169 MDXX, GENNAIO, 170 Fu scrito al rezimento in Cypro, mandi biave e orzi di qui. Fu posto una parie, li rectori, sì Luogotenente, Capìtanio e Consieri di Cypro che verano di tempo .in tempo, porti un conto di l’intrada e insida al suo tempo fata, con altre clausule, e Vetor Bianco non 10 lievi mai di contumatia si non porterà ditto conto, et cussi da 10 anni in qua li rectori stati su dieta isola debbi apresenlar li so’ conti etc. ^"2 ' A dì 12. La matina, fo gran pioza. Non vene sier Jacomo Marzelo, venuto capìtanio di le galie di Barulo, che sempre il zorno sequente dii suo zon-zer vien in Colegio ; ma verà da matina. Vene l’orator dii duca di Ferara et con li Cai di X fo aldito ; credo li fo dato risposta a la petizion fece l’altro zorno. Di Comtantinopoli, fo letere di sier Toma Contarmi baylo, di 13 Novembrio, più vechie di le altre; il sumario dirò di soto si nulla sarà. Da poi disnar, fo Pregadi et lede molte letere. Di Botna, dii Minio orator nostro più letere. In le ultime, di 4, come il Cardinal Bibiena era zonlo seerete, qual fin bora era stato a Civita Castellana, et Luni, a di 9, dovea entrar in concistorio justa il solito di Legali. Scrive, averlo visitato et parlato insieme di questa liga si frata. Li ha dilto non aver parlato col Papa ancora etc. ; tamen esso Orator tien habi parlato. Scrive di romori di la Marcha, per li qual il Papa feva fanti e spesati. Item, come quel pre’ Tomaso Negro spalatiti, era vicario di l’arziepiscopo Zane di Spalato, venuto orator dii ban di Croatia al Papa per dirli in la calamità si trova quelli confini molestati da’ turchi, et che non si provedendo non si poi più resister, il Papa li ha promesso far provisione, et si parte, va in Franza e in Spagna per questa instessa causa ; et hessendo morto il vescovo di Scardona,val ducati 200a l’anno, 11 Papa ge l’ha dato. Scrive, mandar letere di Vlira tor di Spagna, di 24 Deeembrio, venute in gran celerità. Scrive, el signor Renzo par fazi zente, et par quel Amadeo capo di parte di Rechanati, habi fato certa novità a Recanali. Dii dito Orator. In materia dii Gixi, come le letere scrite per il Senato al reverendissimo Corner per le fatiche usate in questa cossa par si babbi risentito, pur à ’ulo li danari dal prefato Gixi e restituitoli le zoie. Li qual 20 milia ducati soa signoria à consigliati a esso Orator tutti ; siché la Signoria comanda quello habbi a far di danari. Dii ditto reverendissimo Cardinal una teiera piena di Immanità. Come ha restituito le zoie, ha ’uto li 20 milia ducali e consigliati a 1’ Orator nostro. Dii reverendissimo Cardinal Pixani una savia letera. Come, inleso, per lelere di suo padre, il voler di la Signoria zerca renontiar libere l’abatia di San Gregorio per lui impetrata, sempre ha dillo voler far, et non solum questa ma il capello e la vita soa per far cossa grata a questo excellentissi-rno Stalo; e che non sia sta fato Pefeclo, è stà causà da li comessi di l’abate Parula, come loro instessi 93 fanno fede per sue lelere anexe, non aver solicilà a far instrumento, ni alcuna renunlia fin bora per qualche suo respetto ; per il che al presente manda dilla renoncia; el altre parole, ut in litteris. La copia di le qual fortasse scriverò di soto. Et tamen, questo non satisfese a li Parula e si convene far altro. Di Franza, di sier Antonio Jnstinian do-tor, orator nostro, date in Villa Boi le ultime a dì 27 Dezembrio. Scrive, il Re cavalehava di longo verso Lochies, e lui Orator havia ancora cinque zornate di camin ; poi Soa Maiestà anderà per la Bretagna. Scrive coloquii auti con la illustrissima Madama, a la qual comunicoe le lelere di Roma di la liga voi far il Papa in spiritu; qual non li piace, ma voria si concludesse ; et su questo instarà con la Christianissima Maiestà......... Di Anglia, dii Surian orator nostro, di... Dezembrio. Come si ha ritrovalo a un banchelo col reverendissimo Cardinal Eboracense, e scrive varii coloquii fati zercha il re di Romani, qual voi venir in Italia per coronarsi ; et che la Signoria non li doveria esser contraria, hessendo causa non patir alcun danno ; et di questo il re d’Ingaltera li faria ogni cautione............ DiMilan, dilsecretario Caroldo. Olirà quello ho scrito di sopra, scrive come el desidera repatriar, et coloquii auti con monsiguor di Telegnì è venuto a quel governo di Milan, et il ducha di Ferara ha scrito dubita di la zenle si aduna, che il Papa non non voy tuorli il dominio di Ferara etc. ¡. . . . Di Verona, di sier Francesco da dia’ da 93* Pexaro orator nostro, più letere scrite, il sumario di sopra. Di tralamenli con li agenti cesarei et altre occorentie, ut in eis. Dii Governador zeneral da Verona, soto-scrita robsequentissimo servitor Todaro Triul-zi, qual manda la letera li ha scrito il ducha di Fer-