635 MUXX, GIUGNO. 636 di quello la Signoria nostra non traze alcuna utilità, pertanto sia preso di darli il dito teren dii castelo in feudo con ubligalion di dar uno candeloto di lire 2 ogni anno a la chiesia di San Marco, di Aprii ; fu presa. Il teren è campo imo e mezo, voi far stalla. Ave 148, 4G, 0. Fu posto, perii Savii tutti, una letera a s'er Za-caria Yalaresso conte et provedador di Liesna, laudandolo dii sopraslar ha fato, et cussi debbi star oculato. Intendendo nove alcune, armi ; aliter non ; et fu presa. Fu posto, per i Consieri e tutti Savii, dar una galia solil a la comunità di Cità Nova per cavar certo inandrachio con tutta la ferameota, la qual la ven-diuo e fazi la spexa, perchè li oratori voleno il dazio di l’oio e poter intrar roveri per far una palificata ivi. Ave 170, 5. Fu posto, persier Zuaii Dolfm, sier Francesco Bernardo, sier Hironimo Trivixan, sier Hironimo Querini, et sier Michiel Morexini provedadori sora la Merchadantia, aleuto fusse preso a di 28 Novem-brio 1513, clic lulle robe si traze da l’ixola di Cau-dia, Napoli di Romania, Corphù e altri lochi sora di Golfo non si possi trar senza piezaria, e cussi li lochi de Dalmatia, ma non fu fato menlion di lochi di l’Histria, che si traze rase, sarze e gusi, e altre simel robe, etiam di la Dalmatia, qual vanno a banda destra a la fiera di Reohaiiati per ducati 15 milia, è andate questo anno con danno di dacii di qui, per il che dille robe questo anno è stà pagà excessivi preci, però l’auderà parte che dite robe di l’llistria e Dalmata nou possino esser Irate per andar a le Cere ni altrove solo vento, ma ben sora vento, e debano tuor la Quaranta dove le trarano senza spesa, e dar piezaria di condurle di qui, solo pena di contrabando etc. Ave 168, 8 ; fu presa. Fu posto, per li dili, alenlo soleva venir assa’ azali e altre ferareze lavorade trate di le terre e lochi nostri qui, le qual vien condule in terre aliene non obstanle li devedi, e li dacieri havendo conlentà si provedi, e auto facullà dii Consejo di X, a di 23 dii passato, a benefìcio di dacii uoslri, l’anderà parie, de ccetero azali e ferrareze lavorade si Irazerano dii brexano, bergamasco e altri lochi noslri non possino esser conduti in altri lochi per le fiere solo vento se prima non verano qui a pagar la intrada e ussida, qual sia solum la mità dii dazio e li 3 grossi per ducato, e ai lochi fazi le bolete con dar piezaria di venir di qui, soto pena di ducali 200 e perder la roba. Item, le spexe ingorde minude de l’ofìcio dì PIntrada siaredute in la mità, ut in parte: 175,7,0. A dì 21. La matina, fo grandissima pioza. Eri 367 * sera, poi Pregadi, vene lettere di Roma, di 14, di Napoli di 8 e di Fiandra di 4, le qual in questa matina fono lecte; il sumario è questo : Di Roma, di sier Alvise Gradenigo orator nostro, di là. Coloquiì aulì col Papa in materia dii breve mandoe per i frati di San Zorzi, narando il caso a Sua Santità ; e come l’officio di Piovego era quello che vedeva chi intachava quello dii cornuti e li faceva restituir, come feiio quest frati di San Zorzi Mazor, che li fo fato una sententia conira etc., narando il caso. Or il Papa disse die parleria con il Cardinal Santiqualro, qual à questo cargo, et lui Orator saria con lui et sì vederia. Scrive coloquii aulì con il Papa in materia di le cosse dii Turcho, per chè è aviso de lì l’armata esser ussita. 11 Papa disse aver scrito brevi in bona forma al re di Pranza e re d’Ingallerra et re Catholico, et non man-clierìa in ogni cossa. Item, li gaiioni si soiicita per mandarli a Rodi; ma di 1000 fanli si dicea mandar, è solum 500. Di Napoli, di Hironimo Dedo secretano, più letere, le ultime di 8. Dii caso sequile a Pozuol di 3 galie, 6 fuste et uno brigantin di turchi e mori corsari, che tra morti et presi manchò più di 40 anime; et a una lesta si feva podio lonlan, dove era la duchessa di Bari, la contessa Caraffa e altre zente da conio, si non erano li fochi feno, et dicli corsari dubitò esser scoperti, lutti erano presi quelli si ritrovava a la dila festa. Etiam el signor Alberto da Carpi era lì, si portò ben e si salvò in castello eie. -Scrive di l’armata di la Cesarea Maestà, qual è a Zerbi, che nulla ha fato, et li bisogna mandar soccorso. Item, nove venule de lì, che l’armata turche-scha, vele 400, era za ussita et venuta a Cao ... etc., ut in litteris. Di sier Francesco Corner el cavaiier, orator nostro, do letere, l’una data a Plesi, eh’è su la Fiandra, apresso Zirlanda, a dì 2. Dii zonzer lì la Cesarea Maiestà. Smontò e andò a la caza per temporizar de intrar in Guanto, acciò si preparasse di honorarlo. Poi, di 6, da Guanles scrive l’iu-trar in quella terra di la Cesarea Maiestà a bore 3 di note ; lì vene contra da lorzi 20 milia ; sichè (ulta la terra jubilava. È sta visto mollo aliegramente et cliarezato, e si tien la terra li darà un gran donativo etc. Scrive, li era la illustrissima madama Margarita sua ameda, fo Cola di Maximiliano imperalor, la qual fin ora ha governato le Fiandre. Lui Orator l’ha visitata per nome di la Signoria nostra, et era in pa-lazo aspetar la Cesarea Maiestà; ma li vene conira