'215 MDXXII, MAGGIO. 216 da li soi signori et cantoni, quali li hanno expressa-mente scriplo et imposto che per niun modo se de-bino partir, ma debino conlinuar al servitio dii re Christianissimo; ultra di questo li signori francesi hanno tanto promptamente operato, che hanno promesso non si partir, ma perseverar tutti et starsene al servitio dii He ; per il che una gran quantità di sguizari, che erano venuti di quà di Ada con le sue bagaglie, tutti sono ritornali di là, el starano insieme con li altri a Trezo. Li signori francesi li hanno pro-1^0 messo dar ogni zorno pani 4 el dui bocali de vino per cadauno sguizaro fino giongeno li sui danari, aciò possino mantenirsi, et per li ordeni dati fra pochi giorni li danari sarano de li; siehè queste cose vanno variando. È da tenir per fermo, che il Re non debbi mollo tardar, si in venir in persona, come in mandar le provision promesse. Die ultimo Apri-lis. Brixiae. Relatione di Paulo da Lodi, mandato ad Milano per intender li andamenti dell. Referisse, come Luni proximo passato, che fu a di 28 dii presente, l’arivò prima nel campo del signor Prospero, qual era alogiato apresso Sesto in uno alo-giamenlo basso el forte. Giolito a cercha bore 14, ritrovò che i se meteano in arme, talché lui vite tutte quelle gente armale, quale a iuditio suo po-leano esser da cercha 20 milia fanti et lauze 600 o poco più, et zercha cavalli lizieri 800, el haveano posto le loro artellarie atorno li alogiamenti per fortilichalion di essi et polca no esser da zercha 28 pezi, la più parie non mollo grossa. Et stando cussi, gli fu dito dii seguito dii giorno inanti, e come sguizari si haveano apropinquato lino ad uno baslion et da 1’ artellarie el schiopi ne forno morti de essi per quanto de li si dicea da zercha do in 3000, et che di loro non ne morseno gran numero da zercha 1000 el più et molli feriti. Et stalo esso relator fino a hore 17 con loro, nè intese che i se volesseno levar nè far motion alguna, se ne andò in Milano, dove intese eh’ el predillo giorno inalili, havendo inteso il Duca che francesi et sguizari si erano adviali verso il signor Prospero, uscito fuora di Milan con zercha 800 cavalli armali et fanti di quelli di la (erra zercha 14 milia, de li qual era capo il cavalier di Pusterla, ma 140* inteso poi che non si facea cosa alguna più olirà di quello era seguilo, se ne ritornò in Milano, et la sera dii dillo giorno di Luni, a dì 28, a cercha hore 3, venetio due posle una driedo l’altra, che refferivano a Sua Signoria, come il campo de li francesi tulio passava di qua di Ada, et poi beri malina gli sopra-gionse altri noncii che diceano esser passati sohm li veuetiani, et che però ogniuno slasea di bono animo ancora che fusse dillo che li francesi et sguizari haveano facto allo di là di Ada. Soggiongendo haver inteso, eh’ el Duca, de li argenli havuli et danari havea da poter dar una paga a tutta la sua gente o poco più, el se dicea etiam et divulgavasi esser gioliti de lì ducati 60 milia mandati di reame per quelle gente. A dì 2, la matina, fo lettere di sier Andrea 141 Griti procurator, proveditor generai, date sul bergamasco, mia 3 lontan di Ada a imo loco chiamato....., a dì ultimo, hore . . . Come sguizari andavano via per ritornar a caxa da 4000 in fuora, quali voleano restar con francesi, ma non voleano combater fino non havesseno el dinaro; et che monsignor di Laulrech havia parlalo a esso provedador Griti e dimandato scrivi a la Signoria vogli servir il re Chrislianissimo [ad impresiedo de scudi 25 milia, con altre parole ut in litteris. 11 qual Griti li disse che la Signoria havia speso assai et non havia il modo, imo per trovar danari havia convenuto far tre Procuratori zoveni, poi conveniva metter in ordine, la sua armata, per le preparation fa il Turco, tarnen che scriveria etc. ltem, scrive francesi haver mandalo la sua artellaria di quà di Ada sul bergamasco, et che etiam loro passavano con li 4000 sguizari restati. Vene etiam in Colegio l’orator di Pranza, il baron di Leze, con letere aute di campo, qual fece la istessa richiesta di esser servili di la Signoria in tanto bisogno di ducali 25 milia. Il Doxe li disse di le gran spexe fate, e li Savii consulteria et con li Conse-gli poi se li risponderia ; nè allramenli si polea far. Vene il Legalo el monslrò una letera auta da Bologna dii modo come Benlivoy andono il dì di Pasqua summo mane per intrar el fono rcbaluti, et ferito domino Ilanibal Benlivoy, morto il Gaio, el alcuni altri, nè in Bologna vi era altri che Ramazo- lo, etc. Fo dispulato in Colegio quid fiendum di darli li dilli ducati 25 milia, et fo varia opinion. Molti era di opinion non darli, altri di darli, tra li qual sier Polo Capello el cavalier savio dii Consejo; et cussi fo ordinato per questo far ozi Pregadi, et si terminerà tal materia. In Rialto achadete, che sier Francesco Zen qu. sier Vicenzo, zovene, ferite sier Marco Corner qu. sier Piero da San Pantalon, per haver eri quello bu-tato in aqua per causa etc., el da poi a dì 4 diio Corner ferite esso Zen su la testa, trovandolo a San Zane Polo.