38! ne per le inondalion; e volendo far la descriplion dii bochadego, alcuni non auto danno, voriano esser compresi ; quel camerlengo non voi etc. Item, dii sostegno di l’Adexe. Vene il signor di Rimano, per caxa dii principe, con suo barba conte Zuan Aldovrandin di Ravena, e uno altro suo messo, qual li portò lettere, dii signor Carlo non, ma ben dii signor Galeazo di Pexaro, di 21, hore 17, come à consigna la rocha. Item, di uno Matheo suo locotenente, qual fè lezer, e li scrive voy ben vardar li fati soy ; sichè il signor Carlo è stà messo suso dal signor di Pexaro e forsi missier Zuan Bentivoy. E si disperava; voleva ir lui, dicendo si dolleva etc. 11 principe li disse volevamo omnino. Or fo terminato mandar ditto suo barba ; e ’l signor li scrisse una lettera era retenuto venir le 176 zente di la Signoria, e mandarli il suo anello. Copia de una lettera scritaper cl ducha Valentino a quelli di Ymola, data a Roma. Dux Romandiolce Valentieeque etc. 38-2 estendali.o ad altro, se non che ve certifichamo che presto ce ritrovaremo con vui in tal bordine, che senza dilalione li stati nostri sgrano reduti in la solita unione. E questo mediante la santità prefata, in la qual meritamente slimamo sia per noy resusitata la felice memoria di papa Alexandro. Et con vui, de hora in ante, non aspectate che habiamo a viver come con subditi, ma con veri fratelli e proprj figlioli, recerchnndo cussi la grandeza de li vostri meriti. Data Romee, in palatio apostolico, 7 novem-bris 1503. C.SSAR. Postscripta : Piati cura de tenere advisati di vostri progressi et nove li altri popoli el caslelani, ad fin che per le false fictione e sinistre novele che per opera de li nostri aversarj sono diseminate, non desistano di fare il dovere. Aqapitus. A tergo: Magnificis viris fìdelibus nostrisdi-lectissimis, ancianis populi, consilio et comuni civitatis nostrce Ymolce, Sa net re Romance Ec-clesice confalonerius. 1 Da poi disnar fo Pregadi, et prima fusse ledo lettere, il principe, con li cai di X el Colegio, aldileno in cheba certa persona secreta ; poi, venuto fuori e telo le lettere, el principe si levò et referite il successo di questa matina zercha le cosse di Rimano, e la bona voluntà dii signor Pandolfo, e le provision fate. Fu posto, per tutte tre man di savj d’acordo, che sia scripto a li proveditori nostri a Faenza va-dino uno di loro, per tessera o per acordo, insieme col conte di Pitiano e quelle zenle li pareno verso a Rimano, lassando custodia e l’altro proveditor in Faenza e per quelli castelli. E si Rimano o la rocha non si arà dato a lu Signoria nostra, la debbi expugnar etc. Ave 6 di no, e ’l resto de sì. Fu posto, per loro savj, risponder (ad) alcuni capitoli di Savignano, ut in eis, et azonto uno palino loro ducali 10 al mexe a uno podestà li manderemo. Ave 7 di no. Et a liore una di note, gionse leltere che la rocha di Rimano si havea auto, et con gran jubilo di lutti fo suspeso la sopradita diliberation di far cavalcar le zente a Rimano, e scrito per Colegio una lettera a sier Vicenzo Valier, laudandolo eie. Jh Ravena, di rectori, di 22, hore 17. Come Magnifici nostri fìdeli e dilectissìmi salutem. Per vostre lettere directive a la santità di nostro signore, le quale sua beatitudine ce ha mandate a vedere; e per quanto havete scripto al reverendissimo s. Cardinal di Salerno et ce ha referito a bocha Cichino aportatore de la presente, havemo pienamente intesa (la) ferventissima fede e constantissima perseverantia verso de noi, la quale, come a noi era nota de prima, cussi havemo singular piacer che per queste vostre nove et admirabile demostratione sia per vostro honore manifesta a tutto el mondo; del che siamo tanto satisfati, contenti et aiegri, che in questo compensamo ogni altra adversità patita. Simel mente, quanto haveti adoperato in assicurar noi e vui de la rocha etc. piazete e piace summamente, et laudanio la gran providentia e industria da voi usata in questo, exortandove ad perseverare de tenerla e guardarla in man de la comunità, a comun beneficio nostro e vostro. Volesse nostro signor Dio che cussi fìdeli e providi subditi et amici, qual siti vui, li havessemo auti in Arimano, che havessero come vui reduta a sue mane e guardata per noi quella rocha ; ma come è la fede et affectione nostra incomparabile, cussi convene che ancora li effetti siano singulari. Cichino prefato, quale è stato intro-duto a la prefata santità et à parlato con noy, a pieno poterà informarvi de lo essere nostro e de le nove de qua, unde non acade che per questa ce MCCCCClll, NOVÈMBRE.