63 MDXIX, NOVEMBRE. 64 ritè, ne concesse a tenir zudei nel Dominio e lassarli dar a usura ; et le’ lezer el dillo breve etc. Poi andò suso sier Gabriel Moro el cavalier, è provedador al Sai, parlando pur conira bebrei, non si dia lenir, e che Spagna li cazò di soi reami, capilo a Napoli, e quel re Alfonxo perse il regno. 11 ducha di Milan per aver favorido zudei e lenirli, fo cazado dii Stado, e cussi volemo far nui, conzitarsi l'ira di Dio contra ; alegando molte cosse, dicendo feva to-char con man non è bon lenir zudei, ni il Papa poi coneieder i dagino usura ; con altre parole etc. Et molti dii Gonsejo, che voleva il ben di la povera zente, diceva zudei fo cazà di Spagna e portò via grande oro ; andono a Conslantinopoii e Selim ha aquistado la Soria e lo Egyplo; altri non voi per niun modo zudei stagino in questa terra e mancho nel Dominio, chi solto specie di bontà, chi per voler esser quelli che dagino a usura e non a 20 per 100, ma 40 et 50 e più, come si usa far su Rialto. Siché el Consejo era molto ambiguo : chi contra e chi in favor; ma niuno osavano parlar per li eapitoli, acciò non si disesse che zudei li havesseno dato in gola per doverli favorir. Et se io Marin Sanudo fusse stà di Pregadi, come era l’anno passato, harìa parlato, non per parlar per zudei, che haria ditto assa’ jotonie loro fanno zerclrn l’imprestar, et parlava su li capitoli, facendoli riconzar, dimostrando è necessarii più hebrei e pi-slori in una terra, e maxime in questa per ben universa!, alegando leze e quello ha fato i nostri vechii sempre, quello voi li doctori Alexandro de Imola, Pietro de Anehorano et Baldo e altri, quali conseiano si poi tenir judei a prestar a usura, et haria parlato su quel si trata. L’è vero non haria voluto i tenisseno botege di slrazaria per non tuor l’inviamenlo da’ christiani, ancora che a tenirli sia gran beneficio di le robe si voi vender; ma per niun tempo nostri hanno voluto hebrei siano con botege mercadanti in questa terra, ma ben comprino e vendono e va-dinovia; nè bisogna in questo Stado ste pizocha-rie, el cazar li zudei e non esser Monte di Pietà. Le camere di Monte vechio et novo non paga, e con gran stento Monte novissimo ; la terra fa pochissima merchadantia ; li botegieri si lamenta non vendono la sua roba, et non si lasserà che un su! suo si possi far servir da’ zudei a quindese per 100 per soi bisogni, et per viver e mantenir la soa fameglia ; e sopra questo exagerava molto, ma Dio non ha voluto sia. Caziti di la Zonta di poche ballote, vini numero 30, el da in giù in qua mai più son slà tolto ni di Pregadi, ni di Zonla. Et venuto zoso sier Gabriel Moro di renga, li Savii feno lezer le concession dii Cardinal Niceno legato, al tempo era Legalo in questa terra dii... ., che conciale eie.; et volendo mandar la parte, senza però andar niun di Colegio a risponder a sier Gabriel Moro havia parlato, Andò in renga sier Sebastian Foscarini el dolor leze in philosophia, qual è di Pregadi. Fo brieve, e disse che il Papa de jure divino non poteva con-cieder che hebrei desseno usura per esser conira le parole dii comandamento di Dio, che dise non sine rabis fratrem tuum etc., alegando altri dicti di la scritura santa ; ma ben li permette a tenir hebrei, ma non che dagino a usura. L’è ben vero, poi fallo un pecalo o 1111 mal il Papa poi assolverlo, ergo il Cardinal Niceno non poteva coneieder questo. Concludendo, non è bon tenir zudei in questa chrisliana cilà, ma mandarli via in soa malora eie. Andò la parte: 10 non sinceri, 64 di si, 66 di no, et fu preso di no, zoè di non aprobar li capitoli posti per li Savii. Fu posto, per li Savii tulli, atento il baylo di 33* Corpliù richiede di disfar una galia vechia si ritrova de lì per riconzar una parie dii muoio, dove è necessario li legnami, che li sia concesso la possi far desfar, et la feramenta venderla et li danari meter in la ditta spesa ; e fu presa : 141, 7, 1. Fo ordinà far, da poi Pregadi Consejo di X con la Zonta per far certa ubligation di danari; ma per F ora tarda non fu fato. A dì 11, fo San Martin, Venere. Il Serenissimo Principe nostro, varilo dii mal, vene in Colegio, ma stele pocho e si partì. Vene Tubale di Borgognoni episcopo di Cremona, con sier Filippo Capello qu. sier Lorenzo suo nepole, et con li avochati ; et a F incontro era sier Andrea Trivixan el cavalier savio dii Consejo con soi nepoti fioli di sier Nicolò suo fratello, et questo perchè par che sier Zacaria Trivixan so nepote, seguita la morte di sier Anzolo Trivixan qual ha lassà a una soa neza fo fiola di sier Alexandro suo fiol ducati 10 milia al suo maritar, e l’altra sorella ave sier Filippo Capello predito, con il qual sta questa donzella di età di anni 15; par ditto sier Zacaria diga sia so’ moier et aversi promesso, e andò a Castello dal Patriarcha facendo examinar lestimonii etc., et par hdbuit rem contra eam. Ilor il Patriarca pronunciò non voleva esser judice atenlo le lite aute con sier Anzolo Trivixan; ma ben pronuntiava la zovene fusse posta in loco dove la potesse esser examinata di la verità, si era seguito matrimonio overo non.