570 MDXIX, AGOSTO. 580 lomeo fo secretario dii padre, qual è li a Milan, e il duella di Ferrara ha scrito a Lulrech mal di lui per favorir la sorela marchesana di Manloa, e Lu-trech scrive a Ferara lo ajuti, perchè l’ha justifica to esser bon servilor dii re Christianissimo, el haver una patente dii Marchese defunto lo lauda dii so’ ben servir, etiam per il suo testamento lo benefica, et dice voi al tulio rehabbi el suo per amor, o pro-vederi etc. Di Franza, dii Jusdnian orator nostro, date a Melun, a dì 10. Come, a dì (i, ricevete nostre di 21 Lujo col Señalo, unde in leticha si fe’ portar dal Re, qual era lige 10 de li a uno loco chiamalo .....Et sopra questo solicita il mandar dii succesor. È impotente non poi esercitarci etc. Il Re era al fin dii disnar ; qual subito compilo si levò, inteso havia teiere de imporlantia di parlarli, e lo tirò a una finestra brancandolo per la mano. E 1’ 0-rator li parlò dicendo la conlinenlia di la lelera e di la bona mente di la Signoria nostra in perseverar 1’alianza eie. Soa Maeslà aldìte tullo atentamente, poi disse era certissimo di l'amor di la Signoria verso dì lui, volesse continuar. Et laudò scriver al Papa mandi la corona al dito novo re di Romani etc. dicendo averlo fato e farà sempre volendo interte-nir ¡1 Papa; el che ’1 sperava le cosse sariano paci-lìce, e questo Re novo vorà star ben con li principi cristiani ; tamen che voi lenirlo in spesa, el in caso el volesse venir in Italia e farli guerra, faria romperli in Spagna, e in Fiandra al ducha di Geler, et lui Re in persona venir in Italia. Et voi teñirlo in questo mezo su spesa, videlicet far molion in Germania per il ducha di Lucemburg, et a Tornai voi mandar 400 lanze a la guarnison per darli suspeto. Esso Orator scrive, averli dito laudava Soa Maestà a voler la pace, e questo mandar a Tornai potria esser causa di principio di guerra. Soa Maestà disse: cc non per far guerra, per mia fe! » et elio ’1 voi * star otioso. Scrive come Soa Maestà montava a cavalo e andava a caze. El lui Orator andò per parlar a Madama per comunicarli dite Iriere, la qual era in camera con la Raina, qual è varila dii fluxo, e li fe’ dir per il Bastardo di Savoja, che l’usava questa con-fidentia con lui, che ’1 pregava tornasse poi doman che li parlerà. Scrive, manda letere di l’Oralor nostro in Spagna, qual tia lede, et visto quello scrive zereha el mandar di deputati a Verona, unde domandò a Rubertet se nulla li era slà scripto al re Christianissimo di questo. Rispose nulla, e lien perchè l’Orator Ispano è a questa corta, et era indisposto, et zà alcuni dì non è stato a la corte. 11 qual Ru- bertel ha ordine dii Re di far la lelera al suo orator, è qui, vadi a Verona; e cussi la farà e la manderà. Di Spagna, dii Corner orator nostro, date a Barzelona, a dì 27 Luio. Come, a dì 25 ricevete nostre di primo, con una lelera al Re in risposta di quella scrisse per il conte Hironimo Nogarola. Andò da monsignor di Chievers, li comunichoe quanto l’havia, domandando parlar al Re. Soa ex-celentia disse Soa Maestà era stracha per ¡1 jocho di cane fato el dì di San Jacomo, ch’è gran feste de lì, et poi doman da malina li faria dar audientia. Et quanto al mandar a Verona, disse il Re è disposto servar quanto ha dito, licet fusse avanti la soa crea-tion; però voi haver bona amicilia con quella Signoria, el per questa sua exaltatione non voi mutar opinione licet li sia acresuto mazor polenti;), dicendo, è bon quella Signoria stii ben con questo Re, perchè la circonvicina molto con lui, e che persuadeva la Signoria a continuar in la trieva, che poi dii resto si a faterà per zornata. Esso Orator ringratiò soa signoria- eie. Et cussi la malina andoe da Soa Maeslà. Era con dillo Chievers, el Gran canzelier et lo episcopo di Bajadosa. Et lui Orator expose la conti -nentia de le letere, et dete la letera di la Signoria, dicendo era stà fata avanti si sapesse la sua creation. Questo fece perchè li altri oratori si hanno alegrato per letere hanno auto da’ soi signori, overo apresentato letere di essi signori, et il nontio dii Papa, è lì, ave per avanti uno breve che si alegrava il Papa 334 con Soa Maestà di tal eletione. Et cussi il Gran canzelier tolse la letera in man, e aperta, visto era di primo Lujo, disse il tempo non capiva si sapesse la sua eletione. Qual leta, esso Orator persuase il mandar li deputati a Verona, dove si haveria ultima le dìferentie restale con la Cesarea Maestà defunta. Et compita, fo mandato da parte, e consigliato la risposta per bon spazio. Poi il Gran canzelier il rispose nomino regio, dicendo la Cesarea Maeslà desiderava tranquilità et pace, come dia far cadami principe, et però voleva pace con la Signoria nostra, el havia de-putà uno dii Consejo di Ispureh venisse a Verona a esser insieme et ultimar le diflerenlie, et manderìa le instruzion per uno Antonio... di Pordenon secreta rio de itinere, qual anderia come nontio di foraussiti, dicendo, il Re pregava la Signoria volesse a soa com-piacenlia restituir il suo al conte Hironimo Nogarola, e non melerlo con li altri, e far più rispeto di lui che di altri, perchè lo merita etc., dicendo lo poi meler nel numero di veronesi, licet sia vicentino eie. Poi esso Oralor pregò Soa Maestà a la ultimation de le ripresaje eie. Chievers disse saria bon trovar qual-