515 MDXX, 295 A dì 15. In questa malina, Io Mario Sanudo con sier Piero Trivixan di sier Domenego el cava-lier procurator, sier Jacomo Corner di sier Zorzi el cavalier procurator, e sier Marco Antonio Zorzi qu. sier Marco, andamo Cuora per zorni 8 a Castelfranco e il Bareo per aver alquanto di recreazion. Fo scrilo, per Colegio, al maistro di la corte, maraschalco, canzelier et locotenente per la Cesarea Majeslà in Yspruch una letera : atenlo quelli di Cre-mons in la Patria di Friul, è soto la Cesarea Majestà, siano venuti a San And rati, eh’è sotto il Dominio nostro, et amazato uno Dominico Peron, qual non poteano far, pertanto voglino proveder non segui questi scandali e punir etc. Fo scrito a lo episcopo di Bossi di Treviso, è governador a Bologna, per Colegio una letera zerca Marco Simoneto veneto provinzial di la provintia di Santo Antonio, di l’ordene di frati Menori, qual, volendo remeler il Studio di Padoa, è bon li veneti siano quelli lo debi adornar, pertanto pregemo soa signoria voghi esser contenta che ’1 dito vengi a Padoa a lezer eie. Da poi disnar, fo Pregadi per expedir la materia de le galie di Barbaria, et lo lelo queste letere. In questa malina, domino Francesco da Tolmezo dotor, stato nonlio di la Signoria nostra in Spagna per tratar la materia di le ripresale, referì in Colegio di quelle occorenze. È savio, si ha portato ben, et fo laudato dal Principe, et li fo balotà il suo mandalo di quello resterà creditor per le spexe. 295 * Fu posto, per li Savii dii Consejo, Terra ferma el 4 di Ordeni, excepto sier Antonio Mocenigo che, alenlo li Patroni che lolscno le galie di Barbaria a dì 15 di questo rnexe doveano esser provadi, e non l’avendo fato, che dile galie li siano tolte d’ adosso per non poler più andar al ditto viazo in tempo. Et sier Antonio Mocenigo savio ai ordeni, messe, atento sia venuto i salviconduti da la Cesarea e Catholica Majestà, et per la forma dii suo incanto doveano aversi provado 3 zorni da poi zonti ditli salviconduti, pertanto sia preso che li dilli Patroni, in termene di zorni do debano aver dà la poliza, sichè possino esser provadi; et sia comesso a li Patroni a l’Arsenal fazino expedir le dite galie, aziò possino andar al viazo; el non fo parlalo altramente. Andò le parte : 3 non sincere, 2 di no, 90 dii Mocenigo, 9G di Savii dii Consejo e altri nominati, el questa fu presa, videlicet di una balota, di luorle d’adosso; sìehè per questo anno ditte galie non na-vegerano. Tamen ancora non si à ’uto risposta di Portogaio zercha la sua andata. MAGGIO. 516 Fu posto, per tulli cinque i Savii ai ordeni, atenlo è slà deliberalo che le galie di Barbaria non vadino per questo anno, che le ditte galie erano deputade al viazo di Barbaria, siano depulade al viazo di Ba-ruto. Ave 147, 7), 1. Fu posto, per li Consìeri sier Piero Dandolo, sier Zuan Francesco da Molin, Cai di XL, una parte, certo ordene di Signori di note, che cussi come stanno assa’ a chiamar li incolpadi per homicidio, cussi de ccetero formalo il processo fra zorni 20, debi farli proclamar in pena di privalion di anni 10 di l’oficio e pagar ducali 200 a li Avogadori; li scrivani debi exequir dita parte, ut in ea. Ave 139 de si, 5 di no ; fu presa. A dì 16. La malina, essendo eri, di ordene dii 296 Colegio, andati a Noal sier Piero da eha’ da Pexaro savio a Terra ferma, a far la monstra insieme con sier Zacaria Loredan va provedador in Cypro, di la compagnia di Matio Ronchon di fanti 200 deputati andar a Famagosla, per Colegio, li fo scrito) andasse dito sier Piero essendo in camino lino a Tre-vixo a reveder i conti de la imbotadura di quella camera e altro; et cussi el ditto sier Piero..... Fo scrito ai rectori di Brexa, havendo il Colegio deputalo a la custodia dii castelo di Amplio Agustin di Parma contestabele in loco di Bernardin Bedo-gno, va a Famagosla ; el qual Aguslin mena con sì 10 boni compagni, tra ì qual è Isepo qu. sier Bortolo Rudaro di Verona, qual etiam è optirno bom-bardier. Fo scrilo, per Colegio, a sier Francesco Lippo-mano provedador e capitanio a Lignago, in risposta di sue letere, non lassi vender le piere di le ruine di le caxe de lì a’ forestieri, ma ben a quelli dii loco, aziò si possi refar le caxe in dillo castelo. Da poi disnar, la Signoria andò a vesporo in chiesia di San Marco, vieedoxe sier Andrea Baxa-dona, con li oratori Papa, Franza, Ferrara el Mari’ toa, et altri è in li officii di Rialto deputali andar do-man a disnar col Serenissimo; e fogran pìoza, adeo la Signoria convene, a l’andar suso, andar atorno el Palazo. Zonse in questa terra alcune donne mantoane, zoè la duchessa olim di Urbin sorela di questo marchese di Manloa, nominata . . . ., moglie dii signor Francesco Maria da la Rovere, qual è a Manto», insieme con allre done, et maxime una favorita dii marchese di Manloa, nominata .. . , moglie di uno chiamato..........* Adì 17, fo il zorno di la Sensa. La Signoria 296 ' andò in Bucintoro justa il solito a sposar il mar, a