539 MDXX, MAGGIO. 540 veneno prima, vìdeìicet Piero Michiteus el Zuane Tavolic qu. Jaconio; li altri do venuti noviter è Thomà Voinovich et Jacoino Cagnasovidi. Fo serito ozi, per Colegio, a sier Bernardo So-ranzo baylo a Corphù, clie liavia scritto letere a sier Bendo Gabriel di movimenti turchesohi e’non a la Signoria nostra, che summameute desiderenio intender, però in l’avenir voy scriver ogni aviso l’intende di tal cosse. 1 Excmpliim. Stimano di una letera di Hongaria serita in Buda a dì primo Mazo 1520 per Francesco Masser secretano di sier Lorenzo Orio cl dotor, orator nostro, drizata a Zuan Batista Bamusio secretano ducal. Frater carissime. Da primo Septembrio On bora, sono stato posso dire cosi da gravissima el più de una infermitate oppresso. Andassimo iu nostra malora a mezo Lujo in Transylvania, et tanto più in là che due bone zorna-de ne conducevano in Tarlaria, quam ab antiquis Sarmatia aseritur vocabatur, quamquam, et Sarmaiiam Poìoniam nunc appellant. Eravamo ancora apud fmes Mysice inferioris, quam nunc Valachia bassa nominatur. Invitati a noze de uno di primi baroni de questo regno, dove stessendo in uno suo castello circundato da paludi et aque marze, che producevano febri, dove era uno pestifero aere, più di 12 zorni, per la quale cosa a le fine de Agosto, che fu el nostro ritorno de qui, tulli se ama-lassemo a la morte. 4 de’noslri morileno, alcuni ancora sono mal condilionadi. lo ebi febre quotidiana, poi febre terzana, dopia terzana et doe terzane ; poi dopia quartana et ultimamente quartana semplice, che mi ha posto in grande pericolo de devenlare hydropico. Già dui mesi mi cazai via la quartana con una erba ; ma ancora mi è restalo la spienza grossa, et adesso me fazo de li remedii, et camino per tulio fora di casa; spero di brieve esser del luto curato de ogni male. E queste è state le cause non ho possuto scriver a lutti li miei amici ; el perchè me scrivete esser desideroso de intender di le cose de qui, come sono libri, semplici et altre cose, io di quel che fin bora ho veduto et trovalo ve ne farò parli-cipe. Et perchè ho principialo parlare de Transylvania, da quella piglierò initio. (1) La carta 310' è bianca. Questa Transilvana adunque Bacia dieta est ab antiquis, ancora che adesso sia allra una regione che si chiama Dacia, quee antiquitus Cimbrica dicebatur. Questi populi adunque transilvani, qui a greca gente et a romanis Duci appellati sunt, parlano todesco, et in sua principal terra si chiama Sibinia. Et in tutta questa region di Trausylvana si trovano molte belle cose et rare. Et prima si trovano montagne de sale bianchissimo ; et sicome le altre montagne sono de solido saxo, così queste tutte de solido sale. Quel sale se mangia per tutti questi regni, el schiopa nel fuoco, né sì dilegua ne l’acqua se non é minutissimamenle pesto et macinato, il finissimo zucaro superando de bianchezza Diosco appellai salem metallieum seu fossileni, come è anche al Cayro, quali usano nitrum anche loro in loco dii sale, et lo chiamano nitron. Se questi latori presenti vorano portarvene, ve manderò un pezeto. Item, in questa Trausylvana si trovano montagne de cera negra, la qual stilla fora de’ saxi, el poi se indurisse come fa la goma de li arbori. L’odore suo è proximo a quello de l’olio de saxo. Fanno candele de cera, et ardeno benissimo. Ho giudicato questa cera essere pissasphalton, specie de bitume, del quale Dioscoride ne perlrada ; ma una cossa adesso mi fa credere de non, perché questa cera negra stilla del saxo et se indurisse lì come la goma su l’arboro et non defluisse in fonti, nè iu 311* fiumi come el pissasphalton ; et ancora che la mia non sia pissasphalton, io tengo otnnino che la sia specie de bitume; ve ne mando dei pezeli. Item, Ira Ungaria et Transylvana ce è, non dirò fonte, ma più presto cisterna de una aqua freda, che sa proprio da vino, lo ne bevetti mezo bichiero. Me parse uno bono vino grando, et me mandava fumi a la testa de inebriare. Quelli villani che stanno lì, la be-veno per vino et chiamano la cisterna del vino ; et trazano fora quanto che vogliano, non viene mai a maneho quella cisterna. Questa cisterna é apresso una cilà de questa regia Majeslà, che si chiama Nalie-bagna, dove sono le montagne de l’oro de questo Serenissimo re, sopra le qual montagne stato a vedere come cavano l’oro, et come il purgano da li saxi et finano et parlisseno l’oro da l’arzento, et ogni altra cossa fino a l’ultimo, ch’é il baler de li ducati. Anche in Transylvania ce sono assai montagne da oro, et lì in alcuni loci è slà veduto et trovato apresso le vite esser sponlà fora una ferula d’oro intorta, longa un cubilo, et questo oro è finissimo. Item, in questa Transylvana ce sono fiumi che menano oro ne la barena, tra quali fiumi c’è uno che