155 MCCCCC1II, OTTOBRE. 15G È da super, fo chiama el Consejo di X in cheba per una parola, e tolto licenlia di lezer una lettera. Poi veneno fuora, et letta iterimi, fo chiama ditto Consejo e tolto licenlia di lezer una altra, le qual do lettere fo lette con gran credenze. La prima è di Roma, di l’oralor, di 4. Come il signor Julio Orsini era ventilo a dirli, aver abuto lettere dii conte di Pi-tiano fazi lo voler di l’orator nostro, però voria saper di .la Signoria, perchè si convengono risolver etc. Item, l’altra lettera è di 28 septembrio dii ditto orator. Come era stato dal Cardinal San Zorzi, e di co-loquii abuti; voria la Signoria ajutasse loro nepoti a intrar in Porli, et che la Signoria comandasse, e che il re di Pranza e il papa sariano contenti, e che vo lendo cl manderò uno suo homo qui a capitular eie. e però avisa esso Consejo di X. Fu posto, per sier Marco Antonio Morexini el cavalier procurator, sier Alvixe da Moliti, savj dii Consejo, sier Lorenzo Zustignan, sier Baptista Morexini, sier Piero Capello et sier Zacaria Contarmi el cavalier savj a terra ferma, di scriver a li relori e proveditor di Ravena, che, auto a bora sue, li risponderne con il Senato tengi la praticha, e auta con fondamento, demo libertà a esso proveditor vadi a tuor la rocha e citadella di Forlì, coti quelle zente e come li par etc., ut in ea. Contradixe sier Antonio Trun savio dii Consejo, qual perchè il Consejo non lo voleva aldir et venuto zozo, niun di Colegio volse andarli a risponder, el sier Victor Michiel è ai X savj, li rispose e parlò ben e confutò la parte, aducendo tutti li signori haviano fato male operationc erano sta cazati, comenzando dal re Alfonxo, signor Lodovico, conte llironimo over li soi, et va scoronilo. Or andò la lettera : 8 non sincere, 26 di no, Ili) di sì, e fu presa, che prego ldio habi boti exilo, perchè è gran materia. Fu poi posto per li savj dii Consejo excepto str Antonio Tritìi e li savj di terra ferma excepto sier Piero Capello, e prima sier Domenego Bolani consier, do lettere a Roma : una che l’orator digi al signor Bortolo che lo volemo al nostro soldo con li modi era ; 1’ altra secretissima in zifra, in materia Ursinorum. Or parlò sier Piero Capello, dicendo era importantissima, e non si ilovea andar a cavallo, et 1’ hora tarda, adeo il reslo di consieri mosse di indusiar. Et è da saper sier Antonio Trun, senza altro parlar, messe si stesse su quel era slà preso et scripto in questa materia a Roma. Or d’acordo, vedendo il Consejo voleva indusiar, lerniiiioiio indusiar a di-77 man. A di X octubrio. In Colegio. Vene sier Marco Bolani savio dii Consejo, stato amallato fin hora, e in Irò al loco suo. Vene 1’ orator di Pranza per cosse particular, dicendo era assa’ zorni non haveva lettere dii iroy, et dimandò di novo. Vene l’orator yspano, qual fè inlrodur uno uon-tio dii Cardinal di Capaze, qual presentò una lettera al principe di questo tenor. Che ’l pregava si dovesse darli il possesso di 1’ abatia di San Spirito di Ravena, et che è molto tempo Vicenzo suo canze-licr è qui e non è sta expedito, oferendosi per la Signoria nostra in omnibus, et cussi esso orator suplicò. El principe li rispose conclusive, che non era voler di la Signoria nostra che a Ravena, locho di la importanza che l’è, fosse altri cha nostri ci-tadini etc., et che in Spagna li nostri non hanno be-neficii. E l’oralor disse, i non li chiese. E ’l principe disse, che preti non voi altro dia dà queesumus, dona queesumus, prcesta queesumus etc. Boi mandato fuora il secretarlo dii Cardinal Capaze, l’orator dimandò di novo, e ditoli di campi propinqui, disse presto se intenderà la zornata. Poi dimandò si Pranza havia roto a Salz ; li fo ditto havevamo avisi de sì. Demum, disse che ha inteso che l’orator ili Franza è andà a star a San Polo, e conzosiadiè li oratori che sono stati a San Polo li soi reali e signori è sta scazati, come fo quelli di Napoli e altri, cussi prophetiza sarà dii roy in reame. Disse poi era assa’ zorni non havia auto lettere di Pranzi; e dimandato si armata ninna si aspetava in reame che venisse ili Spagna, rispose di no etc. Veneno sier Zorzi Emo, qual è con sier Alvixe da Molili e sier Lorenzo Zustignan, clic sono di Colegio, savj sopra le aque, e fieno lezer una lettera scrivono a sier Polo Trivixan capitanio di Padoa eie. in risposta di sue, qual è slà a veder la Brentanova sul Piovà etc. eh’ è tutto inondato perle gran aque. Or fo scrito compisse ditta Brenta, datoli l’ordine e chi dia pagar eie. E sier Marco Sa-nudo consier, disse : « damò notate verbum, si mai la Brenta predita à il fin disialo, ex nunc non so nulla ». Poi fo dilto dii ponte canal si farà di sora Liza Fusina etc., et concluso che Alexio inzegner è slà la ruina di tal cosse. Vene Bortolo ila Maran rimasto capo di la compagnia dii signor Bortolo d’ Alviano, è a Conejan, con Raphael Orili suo comesso, dicendo li avanza 3 page e si provedi, non hanno da mantenirsi. Item, disse la mojer dii dilto signor eh’è a Conejan, à di bisogno assai. Or li fo dillo non se li manche-