165 polo è ben disposto a defendersi et patir per sustentar de non andar sotto francesi. Et dice, di la fama di la venula dii He christiauissimo mostrano tenerne conto, et loro dicono aspettar socurso et stano in questa speranza grandissima; siehè la im-# presa ogni zorno si fa più difieile, e tanto più si farla se Pavia se mantien, come lor leneno per certo se babbi ad mantenire. Scrive, come per un poco de sinistro che hanno habuto cento homini d’ arme dii nostro Governador e di la compagnia dii Gran scudier da li liispani, perhaverli tollo le bandiere di tutte due compagnie et preso parechi homini d’arme, hanno inanimalo mollo li inimici, el quelli di Milano hanno facto demonstration di alegreza, et simelmente hanno falo li brianceschi. Tamen, di tal perdita non à hauto esso Podestà alcun aviso dal clarissimo Griti ; ma scrive haverla intesa per via dii ditto explorator; el si la cosa sarà fata picola, è certo ch’è più di quello che’l scrive, et dice haverà la verità particular dii campo. In questa matina, l’orator di Ferara disse in Colegio al Serenissimo, come il suo signor Ducha havia certo tratato in Modena, sichè spera di haverla, et che T havia aviato le gente sue de lì a questo efìecto. Da Corphù, fo letere di sier Andrea Mar-sello baylo et capitanio, di 13, venute per uno gripo è zorni 7 partì de lì. Qual scrive di armala lurchescha nulla si dicea che dovesse ussir questo anno, solnm da galìe 40, ut in litteris. 104‘> A dì 21. Luni de Pasqua. Ordinato far la pro-cession solita farsi il zorno di sau Sydro fo a dì 15, di l’instante il Marti santo. Non fu il Doxe; fu sier Piero Querini vicedoxe vestito di paonazo, porta eoroto per la morie di la moglie, con li oratori, Legalo, Franza, Ferara e Mantoa, non fu il Cesareo. Solimi con la Signoria uno Procuralor sier Francesco Corner el cavalier. Li altri erano in Colegio, et sier Marco Grimani è venuto di Este, ma ancora non è andato con la Signoria. 11 resto vestiti di scar-lato, et fu fato la processione solita farsi, eie. Di campo, eri sera vene letere al tardi, date mezo mìo lontan da Pavia, a dì 17, hore 6, dii provedador generai Griti et sier Polo Nani. Seriveno come, hessendo a la eomunion per esser il Zuoba sanio, in quella malina hebbeno nova come il signor Prospero con le gente miravano in la Certosa di Pavia, et monsignor di Lutrech, poste le zente tutte in ordine, deliberò andarlo a trovar per venir a la zornata, et scharamuzorono insieme et (1) La carta 103 ‘ è bianca. 166 mandò a desfidar il signor Prospero. II qual non volse aceplar l’invito, ma si messe ne lo alozamento. Et cussi nostri si messeno etiam loro mia mezo Imitai) di Pavia, et par quelli di Pavia ussiteno fuora scaramuzando con nostri et brusorono li primi alzamenti, dove alozavano le fantarie sotto la terra. Item, seriveno come, vedendo non poter far nulla a Pavia fin non zonzi in campo il He christiauissimo, haveano nostri mandato a tuor alozamento a San Colomban, ch’é uno castellelo mia 10 da Pavia verso Lodi, per andar ad alozar tulli francesi, sguizari et le nostre zente, dove sarà comodissimo per le vituarie. Tamen seriveno, che levandose di la Certosa il signor Prospero per tornar a Binasco, francesi voleno levarsi anche loro et metersi prima de li inimici in Binasco, et poiria esser in questa levata si venisse a la zornata ; di la qual sguizari è mollo gaiardi et la desiderano. Ut per letere di diti, di 18, hore 10. Li diti campi erano alozati do mia lontani uno di l’altro, etc. In questa matina, l’orator di Ferara disse a la Signoria, come 1’ havia hauto letere di Ferara dii Ducha, di 19. Li scrive haver dal suo capitanio di la Grafignana, qual havia sentito molto bombardar Siena et che a Ferara era venuto voce che l’era nitrato in Siena il signor Renzo per forza e taglialo a pezi li Pelruzi che dominavano, et haver posto in la terra la parte di Petruzi era stà scaziala. Di campo, sul tardi vene letere dii Griti e Nani, date ut supra, a dì 18, hore 6 di note, tenute sin 19 a V alba. Come in quella matina inimici si erano levati de la Certosa in ordinanza, non havendo voluto aceptar di far il facto d’ arme con francesi, et cussi si aviono verso Binasco, dove si pose in quelli alozamenli. El cussi francesi si levavano in quella bora et nostri per andar ad alozar mia 3 lontan di Binasco, in uno locho ditto Lardi- rago, overo.....Sichè fono da poi la levata de li inimici, che voleano esser primi a tuor lo alozamento de Binasco. Item, par che zercha 600 fanti italiani noslri, vedendo li campi moversi, dubitando di la zornata, erano partiti dii campo et venivano a la volta di Lodi ; li quali da monsignor di Bonavalle erano sia fati tornar adriedo ut in litteris. Etiam zercha 100 cavalli lizieri noslri erano scampali e andali in campo dii signor Prospero. Item, le artel-larie fono cavale di sotto Pavia. Et seriveno, fra i capitami francesi esser gran disensione, sono monsignor il Bastardo di Savoia Gran Maislro di Franza, monsignor di Lulrech, monsignor di la Palisa e al- M1JXX1J, APRILE.