11 dì del Corpo di Cristo, fu falò processione solita, la quale per mio giudicio, se levale la maestà dii Pontefice et Cardenali, è meno solenne et meno bela de le nostre bele che si fa in Venezia. La strada dii paluzo dii Pontefice fin mezo el Borgo a la casa dii reverendissimo Cornaro, ornasi solamente de li lati cnm razzi, et è conci dii Papa e cardenali, nè si 263' slendeno panni di sopra. El Pontefice è portalo sopra una catedra sollo la ombrella con el Corpo do Cristo in mano, el do li fanno continuamente vento cum do venlaggi grandi et longi, aziò possino aggiungerlo però che sono a piedi, et dì pene di pa-von. Gli Cardenali el Episcopi apparati sono avanti a piedi. Precedono a loro gli oficiali dì Roma et de la corte, cum le torze in mano. Li preti et frati vano è pochi è mal aparati, et con poco ordene. Fu gran pasto agli occhi giudiciosi quel zorno uno quadro di mano del nostro Sebastiano pittore, posto sopra uno altare avanti la casa del reverendissimo Cornaro, el cui argomento è la visitalione di Santa Maria et Santa Elisabetta, dono destinato a la Cristianissima regina di Pranza, et che averi a stare sempre ne la sua camera. La sera de la vigilia et fesla di san Pietro, si fecero fochi per le strade, luminarie sopra le case di Cardenali, sopra el Palazo el sopra el Caslelo. Furono tirati infiniti colpi di artelarie, et tanli razzi per aere, che pareva de le stele spirate dal cielo caschaseno; nè senza ragione fanno li preti tanta fesla a san Pietro, poiché per lui godeno il mondo. La malina de la festa, cantata solennemente la messa in san Pietro, l’ambasador dii re Catholico ha presentato al Pontefice a l’ussir de la porla una chinea learda belìssìma, fornita di panno d’oro, segondo l’usanza per il censo dii reame di Napoli. Soleva li anni passali l’ambasador dii re Cliristianissimo protestar et rechieder dal Pontefice che l’accolli senza prejudicìo del suo Re. Quest’anno non è stata falla tal solennità, anzi diceno che dove el Pontefice suole li altri anni acetarla senza suo prejudicìo, questo anno l’ha accclata senza la clausola (si credere di-gnis est). De molti pezzi di arazzi che ’I Pontefice fa far in Fiandra per fornire le camere et capella, finora ne sono siati portati Ire, di tanta perfedione et prelio, che vagliono cento ducali el brazo, nè si slimano cari. Anchora non si ha la nova de eletion de l’Im- 264 peratore. Spagnoli hanno el loro Re per eletto, né mai viene slapheta al loro ambasadore che non corino come pazzi per Roma, chi a tuore manza et chi a darla, et già tre fiale sono rimasti scornali ; et uno mezzo bufone dello Cicotlo affelionatissimo a l’imperio et re Catholico, due fiate à poslo fuori l’arma de esso re Catholico dipinta imperialmente,, et a suon di trombe et dato a bere a cui ha voluto; ma fin bora invano et senza guadagno. Di cui si ragiona una cosa da ridere, che non mi pare da lacere, che quando l’imperatore morto andò a Milano con lo exercilo, che francesi se relirorono con nostri in Milano, dovendo in quelli zorni el Papa ca-valchar per Roma ad uno loco, pel quale el passava per la casa di dello Cerotto, el tenne per molli zorni una aquila affamata, per voler far che, passado el Papa, la occidesse uno gaio; ma volse la fortuna che l’aquila era tanto extenuala et indebolita per la lunga farne, che ’1 gaio vinse ella, et la lassò in tera quasi per morta, con grandissimo riso dii Papa et de ognìuno, et grande suo scorno. Sono molli anni che ’I sepolcro di Augusto Cesare, posto tra il Teatro e la via Flaminia, si rovinò da preti et romani, sicome tulio el reslo de le venerande antiquitate per la avarilia et dapocaginedel nostro secolo; ma in questi zorni passali, el patrono de loro, eh’ è i! fradelo del cardeual Ursìno, si ha disposto a meterli l’ultima mano, et parliti li marmi, hanno pigliato a rumarlo. Solo la terra imposta se ha trovati li fondamenti, el apresso uno obelisco