227 MDXXII, MAGGIO. poi qualche danno al nostro Slado, nui saremo sia causa di haver roto le trieve e non la Cesarea Maestà. Li fo risposto che questo Stato non feva cossa conira la Cesarea Maestà, imo*volevano mantenir le trieve, e altre parole. Da poi disnar, fo terminato far Pregadi per scriver in Fiandra et in campo, et il Doxe non fu, qual di raro vien. Da Crema, fo letere di sier Andrea Foscolo podestà et capitanio, di 4. Scrive la perde-da di Lodi, et per uno spagnol preso di villani e menato lì intese il modo, poi esser zonti de lì. Monsignor di la Valle era governador in Lodi, et il signor Federigo da Bozolo, quali scampono da Lodi con certa burchiela; passono di quà et è scapolati etc. La cossa fo in questo modo: che a dì ... per tempo la reatina, hessendo venuto il marchexe di Pescara con certe zente, partito da Marignano dove era a-lozìdo il signor Prospero con lo esercito et apropin-quatosi a Lodi, dove era 200 lanze francese et 2000 fanti, tra li qual era il Cagnolin da Bergamo conle-slabile nostro con 200 fanti e dillo Federigo da Bozolo, quali bona parte di fanti ussileno fuora a scharamuzar con inimici. In questo rnezo, il dilto marchexe di Pescara, qual era con lì spagnoli verso 148 Lodi, mandò a dir al signor Prospero se li pareva, potendo aver Lodi, che lo lolesse, qual li disse di sì el che continuasse la impresa che li manderia un grosso socorso; unde inteso questo, veneno spagnoli scaramuzando con francesi et li fanti italiani fino solo Lodi, et dillo Marchexe divise le zente in do parte, in una atese a scharamuzar, in l’altra mandò a una altra porta di la terra a veder de inlrar dentro, et tolto scale di villani, senza difesa introno dentro, che francesi che erano in la terra non feno si poi dir difesa; quali parte fo morti e altri spogliati et presi, tra li qual di nostri fanti ne mancha da numero 200, el che uno nostro contestabile si ha è lato prexon. Monsignor di la Valle, il siguor Federigo di Bozolo predillo scampono et andono a Crema, et cussi si perse tristamente Lodi; quali voleno andar a Cremona etc. Di campo, vene lelere dii Griti et Nani, hessendo Fregadi suso, di 5, hore 17, date a Fa-lazuol, di’ è mia 20 lontan di Brexa. Scriveno, come sequìte il caso di Lodi, si levono subilo di Los®, et veneno a passar Oio lì a Palazuol et francesi andono in Geradada; non sì sa qual via vorano tuor. Scriveno come le nostre fantarie voleno una paga, et li danari erano stà mandati con li cariazi in.....Scrive altre particularilà, ut in litteris, et provisión fatte di lassar zente in Bergamo, e co-loquii à auli esso provedador Griti con sier Zuan Vi-turi podestà di Bergamo, et quello lì ha ordinalo fazi in caso i nimici venisseno a loro danni ; la qual cossa crede non sia per far. Sguizarì lutti parlino, et andono verso caxa loro. Scrive coloquii à auli esso Grili con monsignor di Lutrech qual la brava assai, dicendo che è contento che li sguizarì siano parliti tutti et che ’1 troverà altri fanti più valenti di loro etc. Fu posto per li Consieri, Cai di XL e Savii su- 148 ’ spender li debili di sier Alvise Pixani qu. sier Carlo debitor di la Signoria nostra per do anni, i qual a questo una altra volta è stà suspesi. Fu presa. Fu posto per li dilli, suspender li debiti di la Signoria di sier Zuan Alberto Contarmi qu. sier Luca per do anni, et fu presa. Ave 170, 5. Fu posto per li Savii d’acordo, una letera a l’O-rator nostro apresso la Cesarea Maestà, in risposta di soe, solicitándolo a la conclusión di la pralieba etc., e debbi concluder con altre parole, videlicet . . Fu posto, per tutto il Colegio, che Zuan Gobo e compagni dazieri di Piove di Sacho dii vin, darli certo resloro. Fu presa, 155, 15, 7. Fu posto per tulli i Savii, alcuni subditi del Signor turco deteno piezarie a Corphù di pagar certo dazio di robe condule qui ; pertanto sia scriplo a Corfù debbi depenar le piezarie. 163, 5. Fu posto per sier Gasparo Malipiero, sier Hiro-nimo Trivìxan, sier Marin Morexini Savii sora le aque, certa parte, alento il bisogno hanno di danari per il cavar di rii, di poter vender certo officio dì la Messetaria di soldo uno per parlida, come à Anzolo da Pexaro, qual dicono troverà da ducati 300 in suso, et è officio nuovo eie. Et li Cai di XL, sier Aurelio Michiel, sier Nicolò Longo et sier Andrea Marzello messeno de indu-siar, atento hanno fatto notar certa parte da metter in Quaranlia e poi Domenega in Gran Consejo; però questa materia se debbi ìndusiar. Andò il preditto sier Marin Morexini in renga, et parlò longamente il bisogno ha l’ofìeio dii danaro, e non sano calar danari per altra via che con trarli da chi voi li of-lìcii etc. Et essendo a la fin, vene le letere di campo; convene venir zoso perchè le fo lete, e la materia se indusiò da se medema. Fo posto, per li Savii, una letera in campo al provedador Griti et sier Polo Nani, che volendo francesi alozar in le nostre terre, fazi intender a