237 MMX, FEBBRAIO. 238 Grilli, et intrarà sier Francesco Barbarico qu. sior Bendo. In la qual opinion si remose sier Andrea Fo-scarini et sier Sebasllan Moro consieri, e introno in questa. Andò le parte: 117 di Savii, 82 dii Fosoa-rini, Moro et Pexaro, 2 di no, et fu presa quella di Savii. Et nota. Sier Tbomà Moro non voi andar se non se mete la parte in Gran Consejo di perlongarli el tempo di andar capitanio a Vicenza, la qual non se poi meter se non per 6 Consieri, 3 Savii di XL, e bisogna l’habi li 5 sesti da numero 1400 in suso, come apar per la parte presa dii .... in ditto Gran Consejo. Fu posto, per li Savii di Terra ferma, dar a quel Marco Memo modoneo, in loco dii turziman a Ceri-go fu preso darli, li sia dato certo oficio in Setia ; ina per sier Francesco Foscari cl consier, io intrigata la parte; siebè non fo balotata. A dì 5, Domenega. Non fo alcuna lelera di farne nota. Da poi disnar, fu Gran Consejo. Tutte le voxe passoe, et fu fato Luogotenente in Cypro sier Seba-stian Moro el consier, qu. sier Damian, vene triplo, ave 1080, 427 ; et sier Bernardo Donado, è di la Zonta, qu. sier Piero, 532, 980. Nota. Fu tolto mas-ser a la Zecha di l’oro sier Domenego Loredan di sier Marco, con titolo che leze loycha. Et perchè tal litoio non è nota in Canzelaria, licei lezi loycha in loco di sier Sabastian Foscarini doctor, letor in philosophia, per le leze, non essendo noia in Canzelaria, fo slridato non si poter provar, e non fo balotà. Item, sier Lorenzo Capelo, fo capitanio a Brexa, qu. sier Michiel, vene a Consejo, ch’è molti mexi non è stalo per certa sua egritudine. A dì 6. Vene in Colegio il Patriarca nostro, dicendo aver (rato 9 monache dii monasterio dii Santo Sepolcro, e quelle messe a Santa Chiara di Veniexia; siebè è compito di regolar li monaslerii, ma bisogna far sia proclama »¡un non vadi da monache a visitarle se non padre et fratelli eie. Era li Cai di X ivi, e voria si melesse parie nel Consejo di X di questo. Veneno sier Domenego Trivixan el cavalier pro-curalor, e sier Lunardo Mocenigo, è in Colegio, pro-vedadori sora il Monte Nuovo, a dir è sta fato mal a non meter cri in Gran Consejo la parie di prolon-gar il capitami di Vicenza a sier Thomà Moro; e visto la leze non se poi, fo parlato che sier Gasparo Con tari ni vadi solo et sii con sier Agustin da Mula podestà et capitanio di Ruigo; e terminato far le teiere al dito podestà di Ruigo, ut supra. Di Milan, fo letere dii secretarlo Caroldo. Zercha una dieta si fa di sguizari, tamen che 8 cantoni voi non si partir dii re Chrislianissuno ; et scrive longo sopra questa materia, ut in litteris. Di Franca, di sier Antonio Justinian do-tor, orator nostro, date a San Jani iti Agulem a dì 23 et 25 dii pasato. Coloquii auti col re Christianissimo zercha la liga si tratava a Roma, et cose di grande importantia, di le qual fo comandà gran credenza ; el el suinario forlasse melerò di soto, sapendolo. Di Verona, fo letere dii Pexaro, orator nostro. Come, erano stati insieme con li agenti cesarei et........................... Dii provedador di l’armada sier Domenego 132 Capelo, fo letere date a Corfù a dì... . Zener. Come havendo inteso esser venuto buon numero di cavalli turchi per. .., ha mandato certe galie de lì, acciò non siegua qualche disturbo. Par quelli dii loco volesseno fuzer sul nostro; et havendo inteso come a Patras era stà retenuto sier Vincenzo Pixani qu. sier Nicolò per certo garbuio fatoli, ha deliberato transferirsi forsi fino lì etc. Da poi disnar, fo Colegio dii Serenissimo, Consieri e Savii per aldir alcuni oratori, volendo au-dientia ; et cussi steteno fin tardi. In questo zorno, in execution di la sententia fata in Quarantia criminal a dì 3 di questo mexe, per el piedar di sier Francesco Morexini avogador di Cornuti, che menoe do assassini trovali 3 zorni avanti per Andrea Vassallo capitanio, quali andavano per la terra despoiando le veste, overo mantelli a le persone, con uno novo modo: portavano un baslon per uno et in una sporta cenere menuda, e come avanti zorno trovavano alcun, uno li deva una bastonata drio la copa, l’altro li butava la cenere ne li occhi, acciò non vedesse e li spogliava; lior presi, confessono a la corda il tutto. Uno è Hironiino To-scan, l’altro Antonio Zenlurer zoveni, non passano 22 anni. Confessono haver spoià 7 persone, et tamen non fato altro mal; et in Quarantia fo defesi da sier Alvise Badoer avocalo di presonieri, domandando maneho pena per esser confessi, dicendo non ha in questi deliti fato sangue, ha robà in luto veste non vai lutto ducali 0, l’ha fato per povertà, che, con efedo sono poveri, et è pochi inviamenli in la terra. Demum è zoveni, rechiedendo pietà, et uno di loro, videlicet il primo, era disposto zove-ne. Quali venuti in Quarantia, comenzono a pianzer grandemente, tamen preso di procieder di tutte le