10' MDXlX, DICEMBRE. 108 quali disseno haver auto risposta de Yspurch, che si meravegliavano di tal proposition, el che loro non erano venuti per altro ivi che: primo ante omnia aver li danari la Signoria è ubligata dar attualmente. Item, tralardi beni di rebelli ; siehè loro oratori disseno voler servar la loro comissione, cli’è di aver ante omnia li danari. Et l’Orator nostro rispose questa cossa non è in diiicultà, ma è bon tralar ogni differentia per poter star con l’animo quieto. Loro proteslono per do volte a l’orator dii re Christia-nissimo non poter parlar di altro se prima non hanno li danari, et non li havendo si partiriano, con assa’ altre parole Me inde dictis, ut in litteris. 57 1519, a dì 5 Novembrio. Depositimi del spi. sopracomito domino Alvise de Canal, ut infra, videiicet: a dì 13 Avosto nui se partisemo da Casopo, et a dì 25 dillo trovassemo le galie de Barbaria a Zerbi. Tre bore avanti sera se partisemo insieme con le predite galie a dì 27 ditto, et a dì primo Septembrìo fossemo a Tunis, le qual non havevano fato faconde alcune per non esser d’acordo tra capilanio, padroni et merchadanti ; che se manehavano le lor discordie, i se spazavano a Porto Magno et a Zerbi. A dì 13 Seplembrio se le-vassemo da Tunis con le predile galie di Barbaria, per dubito di fusle turchesche, come, fo scrilo da Trapano, che fu una optima cosa a levarsi de lì, perchè indubitatamente eramo maltradati. A dì 15 zonzessemo insieme tutte le galie a Trapano, del qual loco fu spazato a Tunis lelcre a quel Re el a domino Bortolo Testa per intender come passavano le cosse per el partir nostro; el qual ne scrisse in risposta nui haver fato benissimo a levarse, et cussi el Testa, perchè avevano ordenato de darne la ma-lina la bataglia. Le fuste li grosse doveano investir le galie grosse et tutto el resto nui galie soli!, che erano altre fusto 24 benissimo in ordene. Da poi presa la Golda el la tore, de la qual tolsuno le arte-larie de’dicli lochi, et quelle messeno sopra l’armala sua. Ne subzonse etiam el Testa per lelere che scriveva al magnifico Capilanio de le galie, come sopra dita armada ne erano homeni scapoli, videlicet turchi combatenli 1200, tra i qual ne era 500 schiope-tieri. In questo tempo che nui dimoravemo a Trapano, zonse l’armata dii Catholico re, capilanio ze-neral don Hugo, con zercha barze 80 et con zente et cavali sopra. Dove che volesseno andar, con verità non intendevamo, tamen se divulgava per Zerbi, el aspetavano la venuta del ditto suo capilanio don Hugo, col qual fino al partir nostro non era zonto, nè se intendeva de la venuta sua. Per la qual cosa dita armada oviava le galie grosse che non par-lisseno de ditto loco per Barbaria, aziò che mori non fusseno avisati de ditta armada; ma domandavano piezaria de le galie grosse che era impos-sibel dargela. Et nui vedendo che le predite (galie 57* erano interdite, nè potevano expedirse, nec etiam praticar nè a Zerbi, nè a Tunis, per non perder el tempo et preterir la comission nostra, fessemo protesto in scriptis al magnifico Capilanio di le predite galie, come per la inserta copia apar, del qual protesto non havessemo risposta fino al partir nostro, che fu zorni 4. Da poi, a dì 25 Octubrio, se partissemo de Trapano, et a dì Novembrio ha bore 7 di note zonzessemo a Corphù. Copia dii protesto. Nui Alvise da Canal, Zuan Salamon et Nicolò Sanudo sopracomili, proteslemo a vui magnifico missier Francesco Contarini, dignissimo capilanio di le galie di Barbaria, che alento che la magnifìcentia vostra sia certa non poder haver la scala de Tunis, dove havemo dover levar li ori e aver sotil ; et essendo vostra magnifìcentia intertegnudo con le galie qui in Trapano za molti zorni fina a la venuta del Capitano di la Catholica Alteza, del qual non se intende cossa alcuna con certeza; et considerando sto tardar non senza pericolo, olirà el perder del tempo, rumor de zurme, manifesto pericolo del disarmar le galie con pericolo de non poterle più levar de qui, et etiam de esser con vui retenuti, eh’è con-tra la comission nostra, la qual ne remete et comanda che per ogni loco dobiamo esser visti, et per tanto iterum proteslemo vostra magnifìcentia deliberi quello- li piace in le parte di Levante, aziò quella non liabi a exeusar in alcun loco over tempo che da noi habia mancato di rechiedervi l’oro, d haver sotil vi atroviate; come habiamo dover exe-quir per le nostre comission; et lutto questo danno de zio seguirà, che Dio noi voglia, sia sopra el cargo de vostra magnifìcentia, la qual pregemo, exor-temo et confortano voglia per lutto ozi resolverse de tutto quello liabi a far, imperoehè noi in pronto per levarse siamo. Die 21 Octubris 1519, in porto di Trapano. Io Piero Capeio, fo di missier Francesco el ca-valier, ho scrilo el soprascrilo protesto et fui presente a lezerlo.