419 MDXIX, C(UGNO. 420 Di Hong aria, di sier Lorenzo Orio r. sicr Alvise Bon doctori, oratori nostri, date a Buda a dì 12 Zugno. Come esso sier Lorenzo zonse di lì a dì 5. Li vene conira lo episcopo di Nilria mandalo per il Re con bona summa di cavalli. A dì 9 andono a la presenti» dii Re, il quale è sta occupalo ancora per non esser ben risolta la dieia, et expose l’ambasala a lui commessa, congralulandose con Sua Maestà di ìa sua incolumità e di l’amor li portava questo Slado, el era venuto per star apresso Soa Maeslà. Li fece risponder per il reverendo Vespri-miense, qual è Gran canzelicr, verba prò verbis. Et lauda il suo precessor, qual è slà anni 3 in quella legalione, e ha bon nome dal Re e quelli signori. Li oratori dii Re vano al Signor turco è a li confini ; aspelano l’orator dii Re zonzi, qual ha juralo la Irieva col Signor turco e dia ripatriar. Item, è ritornato l’oralor di questo Re stalo in Polonia, et è slà mandato li noncii Ire a la dieia in Franehforl a nome di quesla Maestà, con questa comissione elezcr prima quesla Maestà, poi non possendo, il re di Polonia, et non possendo dagi il volo al re Calholico. Et cussi li dili Ire oralori sono parlili per Franch-forl; ma con condilion dar il voto al re Calholico s’il tuoi per moglie madama Anna sorella di questo Re, e non altramente; per il qual matrimonio è parlilo di qui ¡1 marchese di Brandiburg per andar a Fran-chol’ort da h prefati Eleclori eie. De ti diti, di 13. Come in quesla malina hanno visitato il Conle Palatino, conte di Temesvar noviter electo, dandoli le lelere di credenza, ale-grandosi di la sua crealion, dicendo al suo partir la Signoria non sapeva fusse sta creato, tamen sentendo harìa summo piacer: qual ringraliò assai la Signoria, offerendosi eie. Scrive, erano zonli lì a Buda li Ire oralori ungarici stali al Papa, quali si laudano molto di honori faloli per la Signoria nostra etc. Fo lelo una ¡etera di sier Zuan Corner podestà et capitanio di Buigo, di certo caso seguito di uno fo amazà cenando con uno altro a tradimento, ut in litteris. Et fo posto per li Consieri darli libertà di bandirli di terre e lochi e di Venetia, con taja vivi L. 1000 et morii 500, e li soi beni siano confiscali. Fu presa. Fu poi lelo, per Zuan Batista di Vieimi secretano, do letere di Pranza, di l’Orator nostro. Et comandà gran credenza per il Canzelier grando ; il sumario di le qual con tempo ne farò noia ; e poi per li Avogadori fo dalo sacramento a bancho a baneho. Fu poslo poi, per i Savii dii Consejo e Terra 23 ferma, atenlo dii 1518 Lujo fosse seri lo perla Signorìa nostra al Podestà di Brexa la expedition di alcuni merchadanli brexani, quali dicono dover aver da la comunità di Brexa per panni dati al lempo di spagnoli ducali 2000, et super inde è nasuto sen-tenlia per sicr Zuan Badoer dotor eteavalier, podestà di Brexa, et hessendo venuti oralori di la comunità di Brexa a dolersi di questo, unde aldìli in Colegio le parte con i loro avoebati, l’anderà parie: che la dila lelera sia revoehala, el cussi la dila sen-lentia anullata con Inlto quello è seguilo da poi, ut in parte; la copia di la qual forse noterò qui solo. El feci lezer la dila lelera, qual fu fata per sier Piero Capello, sier Stephano Contarmi, che è morto, sier Antonio Morexini, che è in Candia, et sier Piero Marzelo, è capitano a Verona Consieri, qual è justa, che rimette questi merchanti al Podestà di Brexa, qual per servatis servandis li fazi justicia. Et parendomi questa nova forma di lajar per parie una letera el una senlentia di uno rector, andai in renga, dicendo li ordini e oficio di Avogadori inlrometer la letera, poi si dia aldir la parte, e li Savii non poleno meter di lajar una senlentia falla per uno rector, e la terra è ordinala, e non si nielli quesle stampe, quali non è da quesla ben inslituila Repubhca ; nè dii merito parlai nulla, perchè non sapeva alcuna cossa, nè pur cognosceva le parte. Mi rispose sier Luca Trun savio dii Consejo, e narò la cossa, dicendo questi è gibclhni e dà panni ai nostri nemici, il Colegio li ha aldìli, li par sia cosse di Slado, e non che ’I dieba andar a la Quaranlia. Fo lon-go, disse assà cosse impertinente in favor di la parte. El Io Mariti Sanudo tornai suso a dir non parlava dii merito; ma si dovea aldir le parie come voi le leze, e si era cossa di Slado, la dovea lajar nel Consejo di X. Poi sier Zorzi Emo procuralor andò suso laudando quello havia dillo, e non si dovea parlar de gelplii e gibelini perchè lutti è boni servitori di questo Slado, et che, come Io havia ditto, è mala stampa: poi nel merito questi non ha torlo, è stà falò in visenlina et a Udene etc. E parlò contra la parte. Li rispose sier Andrea Griti procuralor, savio Consejo. Narò cose di brexani e dii territorio al lempo lui era Provedador in campo, et che si dovea tajar quesla senlenlia per non aprir la porla a bergamaschi e altri che è di tal natura creditori di la comunità, con molte parole e con gran autorità per la parte eie. Andò la parie: 14 non sincere, 37 di no, 133 di si, fo presa.