12! SfDXXlI, APRILE. Et lo stridalo, tulli quelli voleno esser elecli sora l’estimo per elelion, si vadino a dar iu nota, justa la forma di la leze. In questa malina, per la Signoria fo conferma exalor a le Raxon nuove ancora per uno anno sier Lorenzo Salamoi) qu. sier Piero; eh’è contra le leze. Da Brexa, di sier Hironimo da cha’ da Pexaro proveditor generai, vidi letere di ultimo Marzo hore 3, con una deposition anta da Manina, qual dice cussi. Poi che francesi heb-hero preso Santo Colombano et Santo Angelo, al-guni de li homeni andorno a Pavia a recomandarsi al Ducha, et a comoverlo a pietà. Lui, con dir che haveano dati quelli castelli a francesi, li fece tagliar il naso forse a sedise di loro, et questo guadagnor- 110 oltre il sacco. Con il ducha di Bari, nel passagio che ’1 fece andando a Pavia, andò uno dii conte Zuau Francesco di la Mirandola, andò anche il conte Manfredo da Corregio, el conte Zan Pedro di Nevo-lara, el conte Camillo da Gambara. Da Carpi, nè da Guastalla non vi andò alguno. Si sperava ben che sguizari, visto che ’I Ducha era per haver lui el Sta- ilo et non lo Imperador, se dovesseno contentar et levarsi ; ma non essendo reuscito al pensier, non si sta da questo canto molto di bona voglia. 11 pigliar che ha fato el ducha di Ferara di Cento et la Pieve, è stalo con ¿cusa che essendo debelile, li han tolto da li homeni che sponte se li sono dati senza alcuna violenti;!, nè pur richiesta, et ne ha facto solenne rogito di Dotare con protesto di lenirle a la obedientia dii Papa. Sono state inlerceple letere in le qual el signor Federico da Bozolo invitava il ducha di Ferara a cognosser il tempo suo et far vivamente conira li comuni inimici. El signor Zanino di Medici è passalo a la volta di Pavia con 3000 persone ; ha hauto qualche suspecto dii traverso di Cremona, pur è ilo salvo. Dicesi che da Napoli sono per venir danari a spagnoli in Milano, di quelli che sono stati trovali a la morte dii Viceré, che si dice esser da ducati 200 milia. Dicesi anche che al Mar-chexe ne vengano 40 milia ducati da Roma. Il conte Gaspar da Roti cominciò a far fanli e dar danari. Si dice che lai danari vengano per francesi, e che le fanlarie debono adunarsi in veronese; cosa ehe ad ogni uno dà da suspctar. Madama nostra ha inler-dito che de mantoani non ne vadi alguno. 1522, die 3 Aprii. In Prcgadi 75'^ XX Savii sopra le appelation di le exemtion dii padoan e trevixan, secondo la parie presa a dì 14 dii presente mese in questo Consejo. Sier Zuan Alberto, fo podestà a Isola, qu. sier Nicolò qu. sier Zuan dolor. Sier Zuan Barozi, fo a la Taola de l’insida, di sier Francesco. Sier Lorenzo Mocenigo, fo vice podestà a Monfalcon, di sier Hironimo. Sier Lodovico Trivixan, fo al dazio dii vin, qu. sier Domenego. Sier Zuan Loredan, fo podestà a Porto Bufolé, qu. sier Tomà. Sier Sebaslian Zane, fo Piovego, di sier Bernardin. Sier Filippo Barbaro, fo podestà a Muran, qu. sier Zacaria. Sier Francesco Memo qu. sier Nicolò, qu. sier Francesco, l’avocalo grando. Sier Francesco Michiel, fo ofìcial al dazio del vin, qu. sier Antonio. Sier Polo Contarmi, fo a la Ternaria dii cotimo, qu. sier Zuan Matio. Sier Domenego Trun, fo Sopra gastalSo, qu. sier Andrea. Sier Lorenzo Loredan, foV di lapaxe.qu. sier Fanlin. Sier Domenego Minio, fo Cao di XL, qu. sier Francesco. Sier Nicolò Marin qu. sier Anlonio, qu. sier Zuan dotor. Sier BartolamioMorexini, fo a la monedadi l’arzenlo. Sier Zuan Sagredo, fo Exlraordinario. Sier Lunardo da Mula, fo Exlraordinario, qu. sier Jacomo. Sier Vicenzo Zorzi, fo auditor novo,qu. sier Antonio. Sier Domenego da Molili, fo avochalo grando, qu. sier Bernardin. Sier Nicolò Parula, fo Zudese de examinador, di sier Hironimo. Sier Zuan Francesco da Leze, fo Cao di XL, qu. sier Jacomo. Sier Bernardin Belegno, fo podestà a la Molla, qu. sier Francesco. Sier Alvixe Bembo qu. sier Zuan Batista, qu. sier Francesco. Sier Zuan da Canal, qu. sier Polo. (i) La carta 74* è bianca.