343 MI)XX, MARZO. 344 donne damigelle de la dila Regina. A lo mirare dii barco, se li fece avanti el dio Mercurio in la forma da li poeti figurata, el quale, come nuntio de tulli li altri dei, venne ad nunliarli come tulli li altri dei erano descesi dal cielo per ricever et lionorar la prefata Serenissima Regina et difenderla da ogni caso adverso ; et dille queste parole se li posse avanti continuamente acompagnandola et dechiarandoli de loco in loco tutti li acli che se li presentavano. Et primo fu che, gionla la Regina sopra un prato, se li presentò un carro Iriumphale tiralo da 4 cavalli coperti lutti de seda verde, sopra il qual era una bellissima giovene in forma de Diana, ornatamente vestita, el ciim l’arco in mano sedeva sopra un loco eminente in dito caro ; abasso, a piedi sui, sedevano due nimphe una per banda del carro, anche le ditte belle et mollo galante giovene cimi li archi et saette in mano. Sopra questo prato comparsero, che usci-teno fuori de dui boschi uno per mezo l’altro, da 40 cavalli ligieri cum homeni armati in arme in biancho, ben però a la legiera, cimi sopravesle di seta a la stralicia, li quali corsero l’un contra l’altro scaramuzando, tanto che lutti rupero le sue lanze adosso al compagno. Finito questo coinbalimenlo, la Regina seguì el camino accompagnata ut supra, et drieto etiam sequiva el carro de Diana. Et un podio più avanti, passando per certi ameni boscheli, se intrò in una altra piamele, ne la qual comparse incontro a la Regina Apollo, cioè il sole, cum l’Aurora sopra un carro tiralo da altri 4 cavalli coperti de seta cremesina. Apollo slava in piedi de sopra el carro, et Aurora li sedeva a fronte abasso. Questo, apresentalo a la Regina, disse alcune parole francese, che non furono tropo intese, però non le scrivo. Ivi sopra la ditta planicie comparvero allratanti homeni d’arme a cavallo ussiti de uno bosco, i quali erano coperti de riche sopraveste d’oro, et li cavali d’oro et de seta ; capo de una di le parte era monsignor de Barbon gran conleslabele, e de l’altra parte monsignor di la Tramoglia. Questi se atlron- * torono insieme cum li slochi et fecero una altra baiagli, baltendose l’un l’altro come se l'ussero siati crudel inimici, rompendose li stochi sopra l’arme cum tanto strepilo che pareano ambiati ; et durò questo combalimenlo un bon quarto de ora. Andò più ultra la Serenissima Regina, seguitala, ut supra, et da li anteditti Dei. A l’uscita de un boschelo, relro-vò una caseta negra fumosa, et per diversi busi a le fiale uscivano fiame de loco, et se udiva lì drenlo un grandissimo rumore, con tanta confusione che faceva star ognun allenito et pauroso ; et apresso vi era un tanto strepilo de martelli el incudine, che veramente pareva l’inferno ; et questa era la fusina de Vulcano, da la qual uscilero da circa 15 homeni a piedi, tutti armali in biancho cum martelli et stochi in mano. El da l’altro canto ne uscitero allratanti, li quali in compagnia aveano un altro carro Iriumpha-le, supra el qual era una belissima giovane ili abilo. de Venere. Li quali omeni da Puna et l’allra parte se afrontorno, et aspramente batendosi cum marleli et stochi combaletlcro per boti spacio. Nel mezo del combater fu dato fuoco ad alcuni pezi de artellarie, che erano dentro el bosco, et feceno tanto ribombo die pareva il cielo risonasse fino a la octava spera, e tante rochete andavano a l’aere, che l’era tulto ardente a veder. Finito questo el scorsi un podio più olirà per il barco, che è molto ameno, pervene ad un altro piano, dove li venero incontro ad un Iralo, pur sopra carri trìumphali, Saturno, Jove et Marie cum altri fìgmentì poetici, et quivi etiam erano altri ‘20 homeni d’arme per banda, in una de le qual vi era il re Christianissimo ; et qui fu falla un’ altra terribel bataglia pur cum li stochi. Nè crediate che nel menar a li colpi si havesse più riguardo a sua Maestà Chrislianissima che ad alcun altro; anzi lei, come più generoso el magnanimo cavalier de li altri, se metteva dove era più stretta la barufa, dando et recevendo smisurati colpi, come adviene a chi se mete in simel prove. Da questo piano se descese poi per un pogìo in una valleta, per la qual passa ¡1 fiume de la Chiaranta, che divide il barco; sopra questo fiume vi è un ponte, a mezo del quale da la parie verso il castello se descende in un praticello posto in insula, per esser circumdato da li rivoli del dito fiume. Ivi descese la Serenissima Regina, dove tutta fiata li venivano incontro dui balelli fati in forma de delfini, et a cavallo de uno vi era Nepluuo dio del mare cum el tridente in mano ; poi venivano dui altri batelli fati in forma de syrene, et due in cigni che notavano, che era una maraviglia vederli, perchè pareano da bon segno, tanto erano ben falli. Comparse ancora una barzola ben armala de artigliane et homeni in bianco. Iti ultimo vene un na-vilio fatto in foza de un bucintoro, ma discoperto, 196 in mezo del qual era una fonte falla cum mirabele artificio, che butava acqua rosa muscata. In dillo bucintoro era monsignor lo Armiraglio cum il fischietto al collo vestilo da marinaro, et faceva el co-mito ; et fece acoslar il navilio al praticello et messe scala in terra, et recevete dentro la Serenissima Regina et Madama cum tutta la letica, levati però via li muli. Introrno etiam il ditto navilio tutti li pia-