551 MDXXII, DICEMBRE. 552 Fu posto, per lutto il Collegio, che li capitoli di Napoli di Romania, videlicet sia exempti per anni 5, item pagino la inità del dazio dii vin a spina e forniaio, et il resto di capitoli sia expedi per il Collegio. 157, 6, 2. 339 A dì 24 Drzembrio. La malina non potè venir in Collegio domino Hironimo Adorno oralor cesareo con li altri per ess rii venuto gotte, qual mollo Io offende da poi che ’I fu per avanti in Collegio el non poi caminar; el io mandato do di Collegio lino a casa a parlarli sopra di questo, desiderando saper la Signoria nostra si l’havea altra commissione, el maxime da lo illustrissimo don Ferrando fradello di la Cesarea Maestà, eh’ è duca di Austria, e per li Stadi che ’I lien confina con nui per tutto. El qual domino Hironimo Adorno disse non haver altra commissione, et par che’l feva car-garlesue robe per andar via,sichè partirà di breve. Et ozi par sieno sta robale 32 laze d’arzento di caxa di domino Richardo Pazeo oralor anglico, alozalo in la caxa dii Serenissimo a Santa Maria Formosa ; per il che hessendo slà invidalo a venir a la messa in Chiexia di San Marco con la Signoria, non vene. Si lien per non andar di sotto di l’oralor dii re Chrislianissimo per la inimicitia hanno insieme, ancora che per lutto Pranza precieda il re d’Ingaltera. Da poi disnar, vene in chiexia a la messa sier Marco Antonio Loredan vicedoxe vestilo di velu-do negro con uno oralor solo, videlicet domino Alfonso Sanses oralor cesareo, et in coro mirato con la Signoria c altri patricii invitali al pranzo, el qual sarà Domenica proxima. Il Doxe, per esser dì de San Slephano, dì da pesse, tamon al tempo di domino Andrea Vendramin doxe feva li pasti in quel zorno li veniva, o da carne o da pesse. Sopravene sier Alvixe Contarmi, eh’ è il vero Vicedoxe, per esser più vecchio Consier, et de lì a poco zonse l’oralor di Pranza, nè altri fu, et ditto la messa si compì ad hore 3 di note. Di Pranza, fo lettere di sier Zuan Badoer doior et cavalier orator nostro, da Iìles, di 5 dii presente, et di Spagna di Vaiadolit, di sier Gaspuro Contarmi orator nostro, di 3 Novembrio. Vechie et replicale; qual lettere erano in zifra e non fono lecle. A dì 25, fo el zorno de Nadal. Il Doxe vene in chiexia a la messa con le cerimonie ducal, vestito di vesta d’oro e barda d’oro ; ma è mal andato per esser vechio, con li oratori, videlicet il cesareo vechio, Pranza, Ferrara et Mantoa. Da poi disnar, fo in chiexia di sau Marcho a la predicha con il manto d’oro, et sotovesta damaschili cremexin di martori. Con questi oratori che Corono questa matina, ma lo Adorno cesareo, nè il Pazeo anglico non vi fue, el questo l’oralor anglico per non andar di solo l’orator cesareo. Portò la spada sier Lunardo Emo va podestà a Padoa, vestilo di veludo allo e basso, fo suo compagno sier Piero Valier qu. sier Antonio vestilo di veludo cre-mexin. El prediehò mastro .... di nalion lioren- 339* tino di l’bordine di Predichatori, predicha a san Zane Polo; poi altri patricii invitali al pasto. El compilo la predicha, insta il consueto si andò a vesporo a San Zorzi per esser la vizilia de San Stephano, il cui corpo dicono esser lì a San Zorzi mazore in Pattar grando. Et il consueto a preparar a San Zorzi, di snra dove senta su la so cariega il Doxe con li oratori el Signoria, il resto da basso; ma per esser vechio et per paura dii fredo non volse esso Doxe andar di suso, ma siete da basso in choro; cossa mai più fata da niun altro Doxe lì a San Zorzi. E ritornato a San Marco con li piati, non polendo più esso Doxe, convene a la riva nel dismonlar cavarsi il manlo e andar di suso per la scala di legno esso Doxe, c la Signoria con le cerimonie andono per la scala granda. È da saper : È slà nota una parte per alcuni di Collegio, qual si ha a metter in Pregadi, alento le gran pompe fanno le done in questa terra, olirà le veslure meze di restagno el meze di seda che si feva ultimate, la moicr di sier Andrea di Prioli dolor et Camerlengo di comun fata noviza, qual è lì a di sier Marco Gabriel, al parentado havia in dosso una vesta di restagno d’oro lulla, che ninna altra più l’Iia fata, solum le nuore del Doxe le porta. Hor si melerà dila parte, et bandir lutti li slratagii che le done usano di gran valuta, e senza utilità, et si farà li Signori sopra le pompe Di Pranza se intese, per le lettere venute et lete hozi in Collegio, dì 5 dii presente. Come il Re venirà in persona a la verta in Italia a recuperar il Stalo deMilan, et andava in Pichardia, et aspelando di scuoder il quarliron, ch’è ducali .... per mandardanariasguizari,non l’havia potuto scuoder. A dì 26, fo San Stephano. Il Serenissimo, 340 vestito di vesta di taso cremexin, fodrà di volpe di solo, el il manlo di reslagno d’oro di solo, e barela d’oro in testa, con li oratori cesareo, vi-delieet il vechio residente qui, Franza, Ferrara el Mantoa. Portò la spada sier Thomà Mocenigo di sier Lunardo, va capitanio in Candia, vestilo di ve-