151 MDXXII, APRILE. 152 dicliador di frati Mènori qual è il rezente di Padoa, maistro .... 91 ‘ A dì 14, Luni santo. La matina, fo letere di campo apresso Pavia, di Provedadori nostri Oriti et Nani, di 11, liore.....Come, dubitando francesi 1’ ussir dii signor Prospero Colonna di Milan el non esser messi di mezo, haveano terminato baterla da do bande, el feno uno ponte sopra Tesin per dove volcno far la bataria ; el altre particularità eie. Fo edam letere in li Cai di X, di campo. Si dice, il marchese di Manloa qual è in Pavia, praticha di levarsi salvo, e andar a Parma con le sue zenle. 1)1 Franza, di l’Orator nostro, date a No-ion, a dì 2. Come erano lì zornate do di Lion, el il Re havia aduna 500 lanze el 12 milia fanti et . . . Item, il re Christianissimo scrisse una teiera a la Signoria, data ut supra, sottoscripta di sua mano. Per la qual ringratia la Signoria di le operation fate in questa guera, pregando a perseverar; con altre parole. Et la mansion dice: « Amici, aliati et compadri nostri carissimi », la copia di la qual letera scriverò, potendola aver, qui di solo. Di sier Antonio Surian dotor et cavalier, orator nostro in Anglia, date in Londra a dì 21 et 24 Marzo. Come il Re havia armato tra nave et gaiioni vele 32, et questo per mandar ad incontrar la Cesarea Maestà, qual si dice voi passar in Spagna et vera abocharsi con questo Serenissimo re ........ Da poi disnar fo Consejo di X con Zonla, et fu il Doxe, nè altro se inlese. Feno solimi do Sopraco-miti, videlicet sier Piero da Canal el XL di sier Bernardin con ducati 400 per mexi 6, el sier Polo Querini qu. sier Piero di Cypri con ducati 500 pur imprestedo, armando come li altri per do mude. Item, fono sopra le gralie di sier Alvixe So-ranzo di sier Sabaslian bandito in Caodislria ad tempus, et de sier.....Arimondo di sier Zuane 92 etiam bandito, quali voleno prestar danari a la Signoria nostra ut in suplicationibus. El fo per li. Avogadori contradila, sichè non andò la gralia. Di Brexa, di sier Hironimo da cha’ da Pe-xaro provedador generai, di 12, liore 4. Vidi letere, qual manda una relation di uno stato a Trento, qual dice in questa forma videlicet: Marco da Riva ritornato da Trento dove arivoe fino Venere otto giorni, che fu a dì quatro dii presente, intese che ’1 capitanio Nicolò Translorf iacea gente a Bolzan e in la Val de Non et in Val Sugana a nome dii ducha de Bari; il che inteso, per verificharsi del far di lai gente andò a Bolzan scorendo per Val de Non e Val Sugana, ne li qual loci non inlese né vele far cosa alguna. El ritornalo a Trento Zuoba proxima passata, che fu a dì 10 di lo instante, udite dir da mis-sier Antonio da Thiene, che tal gente, videlicet numero 10 milia fanti, si laccano in Augusla per il soprascrito capitanio Transtorf. Nè altra particularità ha udito dir, salvo che tulli quelli zenlilhomeni da Trento stanno di mala voglia, per la nova venuta de lì de la intrada dii Ducha in Milano, dubitando non li succiedi qualche sinistro di la sua persona ; ' subgiongendo insuper che gionse de lì in quello giorno uno de Trieste, partido da lo Imperador, zoè da la corle cesarea, ma non si sa il tempo, che dice a la sua parlida Sua Cesarea Maestà ha versi im-barchato per passar in Spagna, et si dicea che Ferdinando suo fratello dovea venir in Yspruch, per far far una dieta di far provision di gente da mandar in llongaria a li contrasti dii turcho. Di Bergamo, di sier Zuan Vi turi podestà e vice capitanio, di 12, liore 18. Come, in quella matina, a hore 10 li era venuto una sua spia da Milano, qual referisse che heri a le 17 hore il signor Prospero fece inviar le genie d’arme fuora di la terra, et quando furno lontane forsi tre miliari, ritor-norono, el stando un pocho fu ditto: « A cavallo, a cavallo », et subito le ditte gente d’arme se redu-seno a porta Senese dove erano le fanlarie, leartel- 92* larie, monitione el victualie assai, et dicevano fra loro soldati voleano ussir et andar a Marignano cum tulio lo exercito, excepto il ducha di Bari dovea restar in Milan con zerclia 2000 fanti, 100 homini do arme et alcuni cavali lizieri con lo populo, qual è lutto de un pezo et de un voler, et dicevasi che loro manteneriano Milano. Et dice ha ver inteso per bona via, che voleano mandar di quà di Ada fanti 4000 con sei falconeti el doi altri pezi de arlellaria, quali insieme con quelli dii Monte di Brianza dovesseno venir a questa cità di Bergamo et dicesi per divertire le genie nostre, pensando veniriano a socorerli et che ’1 signor Prospero haveria tanto mancho contrasto. Et dice che se daseva ad alcuni soldati uovi, si forestieri come terieri, doi testoni per homo, et se diceva fra loro soldati : «Non dubitale, andarete in bon loco a vadagnar assai ». El sentile per alcuni dir queste parole « Se li inimici ne disturberai«) a nui a Pavia, nui li disturberemo loro a Bergamo». Scrive, inleso questo, subito dete aviso al clarissimo Grili, et che parendoli sia a proposito mandi qui un numero di fanti, e ordinar a Crema overo a Brexa che