527 MDXX, MAGGIO. 528 incantar quel dazio dii Sai, pertanto li dagi ogni favor eie. Nota. Soleva andar uno Provedador dii Sai, nio’ si manda uno scrivan. Fo serilo al Podestà e capitanio di Conejan, fazi intender al strenuo Zuan Batista da Fan condutier nostro, vadi con la compagnia a star in Verona in loco di Zuan di Saxadello, è stato il suo tempo. 303 ‘ Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonla. Et prima col Consejo semplice fu presa una parte da esser publicada, che chi tajerà li arzeri ¡di lagune, oltra le punition comprese in la parte vechia, et chi acuserà quelli, oltra la taja possi cavar uno di bando per omicidio puro di questa cita nostra, e sia comes-sa la cossa a li Provedadori sora le Aque di punir li delinquenti mediante el Consejo di XL criminal. Fu poi con la Zonta preso che la revision di le minere per la decima pertinente a la Signoria nostra sia comessa a li Provedadori sora le aque, qual debi inquerir e farsi pagar; et quelli danari siano ubli-gati a! ditto oficio. Fu etiam preso che, atento sia sta deliberalo in questo anno, a di. . , che li ducali veniliani et on-gari coreseno lire 6, soldi 16, e li fiorini lire 6, soldi 14, tameng spendeno per molto più, pertanto sia preso che non si possi spender per più nè per oflìcii, nè per banchi sotto pena etc.; et la dita parte sia publicada. Tamen li banchi non la observa. A dì 22. È l’anno mio principio di milesimo, che in'.ro in la età di 55 anni, che prego Idio in ben e in honor mi lassi finir. El Principe non fo in Colegio per non si sentir di la gamba alquanto. Dii Zante, di sier Domenego Capelo provedador di V armada fo letere di 21 Aprii. Dii zonzer suo lì con galie, et va in Candia; nè di armata turchescha se intende altro. Di Candia fo letere par ticular, di 17 Aprii. Come aveano di 5, da Costantinopoli, che Curtogoli con 36 vele era ussito di Strelo et doveva ussir il resto fin numero 40, et il Signor turcho mandava l’exercito et in persona passava sopra l’Analolia. Dal Chayro, fo leto in Colegio una teiera dii soldan Chairbech con molti litoli, scrita a la Signwia nostra, fata tradur dì moresco in latino, portata per il Capitanio di le galie di Alexandria, la copia de la qual sara notada qui di solo. Da Corphù, fo letere particular, dì 5 Aprii, ch’è nulla de le cosse lurchesche, imo si tien per questo anno non ussirà gran armata. Di Roma, di sier Alvise Gradenigo e sier Marco Minio oratori nostri, di 17. Prima, de l’intrar in Roma di esso orator Gradenigo a dì 13 mollo honoratamente. Li vene conira le fameglie di reverendissimi cardenali, et molti prelati nostri ; in-trò con zercha 500 cavali. Poi, a dì... , andò a basar il piede al Ponlifice et expose la sua amba-sata, et fo molto carezato; et poi li basò el piede, 10 abrazoe, facendo segni di grande benevolentia verso la pairia nostra. Lauda molto sier Marco Minio suo precessor. Et scriveno che lui sier Marco, tolto licentia dii Papa el de li reverendissimi cardenali, monteria a cavalo a dì 19 per repatriar. Seri- 304 ve, quando 1’ andò esso orator Gradenigo dal Papa, Soa Santità era sentato sopra una cariega coperta di veludo cremexin, vestila in albis, et da poi basatoli el piede, Sua Santità’ lo volse basar lui Orator nel fronte, et era assistente a questa audientia 3 cardenali fiorentini, zoè Cortona, Salviati et Cibo; et ch’era el reverendo domino Petro Bembo nostro veneto, el qual aperse la letera et il Papa volse lezerla lui proprio. Item, dii zonzer lì a Roma dii duca di Albania, vien di Franza, qual el Pontifice lo avea fato alozar in palazo per esser cusin de la mojer dii qu. magnifico Lorenzin duca de Urbin, che morite. Di Napoli, di Hironimo Dedo secretano, di 13. Come molte vele di fuste di turchi erano venule a Ischia et Capre. Item, che l’era stà proclamato un parlamento generai di tutti li principi et baroni dii regno di Napoli, che a Pasqua di Mazo si dovesseno redur per dar un subsidio caritativo a la Cesarea Majestà. Item, che di l’armata dì la Cesarea Maestà non si sapeva, l’exito poi si partì dì.... per andar a Zerbi ; alcuni dicevano che erano desmonlati, altri dicevano che dita armata era levata di l’impresa e tornata a Cavo Passera, sopra l’ixola di Sicilia. Da Milan, di Alvixe Marin secretano, di 20 Mazo. Come era slà conclusa la liga con li nuove cantoni di sguizarì et il re Christianissimo con molti capitoli ; el sumario di quali questi sottoscripti sono 11 principali. Et prima, che ’1 re Christianissimo non possi tuor manco di 4000 fanti sguizari al suo soldo, e li debi dar 4 fiorini per uno di rens ; che ogni 4 tempore el Re ge dagi 25 milia scudi oltra le pension ordenane. Item, che non li possa menar sopra el mar, ma ben di qua et di là de i monti. Item, che avendo guerra essi sguizari, il Re ge dia 400 lanze el una bona banda de artellarie. Di Roma, vidi letere particular di sier Hi-ronimo Lippomano, date a dì 17. Come sier Marco Minio orator nostro parte con optima fama di aversi ben portato in questa legatone. Zercha le cose dii Turcho, la brigata de lì se la ride et non le