317 MCCCCCVI, MARZO. 318 Venier, sier Domenego Trivixan, cavalier, procura-lor, savij dii consejo, sier Thadio Contarini, savio di tera ferma, sier Marco Antonio Calho, savio ai ordeni, et sier Marin Zustignan, fo savio a terra ferma. Et non fo ultimata e comanda secretissima ; el pregadi vene zoso a horre do di notte. A dì 20 marzo. Da poi disnar fo pregadi. Et leto solum una letera di Ferara, di sier Sabastian Zustignan, el cavalier, vicedomino. Avisa aver visita la duchessa e il reverendissimo Cardinal, qual è da saper ritornò in gratia dii ducha, et fo plachato le cosse. Et fo divulgato, el ducha voleva mandar in Spagna, a otenir dal re esser vice re dii regno di Napoli etc. Fu posto, per li savij di colegio, che li debitori di decime non potesseno più dimandar gratia di pagar, in termeni et di prò’, nisi servato certo ordine, ut in parte ; et fo ben fato. Fu posto, per il colegio, dar ducati 2000 a la chiesia di San Fantin, per la fabricha di quella, sì come have il domo di Vicenza, di danari fo dii Cardinal Zen, a conto di soi legati ; e fo presa. Fu posto dar il possesso di certo priora’ fuora di Vicenza, qual uno frate di l’bordine di San Michiel di Muran l’havea, et 1’ ha renonciato, a la congre-gation di San Michiel, acciò non vadi in comenda; vai ducali 300 a l’anno, si chiama San......., et à obtenuto le bolle dii papa, et fu preso etc. ; Fo lato eletion di V savij ai ordeni: sier Francesco Griti, fo savio ai ordeni, quondam sier Andrea, sier Lodovico Falier, fo savio ai ordeni, quondam sier Thomà, sier Vicenzo Michiel, el 40, di sier Nicolò, dotor, cavalier, procurator, sier Lodovico Barbarigo, quondam sier Andrea, et sier Alvixe Capello, quondam sier Hironimo; soto sier Vicenzo Morexini, quondam sier Zuane. A dì 21. Gionse in questa terra sier Hironimo Zustignan, quondam sier Beneto, vien merchadante, di Alexandria, à ’buto modo di fuzir, parte a dì 28 dezembrio. La conclusion, dice par cbe nostri habi tolto a pagar ducati 50 milia al soldan, per il suo piper, termine 4 mexi; eidicitur, il secretano nostro parliva dii Chajaro, perchè questo non era il voler di la terra, tamen 0 di certo; unum est, in Levante, zoè in Alexandria, sarà garbujo assaj. Da poi disnar fo conseio di X. A dì 22. Fo gran consejo; fato 3 consieri di Venecia. Et fo il perdon di colpa e di pena a Santa Maria Mazor et a San Cassan. In queslo zorno, hessendo gran consejo suso, achadete, die ’l fo retenulo uno zudio hongaro, no- minato Isaach, qual studiava, e stava perhò in questa 146 terra ; et venuto zoso gran consejo, sier Hironimo Querini, sier Antonio Zustignan, dotor, avogadori, 10 andono a examinar. Par che ’l ditto a San Sten, in certa calle, havesse trovato uno pulo, di anni 2 '/i in zercha, smarito, e lui lo tolse soto la vesta, e lo volea menar via, dicitur a martorizarlo, come fo il bia’ Simon a Trento et Sabastian Novello a Porlo Bufolè dii 14.., et vislo da alcuni, tandem fu preso dito zudio, che fuziva e si butò a l’aqua. Et cussi li avogadori fè la soa examination con interpetri, et formò il processo. Quello seguirà noterò di soto; .unum est, che la matina in Rialto alcuni zudei dal vulgo fonno batuti e quasi lapidati per tal cossa, ma judico 0 sia et 0 seguirà, et esser cossa lalssa. A dì 23. La matina andoe a la Signoria domino « Francesco Argentino, venuto in questa terra, come nontio dii papa, per caxon di aver.il possesso dii vescoa’ di Cremona, dato per il papa a suo nepote, Cardinal San Piero in Vincula, et per la Signoria a l’abate di Bergognoni. Fo acompagnato da molti fratelli di prellali nostri sono a Roma, et andò in colegio, et presentò li brevi dii papa,, et expose quanto li achadeva. È alozato a San Pollo da uno so parente ; slè solum . . . zorni. Da poi disnar fo colegio di la Signoria, peraldir certa diferentia di levar il testamento dii quondam sier Hironimo Morexini, da Lisbona, qual li sora ga-staldi havia terminà non si levasse. Et do volte per la Signoria aldilo, fo: 4 di no, 2 de sì; el ozi fo: 5 de sì, et uno di no ; e fu risposto di levar, et anderà poi in quarantia et ivi si disputerà. A dì 24. Eri da matina li consieri veneno in Riallo, a incantar le galie di Fiandra, e non trovono patron ; e reincantono la galia dii trafego, in locho di sier Marin Bembo, di sier Hironimo, qual non provò la età, et fo data a sier Hironimo Malipiero, di sier Piero, per uno ducato, videlicet charatà per 11 Bembo. Da ‘poi disnar, licet fusse la vezilia di Nostra Dona, fa chiamà pregadi, et leto le infrascripte letere : Di Hongaria, date a Buda, dii secretar io nostro. Chome il re si havia raso la barba, era varilo, e andato a messa ; et la raina è graveda, e à dito a esso secretano, per esser fiola di la Signoria, voi questa Signoria li provedi di mandarli una comare, la lievi dii suo parto, qual tien certo sarà uno fiol maschio, che sarà tulio nostro. Beni, se li prò vedi di ostrege, et si scrivi a li nostri retori maritimi ne mandino. Item, l’andata di oratori al re di romani