459 MDXX, APRILE. 460 a Bìchieri et lì stessemo fino a dì 6 Zener, che fo ¡1 zorno dì la Epifania, per mai non haver tempo di poter andar in Alexandria. Et etiam li a Bichierì ha-vesserno immenso periculo et saressemo stati ancora più, se per una caravela non uè havesse mostrato una via incognita a nui, la qual era Ira i due scogli, che a ricordo di homo non sì aricorda aver passato mai galie de lì. Donde magnifico patron eie. io ho voluto dinotar la pura verità; che credo Vostra Magnifi-cenlia ne haverà gran gaudio, perchè son certo ne haveti per morti. La nostra conserva andò a la volta di Cypro, elstete a veguir in Alexandria fino a dì 28 Zener la matina. • De qui habiamo uno garbuio de turchi che ha-biamo cargato, et questi emini, zoè signori che governa, sono andati al Cayro a far i conti senza darne licentia. E1 Conscjo di XII ha spazato uno messo al Soldan al Giyro per haver licentia ; aspelemo risposta. Credo ne habbia coli 200 e pono esser scafazi 100 di canelle, lacha assai, incensi assai, garofoli coli 4 e altre specie, in tulio sono zercha cavi 320; altro non scrivo. Pre’ Zuane de Lupellan de Alexandria. 264 . Exemplum. Cargo di le galie di Alexandria, Capitando sier Ztian Francesco Badoer di sier Jacomo. 1520. Zenzari beledi..... 30 Zenzari mechini . . . . 25 Canele....... 140 Garofoli....... 9 Noxe muschade . . . . 4 Mazis schafazi..... 4 Endegi ceste..... . . . num. 50 Lache semelri..... 40 Lache combait..... 3 Inzensi 17 Galenga....... 5 Sandali rosi..... 3 Sandali bianchi..... 1 Boraxi....... 8 Sangue de drago . . . . 10 2 Mirabolani...... 7 Turbiti....... 1 Goma..........coli 2 Spigo..........» 3 Chasie schafazì........ » 5 367 Contadi in oro ducati 40 milia. Exemplum. 265n Notandi dii mexe di Aprii 1520. Fo uno la selimana salila, forestier, andò sul ponte di Castello, se spogliò, lassò la capa e disse : « addio me ne vado », si buio in aqua, e più non vene suso. A San Lio fo uno Baldissera sarlor, havea una moglie nominala Antonia di Salò, fece una pula li messe nome Catarina, levò la pula, naque con la ca-misuola, la qual era dorada e fo con oro. Tutti corse a veder, el Io fui di quelli li dava danari; fo discoperto una jotonia. Questi zentilhomeni vidi zugar a la balla granda in questo mexe, sul campo di Santa Maria Formoxa: sier Antonio Bondimier di sier Andrea, sier Almorò Minio di sier Lorenzo, sier Filippo Zen qu. sier Bortolo, sier Nicolò Donado di sier Zuane da San Polo, et sier Domenego Bragadin, sier .... et uno altro popular. A dì 27 Aprii. Ilavendo frale Alberlin, sta a San Giacomo di Paludo, predichato questo anno nel Santo a Padoa con grandissimo concorso et predi-cliava contra zudei, inducendoli a meterli a sacho, hor li reclori lo admonì non dicesse più lai parole, la Signoria voleva ristesse. A la fin in questo zorno venuto in questa terra, fo chiamà dai Cai, al qual fo fato comandamento non predichi più in questa terra, ni etiam vadi a prediebar a Padoa. È suo fautor sier Antonio Condolmer. Anseimo hebreo dal Bancho, chiamato in Cole-gio e dimandatoli si ’I voleva acetar li capitoli over non, perchè non volendo si manderia via, rispose : iì quando el voler col poder combate insieme, il po-der slà di sora ». Nota. Hebrei hanno bancho in questa terra do : Anseimo el Abram, eh’ è il banco vecliio a Monta-gnana, a Conejan, a Porto Bufolè, a Porlogruer, a Verona, a Crema. Et Vita a Padoa comenza a prestar. Il Cardinal Grimani, stava a Ceneda, per queste motion di turchi in questo mese vene a star in questa terra. Stete nel monasterìo di Santo Spirito al- (1) La carta 264* è bianca«' 461 MDXX, APRILE. 