57 J1DX1X, NOVEMBRE. 58 ltem, sopra il processo di alcuni frali di 15rexa incoipadi di morie di quel frale amazouo, benemerito dii Slado ; el non fo falò altro. ltem, sopra li eonlrabandieri dii conlrabando grande. E atento è chiama -i e non si ha presenta, fu preso dar 8 zorni di termine a li altri et poi ex-pedirli tutti ; ma si dice di primi di Colcgio à parte in tal contrabando. 29 * In questo zorno, vedendo la Signoria che il zor-no di Santo Theodoro, che fu protector primo di questa cita, il cui corpo è a San Salvador, e si vede da alcuni anni in qua non si celebra, e le botege si lien averte, feno far publico proclama, che justa la parte alias presa, et in pena, ut in ea, si vardi tal zorno, et non si averzi le botege solo pena di lire 25 e altro et in pania excomunicationis; la qual il reverendissimo Patriarcha nostro ordinoe. A dì 9, fo Santo Theodoro, et fo celebrato come el dì de San Marco. La matina in Golegio non vene il Principe, ma sta bene et è levato. Vene eri sera sier Alvise Dolphin patron di la nave di pelegrini, qual è rimasta a Parenzo, el eti.am tulli i pelegrini è zonti ; ma sier Stephano Tiepolo qu. sier Polo e sier Beneto di Prioli qu. sier Piero, stati pelegrini, non è zonti ancora, i quali montono in barcha a Curzola. Dice, lui è stato con la barcha l’ó venuto et altre barche 5 zorni a Humago per tempo cativo e fortuna era in Quarner. Referisse esser morto do capi sguizari in nave venendo in qua : domino Piero Golfi provisionalo dii Christia-riissimo re di scudi 400 a l’anno, et uno domino Marchio etiam provisionalo dii Re predilo; il qual domino Piero fo sepulto honorifice a Rhodi. Disse, quelli poloni erano passali di Rhodi abati anderiano a Roma, poi in questa terra. Disse esser stato con li pelegrini al Santo Sepurchio, e che sguizari dete-no, per nome di altri cantoni, scudi 300 a quelli frali per elemosina, e cussi li altri pelegrini, ita che ha-veano dà ducati 800 di elemosina; ma dilli frali li danno el viti a tulli i pellegrini, e una boia costa ducati 60. Fanno 3 pasti solimi a’ pelegrini; quando si zonze; quando si torna dal fiume Zordan, e nel partir. Danno a tutti uno tapedo e uno cussin per uno. Dice, il Gazeli signor di Damasco ha grande ubedientia, et è quello mele questi signori per sii lochi, a Roma etc. Dice esser stato a Famagosta, la qual terra si fabricha et è inexpugnabile, più forte che Rhodi, ma ben li soldati tristi e malcontenti. Disse come, per i gran caldi, venendo li pelegrini di Jerusalem al Zaffo, erano morti tre di loro; e che ’1 paese ^ mollo pacifico, e vien falò bona compagnia a’ chrisliani. È stato nel viazo in tulio mexi .... e zorni ... ; bavia zercha 100 pelegrini. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria che dete audientia da per se, e li Savii si reduseno a consultar separatamente. Et vene le (ere di le poste, zoè di Milan, dii secretano Caroldo di Vegcvano ; e di Pranza, di V Orator nostro, da Ambosa, a dì 25 et 28; e di Verona, di sier Francesco da cha’ da Pcxaro, di cri. Come bavia il zonzer di uno agente cesareo a Treviso, et aspectava domino Andrea Dal Borgo deputato da la Cesarea et Cato-lica Maestà, qual era restato di zonzer per le grande aque non havia potuto passar; e subito zonlo, passeriano di longo a Verona. Ilavia auto il salvo-conduto eie. Nota. In questa note’zonseno sier Stefano Tiepolo e sier Beneto di Prioli sopra seri ti stati in pe-regrinngio in Jerusalem ; sichè sani è zonti. Noto, Vene a star in Procuralia sier Hironimo 30 Justinian el procuralor, in la Procuralia in la qual ha fabricato poi la morte di sier Francesco Foscari suocolega assa’ danaro in dila caxa, e non è compita ancora, e do altre procuratie è vuode, videli-cet quella toeha a sier Antonio Grimani et quella a sier Zorzi Corner el cavalier, i quali stanno in le loro caxe, et quelle stanno vuode. A dì IO. La malina, fo le ter e di FLongaria ; di solo dirò il sumario. Da poi disnar, fo Pregadi ; non fu il Principe, perchè ancora non è venuto in Colegio. Vi fu sier Antonio Trun el procurator, che di raro vien, et fono prima lede le infrascripte letere. Di Pranza, di sier Antonio Justinian dotor, orator nostro, date in Ambosa a dì 25 et 28. Scrive coloquii auti con la Christianissima Maiestà, qual in materia di la liga si (rata, ha remandato li capitoli a Roma conzi come voi il Papa, et con l’au-dilion a parte eie.; ut in litteris ; sichè tien si concluderà, el prega sia tenuto secrelissima, perché pochissimi in Pranza sanno quello si Irata. ltem, come era stà parlato, nel partir dii reverendissimo Legato Sanla Maria in Portico per ritornar a Roma, facesse la via per terra di sguizari, dove à cerio beneficio, monstrando visitar quello, et saria con li cantoni per tirar quelli in la liga nostra ; tamen che soa signoria ha dito non li par far questo, per non esser di honor di la Sede aposlolicha che uno Cardinal vadi a’ sguizari, poi si daria che dir a tutto il mondo, e meglio saria mandarvi uno suo secretario. Scrive altre particularità etc. Di Milan, dii secretario Caroldo, date a