C43 mdxx, GIUGNO. G44 Etiam fo lele Ietere di Franta, di 7, 8 et 10, dii Governador generai, qual li manda uno è in la corte di Franza, molto copiose, di queste visite et abocliamenti di reali. Fo scrito, per Colegio, a sier Domenego Capello provedador di l’armada, expedimo sier Alexandro (lontanili e sier Vicenzo Zanfani soracomiti ben interzati di liomeni di terraferma, però, zonti i sieno a lui, meli su dite galie di homeni pratici dalmatini di le altre galie almen sia uno homo per mancho per ¡ostruir, li altri e tuor di quelli di terraferma e me-ter su quelle galie li sarà stà tolti diti liomeni. Da poi disnar fo Consejo di X con Zonla. Fu posto, la terza volta, la gralia di sier Hironimo Codio qu. sier Antonio, fo podestà a Buie, che ’1 pagi il suo debilo di le 30 et 40 per 100 di Monte novissimo; e fu presa. Fu posto la gralia di sier Alvise da Ponte di sier Antonio, debitor di le 30 et 40 per 100 di Avo-cliato, di pagar, ut supra ; et fu presa. Fu posto che nuove Avochati, quali exercitano l’officio per il tempo i stanno, etiam• li sia leva la tansa ; sichè nulla pagino, com’ è stà preso in (ìran Consejo far di eleli di novo. Fu preso, che uno citadin di Padoa, Zuan Bap-tisla Zacharolo dolor, slava in questa terra, possi andar sili padoan ma non in Padua, ut in parte, e star al so’ piacer. In questo zorno, a ore 21, fo un grandissimo lemporal di venlo e pioza, e la nave di sier Benelo di Prioli qu. sier Francesco si riballò; qual era a la riva a Santo Antonio. Itevi, la saieta dete al campami di Santa Maria di la Carità, schienzò un podio, ma non fe’ altro danno; fo vista darete. In questa malina, l’orator dii ducha di Ferrara domino Jacomo Thebaldo, vene in Colegio, tolse licenza di andar a Ferrara per alcuni zorni per veder le sue cose, e il Ducha go l’avia data. Il Principe lo charezoe. In questo zorno, da poi disnar, in Quaranta criminal fo principialo il caso di provar uno da clià Grimani nobele, qual à deposilà ducati 500 a l’A-vogaria justa la leze; et li Avogadori à fato il processo e voleno provarlo. È di anni 36, chiamalo Nicolò Grimani qu. sier Grimaldo, fio solo, rico de intrada ducati 600 a l’anno in veronese. Fo expedito letere a Roma con li sumarii di Costantinopoli, dii restar di l’armata. Comunichi al Papa. Fo scrilo, per Colegio, a li redori di Zara, de-bano coHsignar a li noncii di Yeia la fusta de lì, fo dii signor Francesco Maria olivi duca di Urbin, comprata per la Signoria nostra, perchè si liano oferto averli bona cura et operarla a li bisogni nostri. Fo scrito a sier Sebastian Moro, va provedador zeneral a Corfù, con mandarli certe supliehalion di li episcopi grechi, over sopra di la Zefalonia et Zante, perchè lo episcopo latino di dilli lochi voi tuor da essi certe regalie. Debbi veder etc. In. questa matina, acordà in Colegio uno debilo di Damian di Tarsia di ducali 500 li fo presladi per li Avogadori e decimi, trovato che ’1 pagi tra anni 7 a ducati 71 a l’annodila so’ provision in la camera di Cao d’Istria, e quel Camerlengo li mandi ogni anno a l’Arsenal: 18, 2, 0. Exenipluvi. 3 Copia di una 1etera di Franga, data ad Ardre a dì 7 Zugno 1520, scrive lo abochamento di la Christianissima Maiestà con il Serenissimo re di Anglia. Roggi septimo di Zugno, cum il nome di Dio fu fato lo abochamento fra questo re Christianissimo et quello de Anglia ; et la matina vene a questa Ma-jestà excellentissima il reverendissimo Cardinal E-boracense, il qual siete a disnar cum lei. De le vivande non ne farò altra particolar mentione; basta saper che furono lautissime et in quantità. Il da po’ disnar se parti sua reverendissima signoria accompagnala per bon spatio da monsignor Armiraglio, monsignor Gran maistro et il maraschal de Saligliou. A le 22 bore in zerclia, fu dalo loco a dui pezi de artegliaria per dar segno al Serenissimo re de In galtera che questa Majeslà in quel hora montava a cavallo, et cussi fece; et per quella Majeslà a l’incontro fu tiralo un altro colpo de artigliarla. Era qtie-sla Majeslà Christianissima sopra uno bellissimo cavallo morello fornito de alcuni recami cum perle, che faceva un bel vedere. Lei veramente era in sa-lion de richissimo drapo d’oro, et havea atorno una sbergna del medesimo drapo d’oro; il ztippone era nehamato et stralagliato, che era de una ex (re ma valuta, et nel pedo haveva alcuni belli et richi zogielli, et cussi sopra la bareta, che era di veludo nero a costa, che mai vidi Sua Maeslà tanto bella quanto alora. Precedevano Sua Maestà le trombete da hataglia, li pifl'ari et corneti, che l’uno da poi l’allro sonavano; poi sequitava gran numero deli zentilhomeni de la camera et guardaroba vestili