173 .MDXXll, APRILE. 174 prompto di dar ogni comodo che la coutractation nostra sequischa, et che le galle continua in questo loco. A la franchisia, mi manderia a far intender la mente di Sua Maestà. Et il giorno seguente mandai il mio medico con il presente acompagnan-dolo con conveniente parole, et apresenlalo a Sua Maestà, volse il lutto fusse aperto a la presentía sua, et il tutto volse ne le sue man fusse apresentato prendendo de tutte grande apiacer, apreciando quello molto più di la valuta. Da poi visto il tulio, tutto mandò a la Regina. Ili Da poi manzar, vene a me el texorier et feceme intender la menle de Sua Maestà esser che le galle nostre debano esser del tutto franche, si de le mer-chnnlie che serano vendute, come quelle serano comprate, et che non fossemo lenuli meter in doa-na, nè dar in nota, né manifestar li compradori; ma solum quelli che comprarano di le cosse nostre po-tesseno esser astrelti a pagar la milà de la sixa, che seria cinque per cento, se li compradori serano trovati, si non restino suo danno: unum est che nui non senio tenuti de dir il comprador: cosa de grandissimo stupor a tulle le nation sono in questo loco. La sixa è una gabela imposta non mollo tempo di 10 per 100 per lo armar contro infedeli. La qual cosa non senza qualche difficullà e fafieha ho obtenuta, et de questo spero portarne il privilegio a Vostra Serenità. Sichè, medianledicle franehisie, portándose de le robe che fanno per questo loco, li rnerchadanli potrà far assai bene el utile ; la qual cosa è molto da li merchadanti di altre nation temuta. Pur per nostri magnifici merchadanti è stà venduto qualcosa, et per giornata si farà mollo più, che Dio per-meta questa cosa sia con augumento di le cose dii Stato di Vostra Sublimità, a la qual humiliter mi ricomando. Date in galia, in porto di Uhsbona, a dì 6 De-zembrio 1521. 112'> Copia dii privilegio dii He novo di Portogallo fato a Venitiani. Don Joanne per la gratia de Dio re di Porlogal et di Ginea e del Garbo, et de quà el de là del mar de Africha signor, et de la conquista de la naviga-tion et comercio Ethyopia, Arabia, et Persia, et India, eteetera. A quanti questa nostra carta vedera-no, femo sapere che per missier Alexandro da cha’ (1) La carta 111 * è bianca. da Pexaro capiianio mazor di Ire galle, le qual sono venule da Venelia a questa nostra cita di LisCona, ne fo dito che per li Re passati, nostri antecessori, fu dato privilegio a le galle che a dieta cità venisseno per li veniliani che in quelle venisseno non pagasse-no decime, sixa, nè alcun altro drelo de mercha-dantie che portasseno da quella parte, salvo che quelli che comprasseno pugasseno la sua meza sixa; del qual privilegio non lenendo caria nè donalion per le qual loro dovesseno esser riguardali, domandomi che di gratia nui li dovessemo dar questa no-slra carta, aziò che quando le ditte galie venisseno a ditta cilade le podesseno usar. El visto per nui la sua richiesta, voluntariamentc sempre ile tutte cosse de la Signoria de Venetia esser ne li nostri regni privilegiati et ben (radali et favoriti havemo per bene, et a nui piace, qualunque volta che diete galìe de Venetia venirano a la dicla cità de Ulisbona inviate per la ditta Signoria, li merdjadanti veniliani, che venirano in quelle, non pagine de sue mercha-danlie che exchargeranoel che venderano nel tempo che le diete galìe in el porto de dicla cità starano, decime, portagrue, nè sixa, nè alcuno altro drelo, salvo le persone che da quelli comprano pagerano cinque per cento de sua meza sixa se serano trovali li compratori, senza che li diti venitiani siano obli-gali a far a saper cosa alcuna a li nostri ofieiali. Et questo se inlende per le merehadanlie con quelle se partirano da la cità de Venelia, et non de quelle clic loro venirano comprando et ricomprando per lo camino. Et questo medeximo, le persone venindo con diete galìe non pagerano alcuno drelo de pane, 1 vino, carne e pesse, nè de alcuni altri legumi che serano comprati per el mantenimento de diete galìe, salvo che quelli che venderano pagerano suo mezo sixo di la vendila. Questo privilegio che nui demo, nui autorizemo in quanto a la nostra merze, et se per alcun tempo che paresse de romper et anullar, manderemo a farlo saper a la cita de Venetia uno anno avanti, perchè havendo a venir da poi dido anno, sapiano che hanno da pagar et nostro drelo, notificandolo a li venditori di le nostre facende al nostro Conlador mazor, et a li ofieiali de la nostra cità, et cussi a tulle le justitie nostre. Et comandemo, che quando si vedrà che le diete galìe serano gionte, siino bene recevule, et lutti quelli eh’ è in quelle vengano ben (radali et favorizali, et non consentano che li sia falò agravamento, nè torto a quelli comprano, integramente come in questa nostra caria se li contien, per quanto sia la nostra merce, senza alcuna contradition che a elio se li potesse far, et per