3 MDXX. FEBBRAIO. 284 altra se lia brusato'; el se ti par da far qualcossa suso, fa come (i par, et broelie per imbrochar le ar-madure etc. 15915 Excmplum Copia di una letera di sier Zuan Antonio da dia’ Taiapiera soracomito, data in Cataro a dì primo Fevrer 1510, sor ita a sier Piero suo fradelo. Nara el combater con la fusta dii Moro di la Valona, e ave vitoria. Benché sia molto lasso et aflito da le percosse e feri.de, benché pocho ferido sia, pur scriverò puntualmente el sucesso del condito fra el Moro de la Valona e mi sora Durazo a di 25 Zener ; ma prima dirò el navicar mio. Da poi io parlili da Cataro, a dì 21 mi levai da la bocha et andai a Budoa, dove trovai el magnificò Capitanio di le galie bastarde, al qual li consegnai li danari mi fo mandati per la Illustrissima Signoria da esser dali a lui. Poi a dì 23, mi levai et veni in vai de Noxe. La note poi diti la vela per seguir el mio viazo de andar al magnifico Provedador de l’armada. A dì 24, verso note, fui sora Cavo di Ladri, desiderando far la note in mar, perchè me trovava senza bocon di pan, e convelli dar a li galioti fava per non haver altro in galia. Quando fo ad bore 24, alto mar mia 10 fuora de Cavo di Ladri, el me vene uno schifo da 3 navilii catarini, quali cargavano formento al Cavo, e dissemi come in quel zorno una fusta dii Moro di la Valona di banchi 22 era stata ad essi e li havea tolto liomeni 3 et una bombarda et altre arme e robe ; e che se dubitavano che non ritornasse a farli qualche danno e menarli via el resto, lo veramente, visto non aver bocon de pan, che tutti ne era forzo manzar fava, considerato el danno ne seguiria se non andasse ad assecurarli, deliberai, quando dovessemo star senza manzar do zorni, de andar al Cavo ad assecurarli; et ad hore 6 di note arivai al Cavo, dove steli fino bora una avanti zorno. Poi me levai per andar più verso Durazo, dove ne era, a uno altro cargador, altri doi navilii da Cataro, mia 6 lontan da Durazo; et andando verso lì, discoversi la fusta, qual era dentro de le seche, lonlan di la terra mia uno. E desideroso di far la andasse soto la terra, aziò la avesse el sospelo che la galia non ritornasse a far danno, deti lengua a li navili erano a quello altro 159' cargador, qual mi disseno che havea tolto altri 3 ho- (d) La carta 158 * è bianca. meni trovali sopra quelli do navilii soto la terra, et una bombarda et aspri 100 e altre robe. Et de continuo andai a la volta de la fusta, la qual comenzò a relirarse verso la terra, et li tirai una bota del pezo grosso da pruova; ma non la arivai, et essa mi voltò la pruova, et mi dessero una sua bombarda l’avea, poi se tirò verso la terra. Alor li disserai un’altra bota, e li passai di sora via. Visto non li haver dato, et essa esser conduta soto le mura de la terra, mi partì, et deliberai lasarla et seguir el mio viazo. La qual prelongata a la terra, tolse da 120 turchi olirà queli la havea, che iu tutto, per li schiavi ho recuperato et per turchi, che mi confessono, ho inteso con certeza che era da 230 combatenti tutti benissimo in orde-ne. Et olirà el Moro era sopra insieme con doi altri rays, erano in la sua compagnia con doi altri rais da Durazo, valentissimi liomeni, el se misseno a se-guirme. Io, vedendo questo, considerato che se loro non havesse tolto homeni di superilo che fosscno de avantazo strasufficienti per la galia noti si meteriano a seguirmi, deliberai far la zornata in mar, aziò non ne fusse speranza de scapolar a niuno, sia li mei, come a loro, et me retirai da mia 5 in mar, dove, poi messa tulla la mia galia in arme, dato boti ordetie, levato la insegna dii glorioso nostro proleclor, et salutato lo Iddio e la gloriosissima Verzene Maria, li voltai la prova et me drezai verso essa. Ella verso di me ansiosamente venendo, propinqui una balestra, si disserasseino l’artelaria, la qual non fece danno nela zente de una parte, nè l’altra cossa niuna, et se investissemo. lo veramente havea dato ordene a tuia la mia galia che, fino non sentisseno la percossa de l’investir, non deserasse nè schiopelo, né arcobuso, nè si Irazesse arme de sorte niuna ; et cussi fesemo. Et loro, avanti ne investisseno, assai propinqui, me disserono da colpi 30 tuli schiopi et archibuxi ha-veano, et mi disserono freze infinite, perchè ne era sopra ... arzieri. lo veramente, dato el seguo et essendo pruova con pruova, li desserai et ditli una ronza, adeo che a la prima ne misi per terra da 30, et subito loro se ligono, aziò non li fuzessemo, come poi intesi, et seguissemo la bataia. Io veramente avea ordinato assae fuogi, et sempre la mia artellaria grossa la rincargava, et tulla la minuda, perchè la fusta si mise con la sua magarina a la mia pruova et se tiravano da schiopi, freze, sassi, arme da lanzar fuogi che havea preparato per brasar li homeni, et tutte quelle cosse mi parevano necessarie, adeo che la bataja durò fino a sera. Quanto vidi non manchar hore una a note, et visto da Durazo haveano armato do barche che li veniano in soeorso, deliberato de