MDXXII, SETTFMnRE. 43-i Copia di una 1etera di domino Aìovisio Lippomano. 433 Leone, eh' è falito el morto l’hosle. Se dice che continuamente mangia in camera et solo et parcha-menle. il Lunedi a dì primo fu concistorio, et Sua Santità fece una bella oratione, et disse che lui era parlilo di caxa sua, et chiamato da loro con gran disaggio et incomodo, et tutto haveva fatto volen-liera perché cognosceva questo è il voler de Dio, però che mai lui havea cercato tal dignità, et molte altre parole, et più disse che ’1 voleva al tutto, con lo ajoto de principi christiani expugnar questo ini-micho di Cliristo, et die bisognava lo ajuto di loro cardinali per dar exempio a li altri. Disse etiam che per tutto il mondo non si ragionava di altro se non de li vicii regnava in Roma, et che quelli che non fanno li vicii sono tenuti da poco. Et sopra tut- 272 i0 fece una grande exclamation, et diceva die pensava tal vicii non fosseno ne li cardinali, ma le loro caxe; che era quasi quello insteSso come consentien- li, et li exhorlava a voler rimediar. Poi disse de la justitia, che la Rota si vendeva, et fu deliberato sopra tal cossa, che li Auditori di Ruta purlasseno le lor legie, el che ogni volta torli facesseno, quelli fosseno privi; et molle altre cose. Et in vero, per quanto dicono li reverendissimi cardinali, el belissimc risposte et sermoni li fu fade, che ben potreti considerar le teste di valenti homeni sono in el Colegio, che credo da 20 et più di loro in suso polriano comparer per tulio il mondo. Non dirò altro, che non voglio dir il roverso. Monstra mollo dificile in dar di benelidi : Idio ce adiuli. Li concistori a le 11 bore si cominciano el linisse quando Leon principiava. Una tiala bisogna levar a bona bora: el darovi aduso quanto seguirà per ¡ornala. Sua Santità é molto inclinato a le cosse di turchi, el perché se non vcuisse li principi christiani non si può far grande preparamento, heri deliberono mandar tre gaiioni con zercha 2500 fanti spagnoli a Rodi, et con molte vituarie. idio manlegui Sua Santità in questa bona volunlà. Monstra ancor voler altro. Acorderà le dilTerenlie di christiani, et per tal materia expe-disse uno a posta con brevi el altro; e manda uno nontio al parlamento in Aiemagna si ha far a la fin di queste feste. Credo sarà una bona cosa per christiani; et certo non voi ascoltar chi li parla particularmente. Boma 5 Septembris 1522. I Diarii di XI. SaNUTO. — Tarn. XXXIII. Reverendissime Domine et Domine mi colendissime. Le ultime mie furono a vostra signoria reverendissima di 23 del presente; poi non li ho scritto altrimenti per non mi esser occorsa cosa per lei. Questa li facio, acciò quella ad plenum sii advisata circa il progresso del gionger de la Santità di Nostro Signore in questa alma cilà, eh’ io so farò cosa graia a vostra signoria, per esser etiam cosa degna de le orediie di quella. Nostro Signor Martedì prossimo passato, quale fu a li 26 del presente mese, a bore 3 di noie arivò a Civila Vecchia, et lì smonloe el stette per tutto il Merchordi sequenle fino a bore 22 : ove li furono incontro li 2 reverendissimi Legali del Colegio, vi-delicet li reverendissimi Colona el Ursino. Et il Mercordì, circha a hore 20, il reverendissimo Colona fece una bella oratione a Sua Santità, la quale a Firn-proviso li rispose latine, mollo accomodatamente a parte per parte. Poi dette audientia al clarissimo Orator veneto, il quale per imposta di Sua Santità parloe italiano et lei li fece la risposta latine, et siete F Orator con Sua Santità per spatium horac cum dinlidio. Partendosi poi Nostro Signor di Civita, se li fece incontro quasi tutto il populo raccomandandoli quella terra el suoi ciladnii, maxime perché erano molto poveri. Lui gli rispose: * Ego amo paupertatem, et videbitis in dies quid fa-ciarn vobis. * His peractis, se ne mouloe in galera et navicò tutta la note, el la matina circa le hore 14 arrivò al porlo di Hostia, et la galea di Sua Santità fu la prima qual vene al porlo, et perché l’aqua era un pocho bassa, l’armata non polea pigliar le foce de Hoslia. Per che Sua Santità montò in uno brigantino con 6 persone, et pervene in terra senza persone che lo aiutasse o ad imbarcare o al dismontare. Li reverendissimi Colona, Orsino, Medici, Pi-cholomini, Pelnicio, Cortona, Ridolphi et Rangone, quali erano ne l’altre galee, smontarono ante fati-ces Hostiae el cambiarono a piedi ben per miliare cum dimidio. Sua Santità in primis se nc andò a la chiesia ad orar, poi fu invitala a la rocha al pranso. Si tiene che, per esser tulli li reverendissimi smontati in rocha, Sua Santità non li volse ire, ma se ne andò in uno altro loco dove era preparato il pranso per quelli del reverendissimo di Santa Croce. Pransalo che bebbe Sua Santità sola, avenga che 28