629 Mcccccin, Vene sier Nicolò Foscarini, vien proveditor di Faenza et è ancora per tutto doman savio dii Consejo, et referì quanto haviaexequito. Primo: mostrò do modelli ili legno di la rocha, come la stà e come conseja si dia far, qual vorà di spexa da 20 in 25 mi-lia ducati. Item, mostrò la terra in desegno et la Romagna tutta; poi disse che 5 zorni poi zonto ave la terra, più presto con reputatone cha con forze, perchè in campo non era se non 346 homeni d’arme, 393 balestrieri a cavalo, 1200 fanti di Val di Lamon, zercha 800 altri provisionati dii capitanio e altri contestabili. Et in la impresa fo spexo soìum ducati 8500. Et li Brandolini zonseno poi auta la terra, licet quel zorno dii... zonse el conte Zuane Brandolin. Li disse : « Faenza è la chiave ili Romagna, e la più bella terra al pian, exceptuando Brexa, che habi la Signoria». La rocha è debile, e laudò fortificharla ; la circonda do mia e mezo con il borgo, qual è murato. 11 territorio fa grano stera 130 milia formento, et loro ne consuma da 60 milia ; sichè si potrà trar 70 milia stera ; ma non al presente in questi principi ; imo aricorda acharezarli e far habino certi officj etc. Item, aricorda si fazi cavar quel fiume, perchè con fangi d’inverno non si poi andar di Ravena lì, et questo anno à nevegà, tanto alta uno homo a cavalo. Item, quelli popoli (si) dimostra fedelissimi, cridan-do : « Marco ! Marco ! » Erano zercha 300 zoveni, chiamati la compagnia di Compagnoni, quali il signor li mandava a tuor etc. hora non hanno capo; si disfarà. È un bellissimo palazo sulla piaza in coione, alorno uno loco ditto la Molinella; bisogna riparar; li soldati brusa i legnami; con ducati 400 si repare-ria. Item, poi star lì in palazo 200 cavalli et 1000 fanti. Ila una bella chiesia non compiila : l’acqua li core a le mure, partise il borgo da la terra, su la qual 299 è uno ponte di piera fortifichado. Item, aricordò si cassasse li fanti si tien a Ravena, che al presente non bisogna. Poi disse di le zente d’ arme; laudò il capitanio di le fantarie, di fede, gran cuor e soliciludine. E Lazaro Grasso non molto stava a 1’ artilarie. Li altri contestabeli non li laudò ni vituperò. Biasemò el Manfron di avaritia ; e dove el va, la so compagnia fa li subditi rebelli. Laudò Antonio di Pii zentil persona, e Filippo Albanese, Jacomazo non molto, e Meleagro à 30 cavali ; nè nominò altri, ni el suo colega, ni el pagador, et presentò li conti el il resto, eh’ è ducali 50 s. 40. El principe lo laudò de more, e andò a sentar al loco suo. Et cussi li savj tutti se reduseno in camera a consultar di scriver in Franza, a Maximian, et alcuni voleva a Roma, e si siete fin nona. dicembre. 630 Vene il legato da la Signoria, a dir havia auto letlere di l’arzivescovo di Ragusi, li scrive uno Baptista Martinello, uno Piero dal Bosco con Dionisio di Naldo, tentavano con Cesena etc. El principe li disse non era vero che tenivamo praticha ninna, e si ve-derà la verità. Poi esso legato replichò quel disse eri di In cossa di sier Antonio Grimani, che fosse real-dito. El principe li disse non li diceva altro; ina quando sarà tempo di risponderli, se li diria ; e fo spazà per il corso. Vene l’orator yspano per cosse particular di uno yspano, per una suplichution. Stè pocho e si partì. Di Brexa, di sier Andrea Loredan podestà, di sua man. Contra el conte Zuan Francesco di Gambara, non li ha voluto dar l’arma, e altre parole usate in piaza etc. Or parse al principe, con alcuni consieri, non tutti, commeter tal cossa a l’a-vogaria. El qual conte era qui di fuora, e si doleva che ditto podestà lo havesse batolo in piaza. Di Brandito, di sier Antonio da Canal go-vernador, di 16. Dii bisogno di quelli soldati e Mathio da Zara, quali è mexi 6 non hanno danari, e scamperano, perchè francesi e spagnoli li voleno etc. Et è drizata a li capi di X. Di sier Hironimo Contarini proveditor di V armata, date in galia apresso Brandizo, a dì 16 novembrio. Come di 4 arzilii erano in aqua, do hanno tirà in terra con gran fatica per el far di vasi e trovar le pallanze, e presto etiam il resto sarà soto i volti ; e si leverà per Corfù. Item, la galia Loredana mandò a Trani, è ritornata con miara 18 biscoto. E li scrive il governador, non è più nulla nel magazen ; sichè si provedi di biscoti e danari. L’arzil era ancora in terra a Trane, si dovea avarar e mandarlo a Venetia. Item, di quel buso scoperto nel castello lì a Brandizo, è stato lì col governador, e fè che Mathio da Zara e uno di so homeni disceseno 299 * nel pozo. E introno nel volto cerca passa 18; che prima tende verso la marina, poi dreza verso la terra ferma, non penetrando però le fondamente de la contrascarpa, e va slrenzendo che in qualche loco appena posseano passar con le persone drete, e tro-vorono che ’l ditto volto di sopra era da sè minato. E dubitando di esser coperti di la mina si havesse-no mosso quel teren, però non poteno procieder più avanti, e veneno suso, e hanno diliberà far pontelar dove è minato, e cavar il teren, con pensier di veder la fine dove termina. E aricorda saria bon impirlo dillo fosso eie. Item, lì capitò 24 stratioti di Alexio e Antivari con le loro liccnlie. Voleano licentia di