101 MDX1X, NOVEMBRE. Zonta; che si l’era, sier Vetor Morexini passava. Et li nominati che intesi sono questi: Electi do Frovedadori sora i fuogi justa la parte presa. Sier Viilo Antonio Trivixan, fo camerlengo di Co-mun, qu. sier Marco. Sier Andrea Foscarini, fo Provedador sora la camera d’impresiedi, qn. sier Bernardo. Sier Filippo Baxadona, fo di Pregadi, qu. sier Al-, vixe. Sier Hironimo Zustignan, fo Avochato gratido, qu. sier Mariti. Sier Francesco Dolfin, fo ai X Oliicii, qu. sier Zuane. Sier Beueto Bon el grando, qu. sier Alexandro. Sier Vetor Morexini, fo provedador sora la Sanità, qu. sier Jacomo, 1414. Sier Nicolò di Prioli, fo di Pregadi, qu. sier Jacomo, da San Felixe. Sier Piero Marzelo, fo di Pregadi. qu. sier Beneto. Sier Jacomo Michiel, fo di Pregadi, qu. sier Biaxio. Sier Jacomo Boldù, fo ai X Savii, qu. sier Hironimo. Sier Francesco Barbarigo, fo ai X Savii, qu. sier Benelo. Sier Marco Antonio Trivixan di sier Domenego el cavalier, procurator. 53 * Sier Marco Trun qu. sier Antonio. Sier Zuan Bragadin qu. sier Francesco, da Santo * Aponal. Sier Hironimo Bafo, fo ai X savii, qu. sier Mafìo. Sier Hironimo Trivixan, fo ai X Savii, qu. sier Domenego. Sier....... Sier....... Sier '....... Sier....... Sier....... A dì 30, fo Santo Andrea. Vene in Colegio sier Tomà Gradenigo qu. sier Anzolo, fo alias in questa guerra podestà a Porto Gruer, dicendo tuli è stà rimandà a li so’ redimenti, e lui che in questa guerra si ha portà si ben e vene con curazina in Colegio, dia etiam esser mandalo. E se dia far guaian-za: o tutti o niente. Unde la Signoria dissono al primo Consejo meteriano la so’ grafia. Vene l’orator di Ferara per certe cosse particu-lar, intervenendo le possesion fo di sier Zuan Vetor Coniarmi, per una letera scrita al Ducha, aleuto mai ha pagato certe angario, et quelli voleno pagi da esso, scusando il Ducha è slà amatalo, et è vero non hanno pagato, non che dejure non debi pagar, et farà veder ad alcuni deputati quel vorà justitia. Vene l’oralor dii marchese di Mantoa, al qual, per el Principe, fo persuaso dovesse scriver al Signor suo facesse restituir una puta e uno pulo tolto sul veronese, per forza, per alcuni homeni mandati per el signor Lodovico di Gonzaga, i quali fono lioli dii conte . . ., sicome scrive el podeslà di Verona, e più la pula l’ha maridata in uno di soi, cosa da non suportar. E il primo Pregadi si darà taja. Risposo dito orator scriverà al suo Signor. Fi Verona, di sier Francesco da dia’ da Pexaro orator, di 28. Come, erano stali insieme, justa l’ordine, con li agenti cesarei, el parlato dii bon voler di la Signoria nostra di aquielar tutte le differentie per viver con la Cesarea Mueslà a li confini in pace e tranquilla con contento di populi; però il Senato li havia scrito che saria bon si ultimasse tutte le differentie loro. Si trasseno da un canto, poi consultato alquanto, risposeno che loro in questo mezo baria voluto si havesse Irato li ducati‘20 mila, da esser dati, et li beni di rebeli, di le qual cosse ha-veano instrutione, e poi zonzendo altro mandato clic l’aspetavano almen de Yspurch simile tralalo, et che etiam parleriano de le ville dii Friul. Esso Orator nostro disse che la Signoria nostra era prontis- 54 sima dar i danari e lassar i presoni se alcun ne fusse ; et che di beni di foraussili è facile adatar si il resto fusse adatato, e non saria si non ben indu-siar, e cussi loro fono contenti de aspelar vengi risposta di la letera scrisseno a Yspruch. Scrive ehe monstrano ben disposti di aquielar il tutto. El in Colegio fo parlalo di mandarli de qui a donar uno presente di cosse comestibile, confezion, malvasia e cere per la summa di ducati. . ; el cussi fo mandalo. Veneno sier Zuan Marzelo e sier Zulian Gradenigo Cai di X, in Colegio per una letera, senza nominar chi scrive, ma sotoscrita el vostro cordialissimo sier Velor, mandata a sier Alvise Mocenigo el cavalier, credendo ancora fusse Cao di X, ma è us-sito per la consejaria, pregandolo leza la inclusa con li colega, la qual inclusa par sia di quella istessa man fu la letera mandata a sier Balista Erizo censor, por la qual nel Consejo di X con Zonta fu posto quella taja eie. Ilor adesso scrive che si maraveja dito sier Balista habi fato dar quella taja, e che lui scrisse per zelo de la patria, et vedendo che le cosse dii Gran Consejo andava come lo vanno ; sichè lui non sa niente, e tal parole. Unde in Colegio fu concluso, chi