349 MDX1X, GIUGNO. 350 una bastarda, quale sarano bone per ogni cosa, et per segurlà di quelli mari di corsari et per poter per esse galie avisar ogni occorentia. Item, scrivono aver di Barato di 4, hanno di Damasco, di 3, come el Gazelli havia recuperalo di mandi arabi bona parte di la caravana. Item, mandano letere aule dal Consolo nostro in Rodi Zorzi Zacharia, di 7 Aprii, et una altra di Jacomo di Campi. Di Rodi, dii Consolo prefato nostro, di 7 Aprii. Come era eri zonlo de li uno ambasador dii Signor turco con letere dii Gran Signor a quel reverendissimo Gran maislro, come voi far di novo la paxe insieme, el non voghi permetcr corsari fazino danni eie. 11 qual ancora non è sta expedito. IUm, la letera di quel Jacomo da Campi é scrita in con* sonanti». Di Spagna, di sier Francesco Corner el ca-valier orator nostro, date in Barzelona, a dì 8 Mazo. Come era venuto a lui uno dolor dii Con-sejo di justilia, deputalo judice insieme con lui orator sopra le marchie et ripresaje, il qual vene a dir l’ordine auto domai) principierano, et sarali a l’incontro domino Francesco da Tolmezo noslro, e sarano sopra la cosa di Artagiò; ma non sa come si poteremo defender: lui non è corsaro, ni mai ha fatto mal a noslri, el tamen sier Zacaria Loredan capitatilo di le galie bastarde lo mandò a fondi. Item, ha solicilà esso Orator con il reverendo degan del Bezanzon di aver la letera al Viceré di Napoli si trati de lì le ripresaje eie. Scrive, ha avisi di monsignor de Chievers zercha coloquii col Gran maislro, come sarano presto insieme. 11 He è andato do lige lontano a soi piaceri, tornerà presto. Il Gran maislro era indisposto, però il eoloquio non continua ; ma havia fato grande honor a Monpeliera mon-gnor di Chievers, mandatoli contra eie. Scrive dito Orator, il Cardinal Egidio legalo partì Zuoba de li; vien per venir a Venelia al suo capitolo, fu accompagnato fuora di la terra dal Re, li oratori et altri signori, Imbuto in don dal Re ducati 20U0 in contadi e protnisioii di uno vescoado primo vachanle, el il Re ge la manda drio quella promission perché in quella li fo data era certe parole caulolose e lui non la volse aceptar cussi, micie il Re la fece riformar. Dito Cardinal de lì ha falò boti oficio per la Signoria nostra in queste tratalion contra il Turco. Scrive, esser zonlo de lì a Barzelona cl Maranze capitanio era in Maran privato de lì per il Consejo di Jspurch, voria esser ritornato, con il qual è venuto uno Bo-sen da Udine fora nssilo, stato sempre in questa guerra in Maran; dice è boti il Re non manchi di for- liBcation e bona custodia di Maran, che al presente é mal costudilo. Dii dito, di 10. Scrive esser stato insieme con quel dolor e dato principio a la cossa di Artigiò, la qual per nui non si poi difender come dice il Tolmezo, voi ducati 9900 e cussi ha ripresaja; se poteva conzar con assa’ manclio, ma voi i danari contadi etc. Scrive, domino Chieregato, nonlio dii Papa restato lì, è stato da lui a dirli era venuta la risposta del Papa a le letere scrisse il Legalo, che il re Catholico si doleva Soa Santità favoriva il re Chri-stianissimo a la eteelion etc. E scrive, voi ajutar dito re Chrislianissimo si questo re Catholico non lassa il regno di Napoli, unde il Re, auto tal letera, li ha fato risposta al Papa che lui l’ha messo suso a tal eletione e tuo’ li usa questi termini, el dillo Re li dimandò la dexima dii clero per andar contra inti-deli, dopoge 1’ ha comessa con questo li danari siano in do chiave, una il Re, l’allra il Legalo, e li danari non si toy senza lieentia di esso Pontefice, e partilo dito Legato, ordinò esso nontio lenisse le chiave in 198* loco suo, non lo ha voluto per non discompiacer al Re; dubita perché ha il forzo di soi benelicii su quel dii Re, e ha scrito di questo al Papa. Scrive dii zon-‘zer de lì Àchiles Boromeo, uno tiol fo di domino Bertuzi Bagaroto et uno di Antonio da Tiene fora-ussiti nostri, venuti per aver modo dii viver loro. Scrive etiam è zonlo con loro uno zovene vicenlin di quelli da Bologna, bandito di Padoa el ter, e nostre. Dii dito, di 13. Come eri sera, per via di Fran-za ebbe letere nostre di 11 et 15 di Aprii, con avisi di Hongaria da esser comunichali al Re, el cussi exe-•quirà.Per l’altra, zercha la lelcra da esser mandata al Viceré a Napoli per le ripresaje e fazi raxon sum-maria a li noslri danizali. Il Re eri tornò de lì, sialo a soi piaceri, et ordinò il far di le corte, el cussi si andarà fazando. È letere di Monpelier, il Gran iriai-stro stava malissimo. Item, scrive é venuto de lì il suo amico di Navara, dal qual ha inteso quelli lochi si forlificha di comandamento regio làlo al ducha di Nazara viceré in dito regno, et scritoli per il Re vadi a star a Pampalona, qual stava due lige lontano, et vi meta 200 lanze a difension di dito regno di Navara, et ara 7000 fanti ordinali lutti con darli soldo, licet siano ublìgati servir il Re in ogni bisogno di quel regno. E il Re poteva averli senza stipendio. Item, ha mandato 500 piche et 1500 schiopeti. Di l’annata di Alicante e Cartagenia stano cussi non si partiva, ma li fanti é ordinati e tutto era in ponto. Item, scrive, hessendo stà expedilo l’orator va in