583 MMX, GIUGNO. 584 In quesla irratina, di ordine dii Colegio fo sepulto quel francese monsignor el capifanio Moriaclies, clic fu morto da’ villani a Uriago, il qual era zerman di °35 |a madre dii Ile; havia condii la cinquanta lanze col He el hitrada 8 milia scudi, andava per vodo in Je-rusalem. Fo levato in corpo di chiesia di Santa Maria Zubenigo el portato in una cassa coperla di veludo cremesin per terra con (ulte le Scuole di quesla terra, il capitolo di San Marco el canonici el altri preti et dopieri... in aste; et drio il corpo vi andò 1’ oralor di Pranza e altri francesi in panni lugubri. Fu posto in chiesia di san Kocho, dove in vita volse intrar in la Scuola, el sarà mandalo imbalsamato in Franza. Et pelegrini assai, videlicct uno è sier Hironimo Corner di sier Zorzi, patron di la nave va al Zante cor. la qual l’andava. Fo mandalo eri, per la Signoria con li Cai di X, sier Francesco Morexini l’avogador a Uriago a far processo, qual tornalo referì ozi in Colegio il caso, qual fu che questi francesi, andando a Padoa a piacer, erano zercha 7, havendo disnato in I’ hostaria a Uriago, poi disnar questo monsignor ussite fuora, e volendo uno tirava l’alzana bufar l’alzana sora uno albore di una barella, bulò la barela di dito monsignor in aqua, il qual con colera ferite quello tirava. E uno Tonino favro vilan, disse: «Che colpa hallo? ave fatlo mal ». Etiam ferite lui; linde vilani si adu-iiono questi combatendo, poiché fcrileno alcuni contadini fuzendo in una caxa, su la scala fu da uno spedo ferido dito monsignor, sicliè morite; li altri si serono in camera pontelandosi, e villani con furia voleva butar zoso la porla e rupe porte, e con li spedi deva a li francesi seradi c altri villani da li balconi; sichè se non zonzeva sier Mariti da Leze pro-vedador a le Garnbarare, tulli francesi erano morti; qual fece con mandalo fato da parte di Cai di X. Li villani andono via etiam loro feridi ; quali, venuti a San Nicolò a farsi medichar, fo presi alcuni per numero . . ., et uno di quelli, videlicet Tornio favro questa noie di le feride aule morite in presoli eie. ; sichè la Signoria fa ogni demonstralion di dolersi di lai caso, qual però loro francesi è stato causa, e l’orator è ben juslificato; si formerà il processo el si manderà in Franza. E morti aduncha do francesi, quali a li zorni pasali veneno in Colegio con lelere dii Re; e l’oralor per non vi esser il Doxe, fo rimesso a una altra fiata. Da poi disnar, fo Consejo di X semplice ordinato per expedir presonieri di conlrabando, maxime il boia e alcuni altri di la Zuecha. Non vi fu il Doxe, et non spazono, et chiamano lì Savii, el . . . . in- trono in sier Tadio da Canal qual dia esser decapi-tado per ladro, el qual accusa ai Cai di X alcuni voleva robar la sagrestia di San Marco, dove è assa’ arzenti, el etiam le zoie è nel santuario. Jtem, fo expedito 3 monetarli, uno absente et do presenti ; la condanason di qual noterò più avanti quando sarà publicata in Rialto. Da Napoli, di Hironimo Dedo seerdario, 335* vene teiere con quelle di Roma, di... Di la morte dii ducila di Melfe, qual era il primo uomo di la parie anzuina. Itcm, scrive alcune nove zercha la armada de Zerbi, sicome diffuse noterò di soto. Di Vaiermo, dì sier Pelegrin Venier qu. sier Domenego, di 15 et 20. Zercha l’armada di Zerbi ; il sumario di le qual è qui avarili. Noto. Eri, per Colegio, fo scrito al Podestà di Montona in risposta di sue, che quelli di Pisin non vicinano ben, però havemo scrito. Fo scrito a Padoa debbi cassar uno Agustin Tempesta bombardier, per non esser a proposilo nostro. Fo in Colegio balolà che Hironimo Rigo nodaro a li Governadori di l'Inlrade, debitor di la Signoria per la i/2 dii lieto a l’olìcio di Provedadori sora i Officii di ducali 591), grossi 4, con la pena di 25 per 100, et ha pagato parte, sichè ’I resta debitor solum di ducati 132, grossi 14, piccoli 13, qual si oferisse dar a l’Arsenal da ilio’ zorni 10 miara 8 di ferro, qual non babbi a pagar dazio, che sarà per la dita sumnia. Ave 18, 1, 0, et fu preso. Exemplum. 330 Sumario di lelere di sier Pelegrin Venier qu. sier Domenego, date in Palermo a dì 20 Mazo 1520, ricevute a dì 4 Zugno. L’ultime mie fo a dì 15 de l’instante. E venuto brigantini et una barca di Zerbi, partì a dì 22, el se intende per diverse lelere el per relazion de homeni venuti, come 1’ armada cesarea arivò a la Rocheta, in l’isola di Zerbi, a di 15 dii passalo, el in do zorni messeno in terra tutti li cavalli et fantarie senza veder mai persona alcuna. A dì 28 si misseno in ordinanza per andar avanti verso il castello. 5 mia lon-tan de dove si lovorno, se incontrarono cun 12 milia de quelli de T ixola, li quali li assallono de modo li haveano preso l’artellarie el roto el primo squadron, che fu necessitalo lo illustrissimo Capilanio zeneral darli socorso con li homeni d’arme; i quali si porlo-no vilissimamente, de modo li danno la colpa che per