66T MDXX, GIUGNO. 668 Thoinà Lippomano, sier Zuan Barbarico, sier Alberto Badoer; eravi etiam sier llironiiuo Zane, il quinto sier Lodovico Michiel qu. sier Piero da San Polo. Acadete ozi, poi nona, uno caso leribele, che questi veronesi, vanno in galia, soleno andar per la terra armadi et in trota ; et essendo andati a San Zulian in Curazaria, dove si vende corteli e arme, volendo comprar certi eortelli, uno vene a parole col maistro, adeo si comenzò a dar cortelade, et el predilo maistro nominato.......fu morto di gran feride, da più di uno de’ diti veronesi, et li bo-tegieri contra, e altri fo feridi e cussi di veronesi, e femene su li copi a trar piere zoso a’ ditti veronesi ; ■unde visto tanto remor, corseno alcuni in cao di Piaza a caxa di sier Zuan Venier Cao di X, qual vene li e fe’ sedar con gran stento il tumulto. Et Agustin di Castion, soracomito di dilli veronesi, fo quasi messo in preson et alcuni altri, ma poi nulla fu fato; el il corpo dii ferito el morlo in una taola fu porlato a la scala di Pregadi, aziò tulli vedesse queste cosse si fa in la terra. A dì 28. La malina, in San Marco e Rialto fo proclama, da parte dii Serenissimo Principe e Cai dii Consejo di X, che alcun, sia chi se voglia, non debi portar arme si soldato, come scrito in galia, ni sebiopeti, sotto pena grandissima. Veneno in Colegio sier Fabrizio Corner, sier Marin Falier, sier Luca Darbarigo e sier Hironimo Corner nobcli, Piero Coresi et Zuan di Stefani come oratori di la Università di Candia, et apresen-tono una lelera di reetori, come erano oratori, et exposeno. Sier Fabricio parloe quanto era slà preso nel loro Consejo di Candia voler far a beuelìcio di la forliflchalion di quella cita, e come souo tutti disposti di meter la vita a beneficio proprio e di questo excellentissimo Stado,el maxime contra il Tur-cho, che risona per tulio di la valida armala ha fato, qual è in ordene perussir, suplicando sia risposto a li dilli capitoli; el altre parole. 11 Doxe li carezoe, dicendo li Savii li conseiaria et se li faria risposta col Senato. La copia di qual capitoli sarano qui avanti posti. Noto. A di 27 di questo mexe, in Colegio fo baiolato uno di Savii di Terra ferma, qual debi andar a far le monstre di le zelile d’arine a Verona questo mexe di Lujo. Et rimase sier Piero da cha’ da Pexaro, el qual compie questo mexe, et le monstre si farà a dì. . . dito. Fo serito a Lunardo Anseimi consolo a Napoli, dagi uno conto al secretarlo Hironimo Dedo di quello ha a dar dii lì lo de la caxa di San Marco el conte di Monlallo per conio vechio, aziò si possi recuperar i danari. Exemplum. 385 Serenissime Princeps et exccllentissime Domine et Domine colendissime. Quanta sia importante la fortilìchation de questa cilà et borgo de Candia, non dubitiamo Vostra Serenità ne sia certata, sì per relation de li magnifici reetori, che prò tempore referiseono a la Sublimità Vostra la debilità et bisogno nostro cir-clia ciò, qual etiam per plui man de oratori nostri a’ piedi di quella a questo effeeto mandati. Nec non per relation de l’illustre signor Joanne, che de qui fo mandalo per la Serenità Vostra a questo efeclo, quale siamo certi, con el modelo fece de qui, et a Vostra Celsitudine aprontalo, palpabilmente haverà visto quid et quantum sia el bisogno nostro. Perchè, Serenissime et Inclite Princeps, nui non possiamo reputar, nè 1’ esser se atroviamo de esser nè star altrove che in campagna aperta ; et essendo tanto grandile le forze del leou rapace a nui mollo vicino, el nui desiderando conservarsi soto la fortissima ombra del stalo de la Sublimità Vostra, non dubitiamo che rechiedendo forlificalion per perpetuarsi subdili sui sviseratissimi de la Serenità Vostra, bisogna a quella persuasion a la nostra salutifera rechiesta. Imo non solum persuasa teniamo sia Vostra Sublimità, ma etiam con li etfecti prontissima subvenirne el bisogno, importando cussi le pericolosissime et potentissime motion de li tempi presenti, che fa questo novo tyrano et molto fortunato. Però, per più expedienle importando pre-steza el fato nostro, habiamo eleto nui nobeli et pheudali servitori et fide!issimi subditi de Vostra Serenità qualro oratori de li nostri se atrovano de lì, quali sono domino Fabricio Comario, domino Michaelis, domino Marino Faletro e domino Francesco, domino Luca Barbadico e domino Benedici! et domino Hironimo Cornario clarissimi domini tìeorgii, equitis et procuratoris Saneti Marci dignissimi ; et per parte de la università de li li-delissimi citadini de queslà città, svisceratissimi a morir con nui insieme per conservarsi subdili di la prel'ala Serenità Vostra, hanno insieme con nui electo per suoi oratori li signori domino Pelro Coresi et Joanne de Slephani, con condilion che se domino Pelro Coresi non si trovasse presente, che