301 MPXX, FEBBRAIO. 302 et a la fine li 4 Evangelisti in forma di 4 fabri che batono sopra una incudine, et la religione christiana sopra una spera grandissima. Et in mezo ditti carri dui camelli vivi et veri mandati a donare al Ponlifi-ce dal re di Portogallo. Dopo li carri, andavano cerca 100 fanciulli romani ornati a la antiqua cum vestiti di grandissimo precio, cum zoglie et perle ¡numerabile, de’ quali molli haveano gianette in mano, et tulti erano sopra bellissimi cavali, el li loro sta-fìeri erano vestiti a le livree de li patroni. Dopo loro veniva il senatore di Roma vestito ornatissimamente cum la soa fanieglia ad una livrea cum ragazi inanli sopra cavalli bardati; et avanti il senatore il figlio del signor Joan Zorzi Cesarino vestito ornatissimamente 171 sopra uno bel cavallo con il gonfalone in inano, per essere eapitanio di la festa. Tutta questa pompa cum l’ordine dittovi partitasi da Campidoglio, se ne andò per Banchi fina in Borgo ; et indi tornata, andò in Agone, che antiquamente era ¡1 circo Flaminio, ove circundata la piaza una volta, li ditti fanciulli si misero ad armeiare el maneggiare cavalli, che fu bella cosa a vedere, che li cavalli non haveano selle molti di loro, ma erano coperti di pelli di lupi cervati a l’antiqua. La Domenica di carnevale si fece la festa di Te-slazio de li tori. Testazio è uno colle in Roma apresso la porla di Santo Paulo, lato, come dicono alcuni, di fragmenti di vasi di terra, che si lavoravano anli-quamenle. In quel loco, tra lui e il monte Aventino, si stende una assa’ ampia et bella piaza, a cercho de la quale erano le arte el le regioni armate et in ordinanza come di sopra, quasi posti per stecati et per seragio. Dal sommo giogo del monte Testazio, si mandono giuso, ad una per volta, ben 6 carete coperte di panno rosso et di fronde con 4 porcèlette dentro ligaie, et drieto ciascuna careta dui tori et a l’ultima caretta tre tori; sichè vengono ad essere 13 al numero de le regioni. Le carette mandale giuso, per essere il monte ratto, scendono con grande velocità et a le radici si spezzano in 1000 pezi, mandando li pezi a l’aere cum pericolo de li uomini che sono da basso, li quali cum le spade in mano ignude, a concorenza l’uno de l’altro, si tagliano il panno rosso et le porcellete, portandosi uno pezo di carne a casa. Li tori, per essere similmente il monte ratto, et per esser punti da due ale di armati, che di qua et di là di la strada li caziano, convengono scendere al piano, ove molti a cavallo cum gianette in mano tanto combatono con loro che li uccidono; specla-colo veramente dilettevole, magnifico, el che molto ha de la antiqua magnificenza. Exemplutn. 1519. Notandi dii mexe di Fevrer. Come, facendosi una festa sul campo di San Ste-phano, di corer l’anello, fo la Domenica di carlevar, uno corendo a cavalo, il cavillo il trasportò e dele in sier Piero Mocenigo di sier Lunardo e li rupe la lesta. Il Zuoba di la caza in Piaza di San Marco, il toro butò in terra uno vechio nominato Antonio di la Galla, qual soleva portar capuzo in cao e li fe’ mal assae, ma varile. In Viena, in terra todesca, da tre fino 7 Zener, aparse molti segni in l’aere, i quali fo butadi a stampa, et sono qui avanti. A Roma alcune niaschare si fece coladene con preti al collo; il Papa era al balcon di Castel Santo Anzelo li fece aferar, li fe’ dar do irati de corda e li licenlioe. Zuan Maria dal Clavicimbano, marito di Hironi-ma che canta, per il suo ben sonar a Roma, il Papa li ha dato provisione e lo tien de lì. A Fiorenza, per letere di Roma, di 11 di questo, par, do lioni, quali stavano nel seraio con una leona, che loro chiamano il loco di Marzochi, si sdegnò li leoni eontra la leona, l’amazoiio el poi la manzono, conira l’opinion di quelli scrive la natura di aizarli, che li leoni non manza la sua carne. Dii mexe di Zener a Milan, in li borgi, fo Tacque grandissime per le inondation de li fiumi, e fece grandissimo danno. A Vicenza, in questo mese, fo trovalo in un ino-naslerio di monache Oservanle di San Francesco, una era graveda, la qual acusoe tutte quelle monache haveano uno frate di San Francesco per una le lavorava. Il capitolo de’ Frati Menori si dovea far quesle Pentecoste in questa terra ai Frari, maistro zcneral è domino Marco Antonio Marzeio veneto, over da Cherso, ma el Papa volse si facesse a Bologna, perchè li frali no ’1 voi più per zeneral. In questa Quaresema, di frali Oservanti di San Francesco, in questa terra solo uno predica, eh’ è il suo de la Vigna, perchè a Santo Job non si predica, che per avanti solevano 10 di quel ordene predicar in questa terra. In Barzelona par uno pulo picolo, si dice bali) La carta 171 * é bianca. 172')