49 MDXIX, NOVEMBRE. 50 strissimo don Hugo di Monchada, qual fino 3 over 4 zorni saria zonto, c poi haria liccnlia di levarsi, dicendo che volendo dilla armada in serviciodi Dio e dii Re andar a la impresa di Barbaria, era mal dite galie andasse avanti etc. Li risposeno che resteriano di andar a Tunis et anderiano altrove ; sichè per questo non restasse di darli licentia. Risposeno a li patroni esso Viceré che ’1 farvi certo et voleva se-gurtà. Poi il Soracomito li dimandò si ’I voleva le galie sotil venisse lì a la Fagagnana per legne, disse de si; e dimandando etiam le galie grosse, rispose di non. Ilor tornata dila galia a dì 11, vene a galia alcuni di quelli capi de la terra pregandolo non si movesse, e che la terra era posta in arme e cussi l’armata dubitando dille 5 galie non andaseno via, havendo saputo era sta manda per la licentia dal vi-cecapitanio. Li rispose non dubitasseno, perchè non si levava senza saputa sua. Scrive poi, sier Piero Do-nado, uno di patroni, deliberò con sua licentia an- * dar fino a Messina per aver la licentia et monstrarli il salvoconduto dal Viceré; et cussi a dì 12 si era partito per Palermo. Prima avisa dite barze esser 6 di bote 600, il resto di 400 et 200 bole l’una senza artellarie et mal armate, come vanno li burchii per legne; pur dicono haver suso artellarie grosse da bombardar terre, e, danno fama, per Barbaria. Scrive, di la terra ditte nostre galie ha optima compagnia. Tenuta fin 18, avisa aver auto let&re di Palermo, dii patron Donado, come per le gran pioze non li ha parso andar di longo a Messina ; ma sier Pelegrin Venier ha scrito al Viceré per veder di obtenir licentia. Et poi, tenuta fino 23, par esso Ca-pitanio abi scrito al Viceré in bona forma, pregandolo voy servar il salvoconduto di la Cesarea Maestà e Alleza dii Re suo; et tamen fin bora non ha risposta, ni è zonto il capitaiiio di l’armada don Hugo di Moncbada. Altre parlicularità scrive, ut in lit-teris. Di Roma si ha dii zonzer lì uno secretario di la Cesarea Maestà stalo col Papa eie. Scrive coloquii col Papa, qual aspeta risposta di Pranza. Di Corphù, di sier Domenego Capello pro-vedador di V armada fo etiam letere, di 10. Come si diceva per alcuni aver visto in mar galie venir a quella volta ; si tien sia le 3 galie sotil andò in Barbaria; e altre parlicularità scrive, ut in Ut-teris. Noto. Eri sier Piero Venier di sier Zuane, che remase Savio ai ordeni, non intrò al tempo, perchè non havia la età ; hora, auto il suo boletin di Avo* gadori di anni 30, è intrato. 1 Diarii di il. Sanuto. — Tom. XXVIII. A dì 3. La malina,-partì, per tempo, sier Francesco da cha’ da Pexaro savio a Terra ferma, va orator nostro a Verona por esser con li agenti cesarei ; menò secretano Constantin Cavaza. Et a dì.. . partirà l’oralor di la Christianissima Maestà exi-stente di qui, monsignor di Pin tolesano, qual an-derà etiam lui a Verona justa i capitoli di le trieve, per tratar insieme etc. Vene in Colegio el reverendissimo Patriarcha nostro et monslrò piceno Colegio uno breve li scrive il Papa, aprobando lutto quello ha operato in reformar li monaslerii de le monache di Veniexia e dii distreto, et li dà ogni auctorità a compir di reformar il resto di monasteri mancha, non obstante fusseno solo altri etc., come è la Celestia soto l’abate di Borgognoni e Santa Chiara di Veniexia soto li frati di San Francesco, quali deroga, et voi esso Patriarcha li reformi con gran autorità, et clic niun possi interrumper se non lui Papa proprio. Sottoscritto di sua man, laudando quello ha fato al monastero di Santa Anna etc. Item, apresentò uno brieve al Doxe, per il qual el Papa lo prega e comanda dagi ogni favor a esso Patriarcha a far questo eflecto. Per il che el Doxe fo mollo aliegro, et insieme 27 col Patriarcha si carezono molto : ringratiando Dio, il suo bon voler sortirà efieclo; et terminò el Patriarcha seguir al monasterio di la Celestia. Et poi mandati li altri fuora, fo chiama i Cai di X, et esso Patriarcha parloe zercha pur questa materia di monache. Da poi disnar, fo Colegio di Savii et vene letere di Milan, di. . ; di Pranza di l’Orator nostro, di 18 et 21, in zifra, e di Spagna di V Orator nostro, di 15 date, il sumario de le qual scriverò di sotto. In questo zorno, in cbiesia di San Bortolamio di Rialto fo tenuto le conclusion per principiar el studio solo domino Sebastian Foscarini dotor, leze in filosofia, e le tene sier Domenego Zorzi qu. sier Ste-phano, suo scolaro, per numero 20. Vi fu sier Domenego Trivixan el cavalier procuralor, sier Andrea Orili procurator, sier Sebastian Juslinian el cavalier. sier Zuan Badoer dotor e cavalier, sier Andrea Trivixan el cavalier, e altri doctori. Arguite de’ zentilhomeni sier Alvise Bon el dolor, e sier Marco Antonio Venier el dotor. Poi fo fata la oratone per sier Piero Juslinian di sier Alvixe da San Barnaba, la qual fu docta e ben pronuntiala. A dì 4. La niatina, fo lete in Colegio le lelere di Pranza et Spagna et Milan, venute eri; et di Con- 4