54.°, MDXIX, ACOSTO. 544 ha scrilo al Papa per inlertenirlo, una bona lelera, e che’l re Glirislianissimo bara sguizarì coti lui. Scrive, 3 cantoni, quali fono comissarii dii signor Zuan Ja-conio a li qual ricomandono il marchese di Vegevenc, ha mandato a Milano per avere il testamento; quali sono questi, zoè nominali in dille letere, el ctiam a loro li lassa un cerio quid. A dì 10 si fa la monslra di le zenle italiane in Asie, et scrive con bande eie. contra il custume de farsi. Di Spagna, di sier Francesco Corner el ca-valier orator nostro, date a Barzelona, a dì 6 Lujo. Come erano zonle le lelere in questa note 3 hore avanti dì, di Eleclori, di la crealion dii re Calho-lico in re di Romani, elcclo el publieato in Franch-fort la vizilia di san Pielro, portate por uno secretano fiamengo, era li; et scriveno per uno degno per-sonuzo li manderano una altra lelera solo scrita per tutti li Eleclori, e li aviserano le solenilà doverà far. Unde lutti li grandi e signori erano de lì, andono a basar la man a quella Maestà, e il noiilio dii Papa e l’orator di Ànglia andono a congratularsi ; etìam esso Oralor nostro vi andoe. Soa Maestà disse, la Signoria si poi ben alegrar. Poi andono tulli insieme fuori di la terra a una chiesia di san Francesco di Observanti a udir messa ; dove compita, fu cantato il Te Deum laudantus. L’orator di pranza non è stalo, licet li fosse fato intender era aspelalo dal Re per più di una hora grossa; dii che di questo se ne parla assai. Poi sì alegrò etiam esso Orator nostro con monsignor di Chievers, qual li disse: t Vi ho da parlar pon più comodità ». Scrive si spazi il succes-sor, è oramai anni do è in tal Icgalione. Si dice il Re partirà per lutto Avoslo per Valenza, poi per lutto Octubrio starà in Granala per far le corte e meler governo a la Castiglia, e per Marzo passerà per mar in Fiandra, poi anderà in Germania. Li 1000 fanti fo dito far fu per mandarli a Minoridia. Par 36 fusle siano venute 4 lige lontan di qui per far aqua. Mandò il Re cavalli e fantarie per dubito non facessero danno etc. Scrìve, quando il Re intrò in la chiesia di san Francesco, il nonlio dii Papa se li fece avanti dicendoli cossi come lo Eterno Dio lo ha asumpto a tal dignità, cussi voy esser contra inimeos fidei cristianie, et provveder contra di lui; dii che fo molto laudato da tutli, etiam dal Re proprio. Di Hongaria, di sier Lorenzo Orio dotor orator nostro, date a Buda a dì 28 Zugno. Son letere vechie, si ha auto più fresche. Avisa il partir dii precessor zà 8 zorni per repalriar, e lo lauda assai; et scrive il tuor licentia dal Re, qual lo volse far cavalier, e lui non volse. Scrive, li ‘2000 turchesehi che veneno a uno castello preso per loro dito Dìe-zero mia 12 da Jaiza per fortificarlo, unde questi fono in Conscjo, et mandono do baili con 16 milia ducali per fornir et manleuir Jayza. Di lì è venuti assa’ subditi regii di la Croatia eie. et maxime li noncii dìi conte Zuan di Corbavia, dicendo aver auto grandissimi danni da turchi e si provedi, et uno suo cugnalo chiamato Malo di Schir-na à auto gran danno, menatoli via anime 600. Li oratori stali al Papa è ritornati. Ha referito il Papa averli dito, hessendo fato le trieve, non achade più socorso, ma achadendo darìa ajulo, et li ha fati cavalieri, et apresenlati ; i quali si laudano molto di la Signoria nostra di l’onor fatoli e bona risposta datoli. Scrive, di le trieve nulla si ha; pur il sanza-cho è a li confini di Alba convicina ben ; pur vedendo il Re che quel Bernabas, fo oralor al Turco, stalo tanto tempo non tornava, e l’orator dìi Turco andato più avanti, l’ha fato ritornar in loco sicuro. Dii ditto, di 30 dito. Come era venuto da luì uno nontio di domino Philippo More a dirli si avia aviso,quel domino Barnabas, oralor dii Re stalo assà retenuto dal Turco, era zonloseguro su le terre dii Re, con l’aviso il Signor turco aver zurale quelle e fino Ire zorni sarà lì a Buda. Unde lui Orator andò dal Cardinal Strigoniense, qual era ussilo dii Con-sejo, dove è siati tulli questi zorni, e li disse aver do cosse, una aspelala di’è il zonzer di questo orator Barnaba, l’altra inaspetata, aver di bon loco e certo il Turco esser stà roto da quelli dii Sophì e aver perso il Cayro; la qual nova è bona per la chrislia- 3)0* nità. Scrive, di la eleclione dii re di Romani nulla si ha; ma si tien sarà deferita per causa dii re Chri-slianissìmo, il qual niun de lì voi sia elccto. Zonlo sia quel Barnaba, vederà inquerir quello el riporla, e aviserà etc. Dii signor Tliodaro Triulzi obsequentissi-simo servitor, governador nostro, date a dì 2 a Verona, drizate al suo secretar io Zuan Piero di Grandis. Manda uno capitolo auto di Zenoa, di 27, qual scrive aver di Spagna, il Re haver falò gran triumphi, e per uno altro anno passerà in Germania, e come ha fato armata per Barbaria nave 80, galie 12, su la qual sarà da pedoni 12 milia el cavalli 800. Dii dito, date a dì 5. Scrive a la Signoria nostra da Verona, come ha ricevuto la nosìra lelera zercha solecitar quelle fabriche, e anderà a Brexa a veder quelle. Scrive, da lui non è manchatosolicilar lì rectori a compirla ; ma dicono li danari si conveniva mandar a Venecia per letere aule.