58!) MDXX, GIUGNO. In questo zorno, poi nona, in Pinza di San Marco fono justiciati li 4, videlicet sier Berluzi da Canal qy. sier Jacomo, primo apichato, e quel Lunardo Da-monte, vecbio di anni 70, canuto di barba et di cavali, qual zà anni 50 scapulò di poco la forcba, e da lui in qua si sona la campana dii malefìcio che prima non si sonava, comesi fa al presente; et fono Irati di prexon. La corte e piaza era piena di grandissimo numero di zenle. Sier Berluzi primo andava cridando « merito mazor morte » ; e come fu soto il palazo dii Doxe, cridò: x Serenissimo Principe! merito mazor morte eie. » ; et a la porta di la cliiexia era assa’ persone, si voltò dicendo: « Non dubilè scampi in cbiexia, vo’ volentieri a questa morte ». Et a Tadio, suo fiol, disse : « Fiol, vien constante » ; e lui rispose : « Padre, son qua e vado a questa morte volentiera, perchè la merito, aver roba e viola e lochi tante reliquie ». Il vecbio nulla diceva, e inanello quel altro barcaruol padre di G fioli. Hor come sier Berluzi fo su la scala, cridò (re volte n misericordia » eie., e fo buia zoso dal boja, qual è in presoti per il Consejo di X, e havia una corda al pe' aziò non fuzisse. E1 vecbio nulla disse, che subito morite. Sier Tadio suo fiol se inzenochiò al zoco, pregò tutli dicesse una Ave Maria per lui, e li fo lajà la testa al primo colpo. E subito salile 6 zoveni sul soler e tolse il corpo e la testa, che era in terra e messe in una cassa; et poi fo lajà la testa al barcaruol, che era mezo morlo, et non stele molto che li apichadi tulli fo tolti zoso el canal, posti in una cassa e li altri do in cadeleli et mandati a sepelirli; sichè non si vele altro che la forcha. E a questo proposito voglio scriver qui uno epigramma fo falò a proposito di questi do. È da saper, sier Berluzi da Canal qu. sier Jacomo, essendo visdomino in Fontego di lodeschi intachò la cassa, fo condanà e vien strida ogni anno per furante in Gran Consejo; suo (iol sier Tadio essendo a la Ternaria vechia inlachò la cassa di lire 25 e pagò e non fo altro. Questo ha do fioli, uno di 7, l’altro di 5 anni, et la moglie fia naturai di sier Piero Barbaro qu. sier Jacomo, la qual stava col padre zà alcuni anni. Hor questo è lo epigramma : Et pater et filius nummos rapuere Senatus, sacra tulit genitor sacra tulit filius, Cum fuerint similes moribus fdiusque pater -que, cur mors tarn miseros non rapit una duos? A dì 9. La malina, il Principe non fu in Colegio justa il solito, per la gamba che li buia, sta in lelo in quiete a riposarsi. Noto. 11 Governador zeneral nostro è ancora in questa lerra, ha fato conto dii suo credilo, et fo mandalo per Colegio da lui, alozato a Sanlo Anlonin, 2 Savii di Terra ferma. Da Cypro, fo letere di Aprii, vechie, con nove di Curlogoli eie., et che dovea ussir ; el altre occorenze de lì. Da Corphù, di sier Bernardo Soranzo bailo et Consieri, di 24. Mazo. Di provision fanno zerca l’armata turchesca eie. Da poi disnar, fo Pregadi, el da poi lele molte letere venute in questi zorni di Roma, Napoli, Pranza, Spagna, Anglia, Milan, Cypro, Corphù, el do letere di Palermo, di sier Pelegrin Venier, di 15 et 20 Mazo, zercha l’armata yspana; il suinario di le qual noterò qui avanti. Fu posto, per i Savii tulti, la commission di sier Sebaslian Moro, va Provedador zeneral a Corphù, in conformità di le allre date al Provedador in Cypro e al Provedador in Candia, che venendo l’arma-da turchesca e volendo acoslarsi, debi obviarli eie. Fu presa; ave tutto il Consejo. Fu posto, per i Savii loro, atento li meriti di sier Marco Gradenigo qu. sier Catarin, qual fa l’exercilio dii soldo, che li sia dato stipendio di . .. ducali per page e legni cavali... a ducati . . . per paga a paghe 8 a l’anno, et fu lelo molte disposition di pro-deze ha fato in questa guerra ; tamen, perchè tutti i Savii non meleva la parie, fu rimessa a uno altro Consejo. Fu lelo una ¡etera di rectori di Zara. Come aveano fato una sentenlia contro sier Bortolo Falier soracomilo, qual prese una marzeliana carga di ogi andava a Ferrara et la menò con lui, dicendo averla presa per conlrabando, et li Rectori terminò debi restituirla ; unde fu posto, per li Consieri, Cai di XL el tulli i Savii, che ’I dito sier Bortolo Falier in ler-mene di zorni 3, per il recever dii comandamento, debi haver restituito tutta la marziliana con il cargo senza alcuna spesa eie.; siali fato patente a tulti li rectori dove la fusse, la restituissa ad Antonio di Zara patron e pagar le spexe: 162, 15, 5. Fo lelo una parte presa dii 1518, a dì 22 Mazo et 29 dito in Pregadi, di elezer 3 per scurtinio di ogni loco et oficio con pena, quali vadano a Padoa a veder quelle strade, terreni, ponti et fosse, el ben inslruti referisca in Colegio. Fu posto, per li Cousieri e Savii, alento fusse uno edificio di batirame posto in Padoa al Bassanelo rui-nato, quale si afìtava ducati 70, il terzo era dii Colegio, e Zuan Balista da Lion, qual pagava de lire do, ducali 24 a l’anno a uno Anzolo di Conti, over da dia’ Alberto ciladin de qui, et al presente si afila