595 UDXX1II, GENNAIO. 59G Sier Vctor Soranzo, è al Collegio sora i exlimi, qu. sier Mafìo. Sier Hironimo Sanudo qu. sier Domenego. Ancora preseno, che se per tulio Mercore pro-ximo il lotto non è serato, il qual è sta manda per Lodovico di Oratio sanser lino a Vizenza per se-rarlo, hor se non sera serado, si metti dii resto tanti bollelini per conio di la Signoria nostra di quello inanellasse, acciò si possi expedir, clic sarà 500 bo-letini, ch’è ducali 4500. Et nota. Si Irata di far un lolho di 100 milia ducati per conto di la Signoria, con darli bona utilità di bottege in Kialto eie. et quelli bolletini barano patientia, possano scontar il suo credilo in le prime tanse si meterà da poi tansà la terra. 365 A dì 30. dito. La mattina nulla fo di novo. Eri li deputali fono da l’Adorno per tratar l’acordo, jusla quello è sta preso. Da poi disnar, fo Gran Consejo per expedir la causa di Loredani, li quali terminò, atento la renga fatta l’altro eri per sier Antonio Condolmer inquisi-tor, qual fo cativa et con pocha audientia, di non far parlar sier Carlo Contarmi suo avochato. Et cussi reduto Gran Consejo, fono da numero 1266 che balo-tarouo, erano solo quallro Consieri, sier Marco Antonio Loredan cazado et sier Alvise Mocenigo el cava-lier fo con li deputali da lo Adorno sichè non vene, è mirati do Cai di XL, in loco di ditti. Li Inquisitori Condolmer e Prioli andono a la Signoria volendo far lezer alcune parte et scriture, a l’incontro i Lo-redaui non volevano. Fo termina a bosoli e balote 4 di si, et 2 di no quod legerentur. Et essendo sul tribunal, volendo sier Alvise di Prioli fosse trovà certo libro di Canzellaria, Gasparo di la Vedoa vice eanzellier era negligente in farlo trovar, unde el ditto Prioli publice li disse gran villanie e che l’era un ioton, et si mal el potesse, li faria quello el meritava; con altre parole etc. Hor andato in renga Piero Dandolo nodaro di l’Avogaria, lezè quello volseno far lezer l’Inquisitori predilli, et fe’ lezer che li Avogadori erano obligali zurar le loro inlromission, el questa non 1’ haveano zurata. El sier Carlo Contarmi avochato andò a la Signoria dicendo l’haveano zurada, etfe’ far fede per Alvise Zamberti nodaro eie. Poi mandati fuora li parenti di Loredani e di essi Inquisitori, el li avochati et consultori di la causa, quali fono sier Carlo Contarmi, sier Zuan Antonio Venier, e sier Alvise Badoer, et dato sacramento per li Avogadori a tutti di non esser sta pregati, come si fa in Quaranlia in cause civil, numeralo il Consejo, forono dale ballotte 1266, et li bossoli por-lorono quelli di la Canzellaria, et poi fo posto et ledo per Piero Dandolo predilo ia parie di Avogadori, sier Piero Contarmi qu. sier Alvise, sier Dona da Leze, sier Lorenzo Venier dotor, che la senlenlia fatta per dilli do Inquisitori di ducati 400 per parie contra la eredità dii doxe Loredan per non haver tenuto il numero di scudieri eie. sia laiada e anulada, come male indébite fata. Et andò le parte, dechiariato qual bossolo era il taià, e qual la bonification. 45 fo non sincere, 501 de sì che la sia taià, 714 che la sia bona, el fo fala bona con grandissimo honor de Inquisitori et danno di Loredani, quod est principimi mali, i quali credevano di largo fusse taiata. Et fo licenliato il Gran Consejo a bore .... El sier Lorenzo Loredan procurator, era lì a Consejo con il fratello. El è da saper: Eri, havendo refudà li Cai di XL a la bancha per dar luogo a tre altri che non haveano titolo, et cussi fo cavadi tre, sier Bernardo Marzello qu. sier Zuane, sier Polo da Riva qu. sier Zuan Hi-ronimo, et sier Francesco Querini qu. sier Smerio, et questi fono a la bancha a Gran Consejo, et tochò al Querini esser vice consier in luogo dii Mocenigo, si come ho scrito di sopra. A dì ultimo Zener, fo san Marco. Fo letere di Verona di sier Piero Trun e sier Marco Orio rectori. Come erano zonli a Trento do oratori di l’arehidueha di Austria don Ferando, fradello di PImperador, quali vien a la Signoria nostra etc. Da poi disnar, fo Pregadi per scriver in Franza, et non fo il Principe, qual per li Credi si varda di ve-gnir in Pregadi, et mancbò in Consejo di X. Di Roma, di l’Orator nostro, di 26. Come era zonto lì il Viceré di Napoli nominato .... et il ducila di Sexa fo fio dii Gran capitano, qual fa Po-ficio di orator. Et per esser inirati sotto sopra, non li andò contra si non la fameia dii Papa. Et poi dito Viceré ave audientia. Stele in slrelo coloquio con il Papa a rasonar. Si dice, è venuto perchè il Papa dagi favor a Pacordo si Irata. Chi dice perché il Papa sii contento l’arziducha. di Austria babbi la ducea di Milan, chi per haver Siena per uno de PImperador, hesseodo morto il Cardinal Pelruzi che quella dominava. Il qual Viceré par babbi auto di Sicilia nova, non dice il tempo, che quelli di Rodi capitolavano con il Turcbo. Item, scrive, il Papa ha fatto comandamento a li cardinali tulli vengano a Roma a ciò si possi redur concistorio con più numero. Et si dice, il Papa fa questo incolpando il Cardinal Cibo di la morte dii signor Sigismondo di Chamarin suo cu-