363 MI!XX, MARZO. 364 207 Da poi disnar, fo Gran Consejo per non potersi più far fino il Marti santo, e tutte le voxe passoe. A dì 20. La malina, hessendo il Principe varilo e senza febre, e stando senta in leto, li Consieri e Capi di XL andono in camera di Soa Serenità per visitarlo; sichè lia scapolato un gran pericolo di vita; et molti, quali levano polize etc. per succeder in loco suo, è rimasi storniti e forsi morirano avanti de lui. E sfato amalato e in leto . . . zorni fin qui. Veneno in Golegio Anseimo hebreo dal Bancho e li altri hebrei, per i qual fo mandato a dir si vo-leano aceptar il partido e soi capitoli confirmati et castigati in Pregadi con dar ducati 10 milia a l’anno. TJnde parloe non poter per niun modo pagar quelli danari, volendo termine di parlar con li altri hebrei è in Terra ferma e veder si potesseno pagar etc. dicendo è solum solo il Dominio nostro senza questa terra banchi di hebrei, zoé..... Porto Gruer, Porto Bufolè, Montagnana, Citadela et... Hor consultato, sier Francesco Foscari vice doxe li disse respon-desse si voleano acelar over non, perchè questa era la deliberation dii Senato. E1 qual Anseimo rispose cussi : « Quando il voler col poder combate, il po-der sta de sora ». Fo baiolato di V Savii a Terra ferma uno di qual vadi a li Camerlengi a conzar le partide di molti pareno creditori, et non sono, di la guerra in qua, e rimase sier Pandolfo Morexini. Fo scrito, per Colegio, a l’Orator nostro a la Cesarea Maiestà, fazi che domino Francesco Tolrnezzo dotor, qual fo inandato de li per raxon di ripresale, vadi drio quella Maiestà in Fiandra et non si parti per niun modo. Fo leto una parte fata notar per sier Zuan Antonio Memo cao di XL solo, che de ccetero li Censori non habino salario, ma ben stiano et siano eleti con la pena, e compido, possino venir per do anni in Pregadi; la qual parte si à metera Gran Consejo, et fo parte notada per Mi et mia opinion. Sier Daniel Barbaro, cao di XL, disse non era di opinion; la qual si melerà ozi in Pregadi. Da poi disnar, fo Pregadi per scriver in Franza e in Spagna, meter la parte di le contumatie et questa di Censori, etiam per expedir la materia di le laxe a le zente d’arme. Fo leto le lelere di Spagna, Franza, Roma, Mi-lan et Candia. Di Spagna, di 24, da Burgos. Come, hessendo zonta la Cesarea Maiestà ivi et auto esso Orator le nostre letere di 14 Zener, volse audieiitia; qual ge la dete in una chiesia. Erano solo il Re, Chievers et il Gran canzelier. Qual udita la risposta zercha non voler romper la fede a Franza, si ritirono a parte, e il Gran canzelier rispose che questa non è stà la richiesta dì Soa Maiestà che la Signoria roni- 207 * pesse fede, ma feva per voler aver bona aniicitia con la Signoria etc., dicendoli poi che questi è a Verona non hanno cornission etc. Scrive poi, l’orator di Franza è lì, chiamalo monsignor di.... li ha monslrato una letera clie il Re ha scrito a la Cesarea Maiestà per intendersi quello voler far in questo suo passar in Germania e l’opinion sua etc., ut in ea; la qual ha comunichà, come bon amico il Re di la Signoria. Scrive, dito orator non ha voluto comunichar a lui Orator quello ha dito a la Cesarea Maiestà; e la Signoria ordina etc. Il Re partirà poi doman per seguir il camin verso San Giacomo di Galicia per im-barcharsi e passar in Fiandra. Di Franza, scrive l’Orator di la condusion di l’abocharsi con il re d’Ingaltera, firmalo certo questo mexe di . . . Fu posto, per li Consieri e Cai di XL, poi leto una letera di sier Lunardo Emo podestà di Verona, di 11 di questo, cercha un caso sequito a Marega, di uno Alfonxo Pendalta da Sermede in mantoana con 12 compagni venuti et amazò uno etc. ; unde fu posto darli autorità di bandirlo di terra e luogi con taja lire 500 vivi, et morti 300. Ave 157, 3, 1. Et prima fusse mandà la parte di la dila laia, sier Alvise Mocenigo el cavalier consier, andò in renga, dicendo che le preson è piene di presonieri e non si spaza con suspension uno Avogador di l’altro, cargando molto li Avogadori presentì. Et sier Marco Antonio Coniarmi, l’Avogador era lì, andò in renga defendendo l’oficio, et parlò taliter qualiter. Venuto zoso, andò la parte di la taia, ni altro fu fato. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL e Savii, una parte d’acordo zercha le contumatie, la qual si ha a meter a Gran Consejo; et molti è in offìcii senza salario fono a la Signoria, dicendo dieno esser compresi ; unde fu azonto dita parte habbi vigor de catterò ; fu presa. Ave 143, 24, 0. Fu posto, per li Consieri, Cai di XL e loro Savii, che una donna Thodara madre dii qu. Michali Rali, et Chiara sua sorella, e doi poveri pupilli dii dillo, atento li meriti di soi passadi e soi, per il sufragio di la soa fameja e per el mandar precipue di ditta Chiara so’ sorella, li sia dà provision di ducati 8 per paga, a page 8 a l’anno a la camera di Vicenza. Ave 145, 25, 1 ; fu presa, et fo dà in nota. Lo nome di pupilli è Marchese e Chiareta.