583 MDXXiU, GF.NSAJO. 584 al presente el caza, et sier Stefano Querini di sier Piero. 359* A dì 22. Li deputati stati da 1’ Adorno orator cesareo referiteno in Collegio quello havia dito esso Adorno, qual sla constante in li capitoli richiesti per avanti. Di Franza, dii Badoer orator nostro, da Paris, di 12. Come francesi sono in Fonterabia, hessendoli zonlo il soccorso li mandò il ite, erano ussiti fuora et andati adosso spagnuoli, et quelli rupeno, et è capitanio di dila impresa per Franza monsignor di la Paliza etc. Scrive zercha l'accordo si Irata, che 'I Re sà non è parlidi di aceeplar, perhò la Signoria voy mantenir con lui, perchè trova danari, et questo altro anno vera in Italia a recupera-tion di la son ducea di Milan. El F orator di Franza fo in Collegio molto aliegro con lai nova di Fonterabia, persuadendo la Signoria voy star constante con il re Christianissimo. Da Crema, di sier Alvise Foscari podestà et capitanio. Come in Milan haveano fato festa per viloria hauta di spagnoli conira Franza a Fonterabia. Da poi disnar, fo Gran Consejo per i Loredani, et parlò sier Antonio Condolmer inquisitor molto artificiosamenle fin horc 54, e non compile et delle assi bole a molti ridendo. Ave grande audientia. lustifichò la prima senlentia di ducali 800, che si remoseno, o li Avogadori intromese, e loro la taiono di volunlà. Disse come di Stato nulla sapeva poi che l’era do anni caduto di la Zonta, e ringraliava quelli non 1’ hanno voluto, et che la Republica è come un pupillo; e cargo sier Alvise Badoer avochato fischal fato per il Consiglio di X, et tamen vien in favor di Loredani contra el pu-blico. E quando montò in renga, messe zoso el becheto et rnudose di barela, tamen non intrò in la maleria ben di scudieri, risalvandosi a un allro zorno, et cosi venuto zoso, si messe un mantello atorno e andò a casa. A dì 23. Fo lettere di Poma di l’ Oiator nostro, di 17. Come il Papa havia dato a domino Gabriel di Martinengo è in Rhodi falò cavalier di le Religion, ducali 3000 de minuta di beneficii in ponente. Et come hanno aviso di Napoli, a di 5, parti 5 nave con munilion, arlellarie el fanti.. . suso, qual vanno a Messina dove è cinque altre nave con vicluarie, e unite insieme vanno al soccorso di Rhodi. Item, scrivo che ’I Cardinal Aus francese venuto a Roma per Iralar acordo con la Cesarea Maestà mediante il Papa. 11 qual Papa disse non havia conimissiou dal Re; si chè è partido e torna in Franza. Di Ingaltera, di sier Antonio Surian doc• 360 tor e cavalier, orator nostro, di primo di questo. Come in fine, parlalo zercha il relassar di le nostre galle, il Re voi quattro cosse s’il dia relassar le galie : Primo, che se li dia piezaria di ducati 100 milia, che la Signoria non sarà con Pranza ; 2, che li costumi si pagavano in tempo si pagi di contadi ; 3, che la Signoria promeli ogni anno mandarli una muda di galie; 4, che Cartellarla di le galie restano soe. In questa note passata, a Rialto, essendo verso il bancho di Prioli sier Zuan Battista Grimani qu. sier Domenego con alcuni altri, el qual sta in Rialto in una volta, fo ferito da uno Saraxon, fo da cha’ Miani, è in la guarda di Novello capitanio. Il modo qui non lo scrivo. Da poi disnar, non fo Gran Consejo perchè il Condolmer ha voluto questo riposo, et instando Loredani di averlo, sier Alvise di Prioli inquisitor disse, che volendo domati mandar la parte drio, lui pariaria; sichè non so quello sarà. Et fo audientia di la Signoria puhlica. In questa matina, vene in Collegio P orator anglico, col qual la Signoria molto si dolse di le ope-ralion dii Re in non voler dar le nostre galte; e sopra questo fo parlalo assai, el sier Piero Capello savio dii Consejo si alterò con lui dicendo alcune parole, adeo el dillo orator si sdegnò assai, et dove si falichava a la conclusion di l’acordo molto, cussi si sferdi mollo. A dì 24. La matina, se intese per uno mer-chadante vien di San Cliatoldo, puiese, giovane di anni 13, qual è andato a Gallipoli da Leze a dì 11 Zener, referisse, come lì era zonlo domino Ga • briel da Martinengo da Rhodi, dice partir a dì 2 Dezembrio, venuto lì con un breganlin fuzito, et questo perchè quelli di Rhodi capitavano con il Signor turcho di rendersi salvo l’haver, e le persone e le merchadanlie. e questo per manchamenlo di vicluarie. E dice aver visto il viceré di Leze che parlava al pn'fato Gabriel, qual non havia voluto restar non si fidando che turchi inanlenisse quanto proludevano. Dice lui aver visto domino Gabriel, homo grando con barba longa, el homo di gran fama. Et il Collegio mandò per lui, e volse esaminarlo, e tolse in noia la soa depositici), qual ozi fu leta in Pregadi. Hor questo inslesso par vegni refermato per lettere di Leze in uno milanese nominalo Zan d' Aliprando da uno suo falor, date