175 MDXXII, APRILE. 176 più fermeza do zò, comandemo dar per nui assignalo el sigílalo dii nostro sigilo pendente. Dalo in dicla cita de Ulisbona, a dì 2 de Ze-ner 1522. 113 Serenissime Princeps, etc. Con il spazo fato da questo Re per Roma per la morie di questo archiepiscopo, el qua! morite in Zi-biltera ritornando di Savoia de acompagnar la fìola dii qu. Serenissimo Re de Tortogal Emanuel, maridata in quel Ducha, la nova dii qual si hebbe a dì C dii presente ; et perchè alora dii spazo non era divulgala la vacantia dii ditto archiepiscopato, el qual è di valuta da cercha ducati 12 milia, però non la significai a Vostra Serenità per le mie ultime di ditto giorno, la copia di le qual serano a queste li-gate, aciò si fin hora quelle non fusseno a Vostra Serenità sta rese, con queste altre la possi il tutto intender. La nova di la morie fu a di ditto, in el qual giorno zonse con l’armata che fu ad acompagnar dita fìola il capitanio, di la qual fece la relation sua ; dal qual inteso la poca extimation fata di quella el de li baroni da ditto Ducha che erano, andati con quella, et il discontento di dita fìola, talmente sì ocupò,che la note fu assalilo da una continua et lenta febre, per la qual etiam da poi tutti li possibeli remedii, processìon et oralion continue, a dì 13 a hore 5 de note passò di questa vita, con optimo nome et cordoglio grandissimo de tutta questa cità, el una hora avanti giorno fu portato il corpo acompagnato da molli soi baroni et cavalieri con il suo dopier in mano, erano da circa 400, miglia 4 luntan da la cità in uno loco chiamato Belhleem, monesterio de l’ordine de san Hironimo propinquo al Restello, la qual giesia el monesterio, per Sua Maestà si facea fabricar de le decime de tulle specie venivano de India; et lì fu fato il suo deposito. Da poi, a dì 17 cavalcò alcuni corozosi, et altri a piedi, rompendo certi scudi del Re morto per alcuni loci de la cità, strasinando una bandiera negra per terra, et questa cerimonia è consueta farsi seguida la morte de cia-scaduno Re. A dì 19, cavalcò il Principe primogenito del qu. Re morto chiamato don Zuane per la terra, el qual è de età de circa anni 20, ben disposto et zovene assai prudente, con questo ordine : Prima 20 alabardieri vestili a sua livrea, poi 6 mazieri vestiti a bruno sopra 6 cavalli, da poi il conte prior che portava la sua bandiera piegata per nome de uno suo fìolo, che è capitanio in India, al qual locava portar dita bandiera. Da poi lui don Alvixe fratei del Principe portava la spada in mano, et era vestito de uno sagio de veluto negro. Poi il Principe regalmente vestito con uno robon de pano d’oro, drieto el qual seguitava tutti li conti, baroni et cavalieri a piedi in habito corozoso per fango, che qui n’é quantità granda. Et cussiandorno ad una giesia de santo Dominico un poco distante dal palazo, avanti del qual era aparechialo uno tribunal allo, sopra el qual era sentato il reverendissimo Cardinal suo fratello de cerca anni 10. Et lì asceso el dillo Principe si abraciorno, et fata una oration per uno dolor, cxorlando li baroni et li populi a la obedien-dia, perchè ancor lui era per observar tutte le con-slilulion de questo regno. Finita la oralion, dillo Principe zurò in man del Cardinal la observation de dite conslitulion. Da poi esso Cardinal con tutti li altri a uno a uno zurò homazo ad esso Principe, et fato questo si levò et lutti insieme andono ne la 1 giesia dove era uno episcopo pontificalmente aparato, el qual lesse sopra dito Principe certe oralion et poi li diede in mano il regai sceptro. Finito questo, dala la benedilione, Sua Maestà ussite di giesia, et montalo a cavallo, spiegato il stendardo, sonato diversi ¡strumenti, per poco spatio s’inviò verso il palazo con molli cavalieri montati a cavallo, et passato per la ruga regai, non fu alcuno che facesse dimonslration alcuna, nè in alto nè in parole de gratitudine, el letitia, cosa che a tutti li nostri li parse mollo nova, el dicesi questo causar, perchè dila Maestà è inimicissimo di hebrei et marani, de li qual questa cità ne è piena, et il qu. suo padre con loro tenia grandissimo comerchio conira le opinion et conlento di questa Maestà; li qual stano con qualche timidità di esser cum il tempo expulsi. Et gionlo al palazo, licentiò ciaschuno, deponendo il regai habito, et vestendosi di habito corozoso, non volendo dar audientia ad alcuno. A le qual cose io non fui presente per non esser slà invidato, perchè convenendo andar per terra con gran fango fra multiludine di genie, imprudente seria slà, con denigralion de Vostra Sublimità, el credo Sua Maestà hebe tal ri-speclo. Ficì da poi ogn’ instantia per diversi mezi di andar a far riverentia a Sua Maestà. Non mi fu permesso a doverli andar, salvo a di 23 del passalo a hore 24 passate, che alora mi fu fato intender per el texorier, che era tempo di dover andar a Sua Maestà. Et gionto al conspelo di Sua Maestà, li usai quelle affectuose et amorevol parole per nome di Vostra Sublimità che li recitava a tal bisogno, allegrandomi de la ascension sua, et dolendomi de la paterna morte. Exponendoli il medesimo a la