629 MDXX, GHIGNO. 630 chamento col re d’Ingaltera, eh’è lige . . . lontan de li, et cussi si mete a camino eie. Fo scrito, per Colegio, a Nicolò Barbaro capitarne dii lago di Garda, zoè a li reelori di Verona, fazi che ’1 buti una fusla in aqua per andar per il lago per esercitar li homeni a la marinareza, et alendi a custodia dii lago che non si fazi contrabando, e var-di non si inferissa danno a’ nostri, nè a’ subdili di la Cesarea Majestà. Item, per una altra letera scrila a’ diti rectori, è alcuni scelesti di la Riviera di Salò à feriti et morti homeni di le barche dii dito Capilanio dii lago ; de-bano far inquisitiou. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta per trovar danari. Fu poslo una gratia di sier Agustin Emo qu. sier Gabriel, pagar el suo debito di Zudexe di fore-slier di le 30 et 40 per 100 di zereha ducati 60 di danari dii Monte Novissimo in tre page, ut in parte. Era debitor di ducati 120. Item, feno gralia a sier Gasparo Tiepolo di sier Donado, debitor di le 30 et 40 per 100, di pagar, ut supra, di Monte Novissimo. Item, fu preso di pagar Monte Novissimo questo Avosto, e si fazi il prò’ etc., videlicet nel Marzo passato. Item, sier Hironimo Codio qu. sier Aulonio, fo podestà a Brexa, debitor, ut supra, fo messa la parte e non fu presa di una balota. Et Irovono danari per il bisogno di l’armar el di PArsenal per la galia ducati 40 milia, si tanto bisognerà, videlicet ubligar tre deposili dii sai, eh’è libero, e danari di le angarie si melerà a la restitu-lion di ducati 16 milia di T impresiedo et 26 milia dii Monte Nuovo, dei qual par volgino dar 18 milia al Capitanio zeneral di portar con lui in armada. Fu preso che li ducati 300 di l’acordo di l’aba-tia di Arbe, che se li die dar al reverendo don Pe-Iro Bembo per la reuontia di la dita abalia a li Procuratori di San Marco, se li dagi ogni anno di la cassa dii Consejo di X. Da Constantinopoli, vene letere di sier Thomà Contarmi baylo nostro, di 18 el 25 Mazo, per la via di Ragusi, per homo spazato aposta. Scrive come el Signor, di l’armata qual era in ordene per ussir, havia licentiato le zurme di lochi più vicini per zorni 25, con questo i stesseno in ordene a ogni comandamento suo; si dice per qualche motion di sopra con inlelligenlia di alcuni in la So-ria. Sichè per questo anno si tien l’armata non ussirà, che mandava a l’impresa di Rodi. Scrive che a dì 18 el Signor chiamò li bassa e questi soi dolori e chadìlascheri di la fede, dicendoli che l’impresa di Rodi havia inteso saria molto diflicile, et quella di la Puja saria il tempo non bastava a mandar l’armada, et conira veniliani l’havia bona paxe jurata di man- 365 lenir, e che saria mal romper el juramenlo ; et che quelli chadì li risposeno clic per agutnenlar la sua fede non era mal a romper il juramento, ni peccalo alcuno, et queslo volevano mostrar per lutti i libri dì la sua leze. Per le qual parole el Signor ordinò li homeni montasse in galia e tulta l’armata fusse preparata. Scrive die, volendo ussir l’armada, non polrà al più tino a mezo Zugno. Item scrive, liaver auto il uapamondo, qual l’ha dato a Alibeì drago man. Ha ’uto grande a piacer, l’ha mostrato al Signor lurcho e falò scriver lutti li nomi di le terre e lochi sopra dito napamondoin turchesco eie. Scrive se li provedi di danari ; non ha modo di spazar le letere. Di Ragusi, fo letere di Jacomo di Zulian, di 11 di questo. Come mandava le dite letere dii Baylo, et che era zonto etiam uno homo vien di Costantinopoli, mandalo da li ambasadorì di Ragusi sono de lì, chiamalo in le letere amico di esso Giacomo, è persona discreta, qual ha dito a la Signoria di Ragusi da parie di ambasador, che l’armata non ussirà per queslo anno ; e si l’uscirà, sarà pocha quantità; e questo perchè il Sophì lo preme. Di Franza, fo letere di sier Antonio Justi-nian dotor, orator nostro, date a Liches, lige 3, le altre di 4. Come il Christianissimo re era stato in vari coloquii col Cardinal Eboracense questi /.orni, il qual Cardenal si ha oferto conzar le differen-lie di Soa Majeslà con la Cesarea Majestà. Scrive, a dì.. si doveano salutar e trovarse ambedò Majestà’ insieme, jusla li capitoli faeti. Di sier Antonio Surian dotor et cavalier, orator nostro, date a Cales a dì 4. Come il Re era passato dì qui con la Serenissima Regina et so-rela, el nel passar esso Oralor ave fortuna, poco manchoe nou si anegasse, ut in litteris. Scrive li successi di la Cesarea Majestà con quel Serenissimo Re, feste et bancheti fati ; et che tra li altri fu uno banchetto fato a di ... a Conturbàri, che durò di sera fino dì etc. Et di Iratamenti e coloquii hanno fato insieme è stati secretissimi e non se intende; la copia di la qual lelera noterò qui avanti. Fo scrito eri, per Colegio, a sier Vicenzo Trun retor e provedador di Cataro, in risposta di sue di 26 Zugno, dii terremoto sequito de lì, et che le mure si ha resentito, sì de la terra come dii caslelo,