189 MDXIX, APRILE. 190 fu la proposition richiesta di averli di presente, ma in caso il Re fusse electo Re di romani la Signoria si offeria servir Soa Maestà di 100 inilia scudi, perchè al presente la Signoria non ha danari contadi come ha il Christianissimo re, et che qneslo era sta 104 * quello li richiese il Re poi electo e non avanti ; da la qual richiesta era nata la promessa di 100 milia scudi. Esso Zeneral disse: « L’è vero, ma qui de novo emergunt, de novo indigent auxìlio. 11 Re è su grande spexa ; ha bon credito, ma li bisogna danari, spende milioni di ducali ». Disse esso Orator, non scriveria mai questo a la Signoria si non con grande erubescenza. Scrive, dornan lui orator anderà a San Germano a trovar il Re et parlarli, e aviserà il lutto. 105 Fu posto, per li savii dii Consejo e Terra ferma, una lelera a sier Sebastian Juslinian el cavalier orator nostro in Anglia. Come non essendo posto il capitolo di esser judici di la diferentia era con la Cesarea Maestà, debi ratifichar la liga insieme con il suo suecessor, et hessendo per star assai a zonzer, fazi lui solo con manco cerimonie el possi, et se li manda il sinichà. Item, un’altra letera al prefato Orator, che poi uno altro zorno digi a quel Re e reverendissimo E-boracense che questo nostro intrar è da lenir secreto per amor dii Turco, per esser nui a li confini esposti a li primi lochi ; con altre parole ut in litteris. Et scriveno fazi tal oficio con il successor zonto el sia. Item, una altra letera a sier Antonio Surian do-tor et cavalier, va suo successor, continui il viazo acciò sia lì a far questo effetto. Item, una altra letera a l’Oralor nostro in Franza: comunichi al Re questo mandar a ratificar con la conditione che non li sia il capitolo come Soa Maestà ha ditto non vi esser, et se manda la copia di le letere si scrive in Anglia. Et par questa letera sia data a dì 15, in risposta di altre letere ne ha scrito esso Orator nostro, acciò non dichi non si risponde a la nuova richiesta l'ala. El sier Zorzi Emo el procurator andò in renga, et contradise: non è da inlricharsi e si metemo a una nova guera. Li rispose sier Polo Capelo el dotor, savio dii Consejo, era in setimana, d.cendo è bon siamo in liga et non soli etc. Poi io Mario Sanudo, è di la Zonta, dechiarando il caso, nui non senio li principali in la liga, ma è Franza e Anglia, e il Papa è nitrato, et Spagna per principali, et l’iinperador do-vea intrar, ma e morto, e nui senio chiamati da lutti do Re confederati et adherenti, come è slà cliiamà il re di Hongaria, il re di Scozia, il re di Portogallo, la egregia caxa di Medici, li Elvetii, il marchexe di Ferara, quel di Monferà e di Mantoa ; sichè non accade far questa ratification, persuadendo a non voler scriver aziò il Turco non vegni a sentir et far con-tra di nui etc. Feci lezer li capitoli di dila liga che è fata conira il Turcho, e le letere di Franza dii Re, disse a l’Orator nostro: « Vui sete nominali per Anglia e per nui a intrar, o no, fé’ quel vi piace, la nostra liga sta ferma. » Mi rispose sier Pandolfo Mo-rexini savio a Terra ferma, era in setimana, dicendo scrivesemo di Novembrio ringraliasse quella Maestà di Anglia di averne nominali, el hessendo sta fallo quello, bisogna far questa relitìchalione ; tamen è raxou falsa, tandem andò le parte: 7 non sincere, 47 di no, 125 di la parte, et fu presa, et fo comanda gran credenza. Poi sier Gasparo Malipiero, stato con sier Borio- 105 * lamio Contarmi in trivisana e basanese a veder con inzegneri di adaquar le campagne, andoe in renga, et referite quello ha visto. Disse come erano andati a Treviso e con cavali 28 computò Lorenzo Trivixan secretarlo, et inzegneri et 3 ciladini de privali con loro per la Comunità, i qual fono... Medola, Pyra-mo Ravagnan e Bortolo de Rinaldi, et andono a Pe-deruoba e visto il tutto referì di le aque, e porte e è fate justa la parte 1435, e la bocha bisogna sgran-dir, e narò quello adaqueria, e il modo e bisogna mudar le porte e far la bocha larga 14 piè. Disse andono do mia per terra lino a Unigo col passo in man, è pertege 800, e bisogna afondar do piè più, et l’aqua vegnirà ben et farà grandissimo frulo, benché li trevisani li fono contra dicendo la Signoria averli donalo l’aqua eie. el dii 1430 uno Perin inzegner la fese, poi 1463 seguì una parie e dii 1497 un’altra. Disse, quesli è campi 80 in 90 milia si adaquerà, per il che saria asaissimi animali, e per il sai saria molto utile a la Signoria nostra, poi per le carne non li bisogneria troppo mandar in Ilongaria per bestiame, poi per fomenti saria un altra Puja e la spesa co-sleria ducati 6 in 7 milia, ma a la Signoria costeria molto inanello. Poi disse fono al Covolo a veder l’aqua di la Brenta; ma niun voleva monstrarli, e sier Marco Morexini era con loro si afatichoe assai. Hor visto tutto, è gran dificultà a far venir l’aqua di là, ma più di solo dove è giara ; poi tornono a Nar-vesa, e disse dove si poiria trar l’aqua e far una bocha etc. Disse dii boscho Dezian, et narò quelle cose, e come 1000 pertege feva uno mio, et l’aqua vegni-ria ; e nomina il fiume dii Muson, facendo un ponte canal, e questa aqua è bastante adaquar 40 milia campi. Sopra questo disse molte cosse e opinion de inzegneri, quali li alditeno a Treviso, et che a certo