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MDXXII, APRILE.
ICO
che si darà la bataglia. Et manda letere aule di Pranza.
    De li (liti di 13, hore 16. Come continuavano la baiaria, e lien doman da malina se li darà la baiagli; con altre parlicularilà sicome in le dite letere si conlien.
    Di Franza, dii Badoer orator nostro, date a Lion, a dì 8. Come a dì 6 il Serenissimo re gionse lì con la Serenissima Regina, el Illustrissima Madre, et lui Orator poi, e come havia avià verso Garnopoli zente per venir a la volta de Italia.
    Di Crema, di sier Andrea Foscolo podestà e capitanio, di 13. Come havia auto aviso di Mi-lan ch’el Duca non atendeva ad altro eh’a trovar danari; tolto li teriboli, calesi, patene el erose di le chiesie. Item, tutti li milanesi che haveano arzenti li fevano dar fuora, meler in zecha e bater monede, e cussi ducali di ori poteva trovar, et che si feva inquisition per domino Hironimo Moron a li oresi a chi di Milano havesseno fato arzenti, per poterli recuperar da chi li hanno.
    Di Bergamo, di sier Zuan Vituri podestà et vicecapitanio, di 14, hore 15. Come, per le sue di 12 avisoe quanto l’havia auto per il suo explora-tor da Milano, che se faceva fanti 4000 dii paese a li quali davano doi testoni per homo, et se diceva de farli passare Ada et venir a questa cita di Bergamo per divertir parte di l’exereito di la Signoria nostra ; et come lui Podestà era per far provisione al presente. Avisa di progressi de li inimici non ha inteso altro, tamen non è restato di mandar explo-rator a la volta di Milano et mantenir bone guardie drio a le ripe de Ada, et havia fatto intrar in la terra le compagnie di Hironimo Tealdino et Sarasino che sono da zercha fanti 200, li quali per ogni re-specto stano bene in ditta cita. Tutti quelli di le ville, per quanto li hanno scripto, sono paratissimi di venir in la terra ad ogni sua richiesta a la diflension di quella cilà e di ogni altro loeho dove fusse bisogno a benefìcio di la Signoria nostra, e potria esser inimici, inteso le bone provision si fa et il bon a-nitno di questi a difendersi, et non venendo si non per saehizar et ruinar, forsi i muterarano pensier, e venendo, che non lo crede, hariano pocho honore. Heri uno Baldissera Iroldo capo di brianceschi andò a Brevio, et ha auto la rocha a pacli e salvato quelli fanti 20 che erano in quella, e dice haverla tolta a nome dii Ducha. Et in ditto loco de Brevio hanno barchete 14, con le quale potriano passar 10 in 12 persone a la volta per cadauna. Scrive aver mandato Zuan Baptisla da Castro con la sua compagnia
de cavali lizieri, che sono da zercha 30, et li ha ordinato che stiano drio a le ripe di Ada, et faza far P antiguarde sì per li soi come per quelli dii paese, et dii tutto lo tenga avisato. Scrive, i ditti di le ville lien venirano prontissimamenle, per esser inimici con i ditti brianceschi. Scrive aver scrito al conte Alexandro Donalo, qual intendeva esser a Ponlanela con 200 fanti, che li dovesse far intrar lì in Bergamo ditti fanti; il qual però si ritrovava a Crema. Et ha operato tanto, che heri introe el sopradilto Hiro-nimo Taldino et il Sarasino con le sue compagnie di fanti 200; et lauda mollo il preditto conte Alexandro. Da Milano fin hora altro non intende. Aspetta di hora in hora soi exploratori, et quanto ripor-lerano aviserà. Et non venendo si presto come el 98 desidera, è pcrochè ne l’inlrar et ussir di Milan è grandissima diflìcullà per le grande guarde che i tieneno. Dii successor è bon lenirlo arecordato, che passando questi travagli che subito el se ne voglia venir, come etiam li ha scripto di voler far, et questa li par sia la miglior via etc.
    A dì 17, fo il Zuoba Santo. La matina il Doxe 99^ fo in chiesia a la messa con li oratori, mancava il cesareo, per non si sentir ben.
    Da poi disnar, etiam il Doxe, fo a l’oiicio dii matutin jusla il solito, vestito con manto di scartalo, et con li 4 oratori.
   Di campo, fo letere date sotto Favia, dii Griti et Nani di 14, liore ... et 15. Scrive come, essendo andato il Bastardo di Savoia con zercha 100 homini d’arme armali a la liziera a Palcon nel Barco, et per voler prender alcuni inimici quali havia auto per spia vernano nel ditto Barco, et andato senza ordine, il signor Prospero mandò di Bi-nasco zerto squadron che fo atorno li ditti homini d’arme, et parte e bon numero ne preseno, quali spogliali li lassono andar, tolto bandiere eie.
   Di Bergamo, di sier Zuan Vituri podestà 99* et vicecapitanio, di 15, hore 22. Come ozi lì era venuto una sua spia da Milano, la qual partite heri a le 20 hore. Riporla come el signor Prospero, cum tutte le gente da piedi et da cavallo, arlellarie et monition, et assa’ viluarie, se alrova a Cassino ¡untano da Milan 5 over G miglia, et che era restalo in Milan il Ducha cum la sua guardia et con il populo; il qual Ducha se atrova amaialo de una discesa a li occhi; el che lo imprestilo che l’altro zorno gli fu dato per milanesi, si dice esser slà distribuito fra li capi, h quali poi hanno parlilo fra le
     (1) La carta 98 * bianca.