283 MDXIX, MAGGIO. 284 elccto etc. Ha ricevuto Iclere nostre zercha li sgui-zari, et ditnli quanto la Signoria scrive. Dicono aver la fede, di Vicoaro non erano con spagnoli. Dii dito, di 5. Come, in quella rnatina era venuto nova di la morte a Fiorenza dii ducha Lorenzo di Urbino, unde lui Orator fo a palazo. Trovò il Papa nel pozuol apuzado, qual stava mollo mesto. Esso Orator si dolse con Soa Santità da parte di la Signoria nostra. Quella rispose era morto un bon servitor di questo Excelenlissimo Stato, dicendo li medici non hanno inteso il suo mal. Sichè di la caxa di Medici, non è resta alcun legittimo, dico di questi dii Papa, solum uno fiol naturai dii qu. magnifico Juliano. Poi introno su cose di Germania. Soa Santità disse non havia nulla; ma li oratori ispani hanno letere dii Cardinal Curzense, che sperava di ben per il re Catholico; e che erano letere di Mi-lan di monsignor di Lulrech, zercha le diferentie dii Cardinal Sedunense con il Soprasaxo. Item scrive, li oratori ungarici non hanno auto alcuna cosa zerca 162* il suo He aver jurato le trieve col Signor turco; et presto sarano expedili dal Papa con prometerli favor, senza darli alcun socorso, ma sarano fati cavalieri. Scrive, come il Luni in chiesia di san Pietro fu cano-nizalo il bia’ Francesco di Paula. 11 Papa disse la messa, e fo un lungo olicio, e si andò a disnar a ore 19 in 20. Item, ha mandato ducali ... al secretano Dedo. Item, il breve di l’absolution di sier Anzolo Trivixan, non è expedilo'. Nota. In camino, il Cardinal Medici intese la nova di la morte dii duca Lorenzo suo cuxin. Da Napoli, di sier Hironimo Dedo secretano, di primo. Come, hessendo indisposto, inteso erano venute lelere di la corte, mandò dal conte di Chariati a saper si erano zonte le lelere aspetavano. Rispose di no, ma non poteva star mollo a zonzer, per aver replicato il Viceré le lelere. Scrive, aver fato far certo inventario di robe tolte in la regia camera di raxon di heriedi di sier Stefano Con tari ni per il suo procurator Lavezuol, qual è stà ben falò averlo. Scrive, in quelli mari è molle fuste di mori, e li zen-tilhomeni e baroni sono a Pozuol, fanno star barche a guardia fuora. Le 9 galie di questo regno, è in Sardegna, dubitano venir qui. El signor Prospero Colona fin 8 zorni partirà per la corte. Ha inteso, olirà quello scrisse, va etiam per aver la protetion dii stato di Piombili dal re Catholico, perchè il fiol ha una parente dii Papa per moglie. Scrive, il Tolmezo parli, lassò procurator in loco suo Bernardo Marconi; è bon la Signoria ratifichi. Item, voria la copia over transcrilion dii salvoconduto ha falò il Re, qual mandò per avanti, per lassarlo al Consolo nostro de lì. Da Milan, dii Caroldo secretano nostro, date in Gambalò, a dì 6. Come, montando a cavalo a Milan per vegnir con monsignor illustrissimo di Lulrech de lì, ave letere di Pranza, qual mandò, et lelere di la Signoria nostra a lui zercha far caval-cliar le zente, ut in litteris. Scrive, Lulrech è venuto lì per esser a parlamento col governador di Zenoa, qual ha mandato a dir vegnirà. Scrive, il Ze-neral di Milan e monsignor di Terbe averli dito, che Monsignor illustrissimo ha scrito al Re laudando le provision ha fato la Signoria, et come si voi servir di 6000 fanti di Savoja, di quelli il Ducha teniva in zenevese, el li ha scrito li inlerlegni. Item, li 4000 filili per il conte Piero Navaro in Provenza. Tamen ancora non è stà dato danari ad alcun capo; ma ben hanno falò le bandiere di zendado e sonano tamburli. Scrive, monsignor di Telegni averli dito lauda quello ha fato la Signoria in far cavalchar le zente, siconie l’è ubbligala, perchè non li mancha mali homeni, eie. Et parlando con lui zercha questa elelion dii Re di romani, disse : « Mal si poi intender questi alemani ; sono cautolosi, meteno mille articoli » dicendo saria meglio per li principi chrisliani fusse eleclo il re Christianissimo. El come ha diio Monsignor illustrissimo, il Re ha 4 voce. E Soa Excelenlia a Milan ha falò relenir uno dicea a Re di romani saria eleclo don Ferando, perchè, chi li voi far a piacer dichi il suo Re sarà eleto, e hanno dispiacer questi che non li seconda. Scrive, è zonto de lì domino Pompeo da Caslion sialo dal Governador nostro a Verona. Riporta la deliberation di la Signoria nostra di mandar alozar a li confini Malatesta Bajon et Zuan Paulo Manfron in bergamasca, el in brexana il contili da Martinengo e Piero di Longena, et in cremascha Zuan di Saxadello, item, per fanti il Cagnol a Bergamo, e Jacomino di Vallrompia in brexana. Per il che, Monsignor ha voluto in nota quelli capi, et è resta satisfato. E il Governador ha scrito, lauda non si fazi fanti in veronese nè in lochi confina col conta di Tiruol per non iritar sguizari; e cussi sente Lulrech. Eri è zonlo uno di Lugau. Dice sguizari non fanno alcuna molion di arme, imo si doleno di le voce si dice. Item, il Governador à mandato avisi di Germania : è in favor di Spagna chi scrive. Dii dito, di 10, date in Vegevene. Come Lulrech è venuto de lì. E manda letere di l’Orator nostro in Pranza. Dice, monsignor di Terbe averli dito, li cantoni di sguizari aversi mandato a doler, e scrito a Lulrech dolendosi vien imposti voler romper al