353 MDXIX, GIUGNO. 354 servitor, ma non voi sia Pranza, e che suo fratello el Marchese è pnzo, e come lui Magunlino voleva 200 esser col re Calholico, et che.......li disse il Papa voi lenir il suo esercito, el vi andava il Ma-guulino e Curzense come capi, quali sono per Spagna. Tamen il Papa dice lien non sarà guerra, perchè il re Gatholico li ha scrilo non voi romper gue-ra, el aver mandato a dir a’ sguizari non fazino mo-vesla. Cussi esso Re li ha scrito in risposta di soi brevi li scrisse, e che l’armata non si solecitava, el li scrive, sì ben el mandava fanti in reame, sariano quelli a obedienlia di Soa Santità. Poi disse etiam il re Chrislianissimo non voi guerra ; el quando el volesse per questa via, el re d’Anglia non ge ’1 comporteria. In Germania ancora non è zonli li danari dii Roy, solnm alcuni per dar le pension, ma Sa-mallò dice aver mandato scudi 400 milia; altri dicono 300 milia. Tamen questi ispani tien il suo Re babbi ad esser, e Pranza non haver si non il Marchesa. Item, è a visi di Zenoa, che 9 galle erano partile da Saona el zonle in Corsicha. Il Papa dice ha do galie el uno galion su le qual ha posto do basilischi, e dice sono ben in ordine. Scrive la creation, Venere in Concistorio, a legato in Toscana dii reverendissimo Medici. Item, Zanin di Medici parente dii Papa è zonto li a Roma. Voria favor dii Papa, ma il Papa subleverà si lien uno fiol naturai fo di Zulian, e quel dii ducha Lorenzo lo farà clerichar. A dì 25 fono fale in la Minerva le exequie al duca Lorenzo, come ho scrito di sopra. Item, scrive, in Concistorio fo dato l’arzivescoado di Milan a uno fiol dii ducha di Ferara, per renontia fatali dal Cardinal suo barba. Nola : di la morte dii signor Fracasso nulla scrive, solnm manda letere di Napoli e di Spagna. Di Napoli, di Hironimo Dedo secretarlo nostro, di 21 Mazo. Come, havendo auto lelere di l’Orator nostro di Spagna, dii zonzer di Tolmezo, fo a Santa Maria di la Grota, dove era il Viceré, conte di Cariati et domino Pietro di Marlines iìa-mengo, fato dii Consejo, quali erano a la marina, e scrive coloquii auti. Al qual Viceré si dolse de irup-tion si feva di privilegii nostri in Puja per uno Piero Massa mandalo de lì nonlio regio sopra conlrali usurarii, qual inquisilione disturbava la merchadantia a 200* nostri che non poteano aver i soi pagamenti contra la forma di privilegii. Disse il Re li faria provisione, e il conte di Cariati disse saria procurator nostro ozi in Consejo dove si proponeria la cosa, et che la lelera dii Re non polea star a zonzer. Item, scrive, da mar e da terra Napoli sta mal per fusle di mori, qual è sia a li Bagnoli, mia quatro de li, e fato danni I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XXVII. assai, et questa nocte venute a la Madalena mezzo mia lonlan di Napoli, e posto in terra eie. Sono numero 32, tra le qual 4 galle, e de lì non si fa provisione, imo le galle non osano ussir di porto di Napoli. Item, da terra, da Monte Corvino, come scrisse, quelli foraussili fanno assà mal, e le zentc li fo mandate contra con quel Perando, di loro fanti è slà morti assai ; poi lì in Napoli si fa la inquisitigli: per il che quelli capi si congregano e si doleno assai di questo con quelli signori dii Consejo. Da Milan, dii Caroldo secretarlo, di 30 Mazo. Come quel Piero Falcò con li pelegrini e Ja-como Stafer è parliti per venir a Venelia. Item, è venuto uno corier a Monsignor illustrissimo, di monsignor di Rovai, porla letere di 22, li ha diio hanno assa’ speranza sarà eleclo el re Chrislianissimo. Ha aulo salvoconduto del Coloniense, et andava a parlarli, e monslrava gran benivolentia al Re; sichè Lulrech spera a mezo Zugnosi sarà fuora. Et che monsignor l’Armirajo era con C00 cavali lì con el Zeneral di Beona et altri. Lulrech lien el Roy sarà eleclo; dice alenderà andar contro infedeli. Scrive, el cardenal Egidio è zonto lì a Milan. Lulrech 1’ ha visitato do volte: dice el re Catholico non romperà guera, e che non ha danari da farla. Li fanti è ben preparali per Napoli, ma Chievers là cussi per dar reputazion, et che poi morto el Gran maistro, si partì dito Cliie-vers da Monpelier per tornar in Spagna a Barzelona. Dito cardenal va a Pavia, e de lì per Po a Venecia. Scrive averli monstrà la letera di Orvai, scrive l’Ar-mirajo era a Consilmanlia; et che ’I Roy ha tre Eie-tori, dice el corier porlo le letere al qual lui Secretano parlò, videlicet il Marchese, conte Palatino e il .Treverense. Sperava aver il Coloniense al qual mon- 201 signor di Rovai andava. Il Magunlino non voleva per niun modo el Roy, ma ben Spagna, dicendo se suo fradelo lo vorà li anderà a brusar in caxa. Ma el duca di Saxonìa e il Constanliense voleno elezer quello li parerà el meglio per la crislianilà: dice darà favor al Roy, ma non voleno promeler; et che se lien Spagna non sarà mai; et il Re non potendo esser lui farà el Marchese, el qual ha auto a conto de le noze 50 mila scudi: e le noze è concluse di la cugnada dii Re madama Claudia. Item, manda esso Secretano una letera dii cardenal Egidio, va a San Stefano. Dii dito, a dì ultimo. Manda lelere aule di Franza. El cardenal Egidio è partito ozi per Pavia; è andato prima eri per Milan con Lulrech a veder la terra ; dice il re Catholico l’ha presentato, eie. Di Franza, di sier Antonio Justinian do- 23