277 MDXX, FEBBRA.O. "278 che ha rollo «¡uesti tre et li ha tolto in . Prussia 6 citade et 2 easteli, et andò a campo a la prima cita di questo Gran maestro di Prusia ; e dice voler delere hanc lleligionem. E1 Papa lela la letera, la tlete al cardenal Bibiena, et io la lexi. Qui è do iradeli di questo Gran maestro di Prusia, che stano qui in Roma in caxa di la Religion, sono servitori dii Papa, et studiano qui, et hanno brigata assae. Eri fo fato la festa di Agone molto bella. Si ha, il re di Spagna esser partito di Barzelona per andar a imbarcharsi e passar in questo Mazo in Alemagna. Il Papa sta bene, et è in acordo con Pranza, e cussi farà con Spagna ; voi lenir la christianità in pace. Si dice de qui, el Turco conza le so’ galie per passar a Rodi. 154'> Ex emplum. Sumario di una letera di Roma, di sier Zuan Foscarìni qu. sier Nicolò, data a dì 18 Fc-vrer 1510. Domenica passata, se comenzò a dar principio a le feste de carnevai, et quello jorno li judei corseno el palio nudi. Erano a compagnar li sui coredori armati ben da torsi 3000zudei; et perchè li fo in-gano al dar de le morse, el palio non fu dato, di sorle che li fo forzo corer el zorno sequente, che fo el Luni. Nel medesimo zorno, corseno li puli da anni 14 tutti nudi, li quali forno da zercha 50; e perchè la note avanti aveva piovuto assae, giera tanto fango che di paso in paso li poveri puti caschavano, per modo che quando haveno fornito la corsa, erano tutti coperti di fango. El Marti corseno li joveni di anni 30 vel zercha, et forno da forsi 25, e di questi ancora molti ne cascarono. 11 Mercore corseno li vechii, di anni G0 in suso. El Zuoba se fezeno una festa, che si domanda la festa di Agone, dove si ripresenta el modo di trionfare, che oservavano li Romani antiqui. La prima cosa, vengono lutti li artesani di Roma, da poi alquanti Irombeti con li sui tamburi e bandiere arte per arte, armali di belissime arme da offendere e da difendere, prima; questi tutti sono forestieri. Da poi questi, seguirono li capi de’ rioni, che sono capi de contrala, li qual sono 13, vestili di veludo negro su bellissimi corsieri, e ciaschaduno di loro avevano inanzi uno cavàlo bardato con un ragazo di sopra. (1) La carta 153' è bianca. Da poi quesli seguitava una ordenanza di Romani a piedi benissimo armati, tra li quali erano 13 cari trionfali. Sul primo li era Neptuno, di forma di gigante, tirato da 4 cavali ; sul secondo era el regno de Assyrii, figurato sopra un monte con alcuni animali, come loro solevano portar su le sue bandiere ; el terzo era el regno de Medi ; el quarto era el regno di Persi ; el quinto el regno di Macedonia ; el sesto Alexandro Magno a cavalo con 4 re solto a li piedi ; el seiimo uno mapamondo di una fegura grandissima; lo olavo uno Ercule francese, el quale haveva alcune catene atachate a lingue di uno capo, et da l’altro erano atachate le orechie de molti che li stavano intorno. El nono era una Palade con una 154* viloria in mano et con molte altre figure; a l’intorno el Christianissimo, erano li 4 Evangelisti figurati in forma de 4 fabri che batevano sopra uno anchuzene con 4 marioli. L’undecimo era uno Her-cule che portava el zielo in spala. El duodecimo era una Cibele madre de li dei, come se solevano de-penzer da li antiqui, cosa belissima a vedere. El tredicesimo era la Religione, per significare che, come anticamente li christiani aveano vinto una parie del mondo con le arme, cussi adesso li superano con religione et santitade. Ciascheduno di questi cari erano tanto grandi, che la sala da cha’ Corner non li haveria potuto tenire. Da poi seguitavano zercha 40 homeni vestili de abiti longi a livrea de canevazo dorato et argentato, de li qual ciaschaduno portava uno tropheo in mano. Seguivano poi 83 puli, da li 3 fina a li 17 anni, vestili a l’anticha, con holzegini tutti recamati de perle et brazaleli similmente, ri-chissimamente vestili pur a l’antica, con zoje infinite. Erano a cavalo senza sella, ma solimi have-vano solo alcune coperte sopra li cavali, da leopardi, lupi zirvieri et altri simili animali belissimi. Ciascheduno di questi aveva almeno 4 stafieri vestiti a livrea con ziponi di seta, scufioni d’oro, et tal di loro ne aveva 10, chi 20 ; li cavali che cavalcavano erano tanto belli che in tutta Italia et forse in una parte di Pranza et Spagna non se ne trovariano al-tralanli di quella sorte; et questi puti se dimandano jochalori. Da poi quesli vene el Gonfalonier di Roma in mezo do canzelieri, tutti tre vestiti de panno d’oro, con berete di oro fodrate di vari. Inanzi questi andavano zercha 40 cavali grossi bardali con sopraveste di brocalo molto onoratissimi con li sui ragazi di sopra, con li elmi et lanze et infiniti stafieri tutti vestiti a la livrea. Veniva da poi di loro la fameja dii Senalor con 12 cavali coperti di pano rosso, et li homeni vestiti di scarlato, et esso Se- 155