151 MDXX, GENNAIO. 152 di Aden, che de facili non sarà venuto rtavilii a Mel-zidem: che Iddio non lo voglia. Ulterius intendemo da le presente letere, el signor de Alzeden era fuzito con grande suraa de danari che si atrovava del Signor turco per dreti di molto tempo che no« à mandalo al Chajaro, el à tolto G navilii in sua compa-81 gnia con gran parte de l’arlelaria che era de l’ar-mada del sullan Gauri, che par el lutto vadi a un caroino a la ruina di questo paese; che se Io eterno Iddio non vi provede, penso le spezie vera di Ponente in Levante. L’è azonto ancora in Altor la muda de Zidem con pochissime spezie, quale ancora non sono zonte al Chayro ; quando che pieno intenderemo il particulare, ne sarete avisato. 82° Dii mexe di Zener 1519. A dì primo, Domenega. Justa el solilo la Signoria andono in chiexia a messa, vicedoxe sier Andrea Foscarini, con li oratori, ma quelli do dii Papa è zà parliti per Poiana, et quelli do di sgui-zari partili per Roma. Introno Gai dii Consejo di X: sier Nicolò Trivixan qu. sier Gabriel, sier Zuan Venier e sier Lazaro Mocenigo ; il Trivixan e Mo-zenigo non è più siati. Da pui disnar, lo Gran Consejo. Falò eletion dii Consejo di X, niun passoe, ni Podestà a Este, ni Thesorier in la Pairia di Friul, ni dii Consejo di Pre-gadi. Et vene a Consejo domino Zuan Batista di Ma-latesti orator dii marchese di Mantoa, qual senio apresso sier Francesco Foscari vicedoxe. Vene etiam a Consejo el marchese di la Tarulla yspano, fo pa ■ rente dii re di Spagna morto, qual è stato in Je-rusalem, ha intrada ducati 30 milia, et sentoe appresso di Cai di X con sier Marco Antonio Dandolo qu. sier Zuane, col qual è stato in peregri-nazo al Zaffo, lui Patron di nave. Di Verona, fo letere di sier Francesco da cha’ da Pexaro orator nostro. Come desiderava si expedisse il dar i danari e haver la nostra risposta per poter principiar a tralar etc. Introno ozi Savii nuovi: sier Lunardo Mocenigo dii Consejo, et sier Pandolfo Morexini e sier Piero da cha’ da Pexaro di Terra ferma. A dì 2. La matina, non fo alcuna letera da conio. Et havendo el Prineipe con la Signoria mandalo per sier Antonio Trun procurator, rimasto savio dii Consejo, per saper si ’I voleva intrar o non, per poter far in loco suo, dito sier Antonio vene (1) La carta 81 * è bianca. e disse al Principe che ’1 vedeva molto la terra de-sregolada, nè si poteva far justilia per paura de broio ; però voleva alender a l’anima come à fato questo tempo. El Principe e altri di Colejo lo persuase a intrar e non voler aver alcun rispeto etc.; et cussi inlroe, stele un poco, poi si levò per andar a Rialto da li colega Procuratori a vender pos-session dii Polesene. Aduncha il terzo savio che manca, sier Zorzi Corner el cavalier procurator, per esser suo colega, et sier Luca Trun per cazarsi non potrano esser elecli, eh’ è di primi senatori di la Republica nostra. • Da poi disnar, fo Colegio di Savii ad consu-lendum. Di Roma, fo letere di sier Marco Minio orator nostro, di 27 et 28. Di Napoli, di Hironimo Dedo secretarlo, dì 17, qual manda uno aviso de le cose de India aulo di Sibilia; la copia sarà qui avanti posta; et in conformità di quello si ave. Di Spagna, di l’ Orator nostro, come ho notà in l’altro mexe. Di Spagna etiam fo letere di sier Francesco Corner el cavalier, orator nostro, date a Bar-selona, di 11 Dezembrio; il sumario di tutte scriverò di sotto poi le babbi viste, over sarano lele in Pregadi. A dì 3. La malina, in Colegio fo leto le lelere 82 * venule eri sera, et fo ordenato far Pregadi per far li do Savii manchava, et expedir la parte di l’Arsenal e altre parte. Da poi disnar aduncha, fo Pregadi et lelo queste lelere : Di Roma, di V Orator nostro, di 27 et 28. Come le turbalion di le cosse di la Marcha di Fabriano, qual quele parte erano sussitate contra il go-vernador posto per il Legato di la Marcha, per il che il Papa feva far fanti lì in Roma, et dava molestia a Soa Santità, par siano aquietale eie. Item, manda letere di l’Orator nostro in Spagna. Poi, per quella di 28, scrive, come per soe ultime scrisse, fo per parlar al Papa, qual per esservi P orator yspano li disse li parleria una altra fiata. Et cussi quel zorno fo da Soa Santità, e parlando in materia di la liga, dicendo esso Oralor: « Pater Sancte, se dice che Vostra Beatitudine à acordato con la Cesarea Maje-stà ». Rispose: « Non è vero, ma li haverno mandato alcune richieste, e lui a nui, le qual, con effeclo, • Soa Majestà non ne poi conceder per la promission fata a li Eletori; pur si andarà disponendo questa materia. In questo mezo siamo unitissimi con la