266" cuni zorni, poi andò a Ponte di Brenta et comprò una caxa a Novenla, fo da cha’ da Molin, per ducali 2000, et ivi si sta. Fo mandalo a la fin di questo mese, per Colegio, hessendo PAdexe grando, Provedador sora la repa-ration di arzeri di l’Adexe sier Piero Boldù qu. sier Lunardo, qual à possession solto Caslelbaldo, con autorità e letere a’ rectori. Etcemplim Snmario di letere scrite per Colegio il mexe di Aprii 1520. A dì 2 Aprii. Fo scrito al magnifico conle Zua-ne di Corbavia, come, havendo ricevuto sue lettere per il suo noncio, di 3 Marzo, esser cavalca con 100 ca\alli per il territorio di Zara a custodia di quello, per tanto lo exorlemo a la bona custodia, et maxime da le incursion di turchi ; et quanto a li 50 cavalli voria meter lì in castello de Clitenas per esser comodo, li avisemo aver dal Baylo nostro di Con-stantinopoli, quel Signor lurco aver scrito al sanzaco novo di Bossina fazi abstenir quelli fanno danni su quel di la Signoria nostra, et vogli ben vicinar ; e che li danni è sta fati in la Dalniatia, è sta contro la volunlà di esso Signor lurco. A dì 3 dito. Fo scrito a sier Marchiò Nadal conte di Gurzola, come, havendo inteso per sue esser capila de li uno gripo di grechi lepantini cargo di ferro et cortelli, et lo ha fato soprastar lino habbi altro ordine di la Signoria nostra, e la liberation di quel garzon schiavo, di che lo laudamo assai ; ma li comandemo voghi restituì a’ dilli lepantini il grippo con le robe per aver dato fidejussion a l’ofiicio di PAvogaria di Comun di vender ditti feri el eortelli a Corphù. A dì 4. Scrilo a li reclori di Padoa, passa le feste di Pasqua fazino comenzar a laorar a quelle fa-briche, che fina hora non si ha lavoralo. Fo scrilo a sier Jacomo Manolesso podestà di Cologna, che zercha al far dii Consejo e olticii, debbi soprastar per fino li sarà scrito altro. Fo scrito a li reclori di Bergamo, mandi scudi 25 a Zuan Jacomo Caroldo secretano a Milan, per dispensar queste fesle di Pasqua al maislro di corrieri regio. Item, mandi ducati 10 per pagar cerio dazio de li di la Signoria Nostra, ch’è dii dazio dii quadro fo mandà a donar a monsignor di Lutrech. (l)-*La carta 265* è bianca. A dì .9. Fo scrilo a sier Marin Corner podestà e capitanio di Crema : havendo diviso la possession, fo di Sonzin Bcnzon, con il reverendo domino Zuan Maria fo suo fradello, et inleso per sue aver posto a F incontro la parte di Sonzin e non trovar chi la voia, pertanto volemo che di dite possession, quanto è per ducali 1500 ditto Sonzin è debitor di la Signoria nostra, fazi meter in la Signoria etc. A dì 10 ditto. Fo mandalo a Roma e allrovo sumarii di cosse turciiesche di la grande armala el fa, da esser comunicati al Papa, reverendissimo Cardinal Bihiena et oralor dii re Christianissimo e altri che li par. A dì 12. Scrito al Governador zeneral nostro, come volemo far far le monstre de lì questo mexe di Mazo, però ordini le zenle d’arme siino in orde-no etc. ; et scrito al Colaleral zeneral domino Petro Antonio Balata, a dì 20 Mazo si farà la monstra, lazi esser a ordine. A dì 13 ditto. Fo scrito a li rectori di Padoa, 266 * come el vien in questa terra l’orator dii Chrislianis-simo re per far resideulia; li vadino conira et lo ho-norino. A dì 14 ditto. Fo fato una patente al magnifico conte Zuanc di Corbavia, di recondurlo per uno altro anno a’stipendii nostri con li capitoli Fhavea; la qual conduta prima compite a dì 23 Marzo pasato. A dì 13 dito. Scrito a’ rectori di Verona, si manda de lì maislro Antonio proto a F oticio dii Sai per loro richiesto, per voler far il ponte sopra l’A-dexe, che minò; et expedito el sia, lo fazi pagar di le spexe l'averà lato. A dì 14. Scrito a’ rectori di Bergamo, dagi ducati 40 al mexe ad Alvise di Mariti va secretano a Milan, per sue spese, a ducali 6 al mexe per cavallari, essendo ubbligà lenir conto di dili ducati 6, come si ohserva. A dì dito. Scrito a sier Daniel Contarmi, sora-comilo, in risposta di soe di 9, come non trova ho-meni da interzarsi ; che non volemo li toia a Ruo-dolo, ma vadi altrove per la Dalmalia a interzarsi. A dì 16 ditto. Fu fato uno salvoconduto ad lloratio Baion fradello dii signor Malatesta, poter venir con robe etc. solto il Dominio nostro. A dì 17. Scrito a’ rectori di Vicenza, el vien de lì sier Antonio Condolmer savio sora le Acque, per veder le acque di Longara, qual sarà con el signor Janes Maria di Campo Fregoso et il signor Troylo Pygnalello, però li dagi quello li achaderà; et scrilo in consonanlia a li reclori dì Padoa. A dì 19. Scrito al podestà et capitanio di Tre-