435 MDXX, APRII.E. 43G Da poi disnar, fo Pregadi per scriver a Roma e in Spagna, e in Pranza, et fo il Principe, che più non è slato poi si amaloe. Fo leto letere di Roma, di V Orator nostro, di Pranza, di Spagna, di Napoli, di Milan et di Cypro, di rectori più ìetere. Et di Spagna, olirà quello ho scripto di sopra, è come erano zonte a le Crugne 35 nave per condur la Cesarea Maiestà in Fiandra, et ne aspetavano al-iralnnte ; sichè sarano 70 nave. Et al cao di l’isola d’Ingalterra quel Re mandava 40 nave per acompa-gnar et per securlà di dita Maiestà. Scrive come .in .... è gran discordia tra il marchexe di Aslorga et il duca di Medina Sidonia e altri, ut in litteris, et uno don Piero de . . . Et che il Cardinal di.... , che andò in Valenza per aver il juramento per nome di questa Majestà, parche quelli non l’habi voluto aceptar, ni darli ii juramento, dicendo il Re doveva venir in persona. Et come quello di Saragoza non haveano voluto per loro arziepiscopo il vescovo di Legie nepote di monsignor di Chievers; ma per il capitolo haveano electo uno .. , qual è zerman dii marchexe di.....Scrive zercha questo partir di agenti cesarei di Verona re infeeta, il Gran can-zelier parloe a esso Oralor nostro, dicendo è sta mala cossa, el ha dispiacesto al Re, et che parleria a monsignor di Chiaverà si dovesseno di novo trovar o a Verona, o in Friul, el esser super loco et veder di meter seslo a queste diferenlie. Scrive poi parlò diio Canzelier al prefalo Orator, dicendo aver parlalo et concluso di scriver in Yspruch a quello Con-sejo regio dehmo di novo mandar ditti agenti in Friul eie. linde esso Oralor andò per parlar al Re, et trovò era occupato in zugar a la balla, et..... 252 Fu posto, per li Consieri, atento le letere di sier Sebastian Contarmi el cavalier, podestà di Vicenza, di 22 Marzo, scrive di certo caso se-quito de li, che il zorno di carlevar da do scelesti fo ferito Francesco dal Purgo mereadante vicentino, per le qual ferite è morto; però chi acuserà li delinquenti liabi lire 000 di so’ beni si ’1 ne sarà, sire autem di danari di la Signoria nostra, et se uno di delinquenti acuserà il compagno, sia asolto et babbi la taia; et venendo in luce li maltatori, possi quelli poner in exilio di terre et lochi etc. con taia vivi lire 000, morti 300, ut in parte. Ave 157, 2, 1. Fu posto, per li diti, una letera al Podestà e Ca-pilanio di Crema, che vacando el priorà di San Be-nelo di Crema, di l’ordine di San Benelo, per la re-Irocession fata in man dii Pontefice dii reverendo do- mino Alvise episcopo di Recanati a la congrogalione Lateranense; poi dato per il Papa, videlicet a li Canonici regulari di Santo Agustino, come apar per le bolle dii Pontifice date a di 17 di le calende di Aprii dii 1519 ; pertanto esso Podestà debbi dar a li predilli Canonici il possesso, ut supra: 146, 3. Fu poi lelo le caratade di Patroni di Barulo, et provadi; li quali sono questi, e tulli do remaseno: Sier Zuan Nadal qu. sier Bernardo. Sier Piero Contarini qu. sier Zuan Saba. Fu leto, per Zuan Balista di Vieimi secretano, la letera dii Minio orator nostro in corte, di 16, al Consejo di X, zercha la mala contenleza dii Papa, di le do parte fo prese, videlicet di citar in Rota et de l’impetrar a Roma li presbiteradi etc. di le chie-sie di questa terra ; e come il Papa si ha dolesto mollo dicendo essendo fato inzuria a lui, e voria li fosse sta cavà prima l’ochio suo, over taià una gamba che aver sentido tal cossa ; però al lutto voi la Signoria le fazi revochar eie., nè volse ascoltar dillo Orator ad alcuna scusa etc. Per il che scrive ditto Oralor è da revochar dille parte per esser questo Papa di sorte che non è Re non voy star ben con lui, con altre parole, ut in litteris ; la qual fu savia eie. Fu poslo, per el Serenissimo, Consieri, Cai di XL e Savii, una letera al prefato Oralor nostro sopra questo, videlicet scusar la Signoria nostra di quanto deliberò, che fo per observar il breve ne concesse Soa Santità l’anno passato zercha la életione di piovani, e questo inslesso è li presbiteradi di le cbiesie di questa ci là nostra, nè havemo fato per far alcuna iniuria a Soa Beatitudine, qual observemo più che mai sia stalo Pontifice in quella sede ; et cussi di citar le parte in Rota fevamo per manco spesa di le genli ; ma vedendo esser molesta a Soa Santità, col Senato revochemo ditte deliberation, con altre parole. Ave .... Fu posto, per li Savii dii Consejo e Terra ferma, 252' una letera a l’Oralor nostro apresso la Christianis-sima Maiestà in risposta di soe zercha voler mandar li agenti di quella Maiestà in Friul etc., che nui desiderano questo sopra tulio, et però debbi instar con Soa Maiesjà si fazi lo ellecto antiscrito..... Fu poslo, per li ditti, una letera a l’Oralor nostro in Pranza in consonanza, con avisarli quello ne è stà scripto di Spagna, e la risposta li havemo fatta col Sellalo, qual debbi comunicar il tulio con quella Maiestà, pregando voy in tanta bona opera scriver al suo orator, è qui, vadi etiam lui in Friul acciò si